Sezze “merita” la medaglia al valore civile, firmato Sergio Mattarella

Sezze “merita” la medaglia al valore civile, firmato Sergio Mattarella

19 Novembre 2022 0 Di Lidano Grassucci

Il padre di un mio amico, Damiano, vedendo le cose del mondo, cose brutte, commentò: “A Sezze stamo a fior d’Abramo”. Aveva ragione, qui le cose passano più lente. Ma aveva torto per quel tempo brutto in cui qui, a Sezze, il “fiore di Abramo” si seccò, il sole fu meno caldo, e il tempo più duro: il tempo della guerra. Sezze fu ferita, offesa, la sua gente uccisa.

Il 21 maggio del 1944 un violento bombardamento americano sul centro storico di Sezze provocò una strage: 71 morti, tutti civili.

Il fiore non c’era e anche Abramo era distratto e lontano dal suo popolo che soffriva.

Oggi il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha conferito a sezze la medaglia al valore civile, per ricordare ora e per sempre questa storia, dura che quasi la memoria la voleva cancellare.

La richiesta di riconoscimento è stata avanzata nel 2016 dell’allora sindaco di Sezze Andrea Campoli, la documentazione storica è stata prodotta da Francesco Petrianni, presidente dell’associazione “le decarcie” e da Luigi Zaccheo.

Oggi il riconoscimento, talvolta è bene che la Storia si dimentichi di un pezzo di mondo per salvarlo dalle disgrazie del mondo. Ma durante la guerra nessuno è escluso dal dolore. Quel giorno a Sezze ci fu immenso dolore.

 

LA STORIA DI UNA MEDAGLIA

Una medaglia al merito civile per Sezze Al gonfalone della Città di Sezze è stata conferita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella la medaglia al merito civile per onorare il comportamento nobile e dignitoso tenuto dalla comunità di Sezze nell’affrontare i disastri ed il terrore della seconda guerra. Fu il Sindaco Andrea Campoli nel 2016 a prendere l’iniziativa, il cui iter amministrativo venne seguito dal dirigente Piero Formicuccia, curando tutti gli atti relativi alla deliberazione di giunta e l’invio agli organi competenti. La “Relazione illustrativa delle motivazioni legittimanti l’istanza per il conferimento di una medaglia al merito civile in favore del gonfalone del Comune di Sezze” venne redatta da Francesco Petrianni, Presidente dell’Associazione “Le decarcie”, con la consulenza storica dI Luigi Zaccheo. Gli atti sono stati trasmessi alla Prefettura di Latina che provvederà ad inoltrare l’istanza di conferimento al Ministero dell’Interno. Infatti le medaglie al merito civile sono conferite con decreto presidenziale su proposta del Ministero dell’interno, sentita la Commissione competente per la concessione delle ricompense al valor civile. La fiducia di un favorevole accoglimento della richiesta è supportata dal fatto che altre città pontine sono già state insignite di una medaglia e Sezze spera in un pari riconoscimento avendo patito non minori sofferenze e dimostrato analogo valore civico. Attingendo a fonti storiche ed orali di studiosi locali, la relazione ricostruisce un periodo storico, breve ma carico di lutti, con l’alto tributo pagato alla guerra dalla comunità sezzese in termini di vite umane, di feriti e mutilati nonché l’ampia portata delle distruzioni sul territorio. Ma soprattutto testimonia e rievoca il grande sacrificio sofferto dalla popolazione per sfuggire ai bombardamenti, ai rastrellamenti ed alle persecuzioni. In soli cinque mesi, da gennaio a maggio del 44, sono oltre quaranta gli eventi bellici accertati che colpiscono la popolazione e il territorio di Sezze. Non episodi occasionali, ma ripetute e frequenti azioni di guerra fanno di Sezze un teatro in cui la guerra si combatte ovunque. Il campo inferiore, il centro storico e la conca di Suso sono tutti obiettivi perché diffusa nel territorio è la presenza dei tedeschi. Nessun luogo è logicamente sicuro. Si muore dentro le case, nelle chiese, nelle grotte, lungo le strade, nel centro abitato e in aperta campagna e si continuerà a morire e a ferirsi per l’esplosione di mine disseminate. Le cannonate colpiscono i rifugi di fortuna. Gli ordigni di guerra arrivano ovunque. Il volto della guerra è terribile e si rivela nelle forme più diverse e nei modi più sconvolgenti. Enormi uccelli meccanici fanno tremare la terra come un terremoto a comando. Arrivano i bombardamenti e con essi le morti, le distruzioni, gli sfollamenti e gli ordini di evacuazione. La popolazione sezzese, nelle circostanze tragiche, ha saputo assumere orgogliosamente comportamenti solidali e civili, per non dire eroici, a differenza di chi, pur tenuto a prodigarsi per le cariche che ricopriva, ha preferito darsi alla fuga. Il clima di terrore e l’atmosfera di morte spaventano la popolazione, lasciando segni indelebili. Due sono i bombardamenti che mietono il maggior numero di vittime. Quello del 25 gennaio si abbatte nella zona di Santa Maria e una ventina di persone (dicono i testimoni) resta sotto le macerie. In quello del 21 maggio, che colpisce l’area della chiesa di Sant’Andrea, le vittime sono molte di più, una settantina. Il numero stimato dei morti nel periodo supera le 120 unità e non tutte le vittime hanno ancora avuto un nome. Sappiamo che sono stati tanti i bambini a morire perché la loro ingenuità li ha resi più indifesi e più esposti. La distruzione di edifici pubblici e religiosi, delle abitazioni, delle piazze, delle strade e dei ponti, le razzie e le requisizioni colpiscono il patrimonio materiale dei cittadini, delle istituzioni e degli istituti. Enormi sono i danni all’agricoltura e agli allevamenti di bestiame, Ma, vivendo sotto i bombardamenti, i sezzesi riescono a proteggere gli ebrei ad aiutare i compaesani dai soprusi, a ribellarsi a rischio della morte e a morire per difendere le donne. Le donne si fanno uccidere per non cedere alla violenza. Si sopravvive e si muore per vivere. Nessuno si sottrae al dovere di solidarietà. Diversi sono gli episodi bellici e diverse le persone che suscitano un sentimento di riconoscenza e meritano di essere additate per l’esempio dato. Tra quelli particolarmente significativi ricordiamo: Margherita Bondì, morta nelle camere a gas di Auschwitz; Elide Rosella, morta per resistere alla violenza dei soldati del CEF;  Oliva Spaziani, incinta al settimo mese di gravidanza, morta per ferita da armi da fuoco ricevuta da soldati del CEF; Aldo Bottoni, partigiano fucilato dai nazisti; Giuseppe Lombardo, carabiniere, morto per portare soccorso durante il bombardamento