Rocco Marcocci, la prima birreria di Latina che diede origine alla via dei pub

Rocco Marcocci, la prima birreria di Latina che diede origine alla via dei pub

12 Marzo 2023 4 Di Emilio Andreoli

Nel cercare di ricostruire il tessuto sociale ed economico di Latina, ho avuto la fortuna di trovare i discendenti di chi aveva avviato le prime attività. All’appello mancherebbe ancora qualche tassello. Ad esempio il primo sarto, il primo fruttivendolo, il primo gommista, il primo meccanico… ma anche i primi professionisti. Con calma cercherò di raccontare tutti. A parte le comitive, di cui vi ho già raccontato, negli anni sessanta aprirono i primi locali dove poter ballare e divertirsi, ma solo il sabato e la domenica pomeriggio. Bisognerà attendere il 1979 per avere la prima birreria, come alternativa al cinema nei giorni infrasettimanali. L’idea venne a Rocco Marcocci, di cui vi sto per raccontare.

Latina negli anni settanta era una piccola città di provincia che stava crescendo in maniera esponenziale. L’occupazione era ai massimi livelli, e i posti più ambiti erano nelle tante fabbriche disseminate nel territorio pontino. In seguito molte chiusero i battenti. Simmenthal, Mira Lanza, Rossi Sud, Pozzi Ginori, Fulgorcavi, Mistral, Goodyear, Bristol… per citarne alcune. Di loro sono rimaste solo macerie. Grossi scheletri, di eternit e amianto, abbandonati e che fanno paura solo a guardarle. Questo inizio potrebbe sembrare fuorviante con quello che sto per raccontare, ma si tratta di uno spaccato di vita riferito ai giovani latinensi di ieri e di oggi.

Per la Cgia di Mestre, nel 2023 a livello occupazionale, quella di Latina sarà la provincia più colpita della regione. Chi avrebbe mai immaginato, negli anni settanta, i cambiamenti epocali che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ancora oggi?! Lo so, il mio compito è quello di raccontare il passato, ma ogni tanto mi viene spontaneo confrontarlo con il presente. Ma non si tratta di nostalgia, sono solo constatazioni di numeri incontrovertibili. Certo, la nostalgia entra in gioco quando ripensi alla giovinezza. Allora ti vengono in mente i luoghi e le persone di quel periodo.

Come non ricordare quei locali che hanno fatto storia e sono rimasti vivi nella nostra memoria? A Latina i giovani di oggi frequentano la via dei pub, come noi passeggiavamo al giro di Peppe. I ragazzi se lo saranno mai chiesto in che modo è nata la via dei Pub? Forse neanche tutti i gestori conoscono la sua origine. Allora è arrivato il momento di raccontare questa storia, a cui stavo dietro da un po’ di tempo. Pazientemente ho atteso l’attimo propizio.

Al Mercatino della Memoria, ho incontrato due ragazzi dell’epoca che hanno fatto epoca: Giancarlo Antonelli e Rocco Marcocci. Giancarlo fu il fondatore del Jordy ice, un bar di via Tucci di gran moda alla fine degli anni ottanta di cui ho accennato, quando ho raccontato la storia della comitiva del Manzoni. Invece Rocco, nel 1979, aprì la prima birreria di Latina in via Cesare Battisti. Proprio da quella birreria partì quella che sarebbe diventata la via dei pub. Qualche chiacchiera con loro e finalmente l’appuntamento con Rocco.

Rocco Marcocci

Ci siamo incontrati al Mimì di Cristina Perrelli, sempre disponibile a ospitarmi nell’accogliente saletta interna del suo bar. Rocco, nonostante sia un personaggio particolare, si è lasciato condurre nei suoi ricordi. Un viaggio a volte tortuoso, dove esce fuori tutta la sua irrequietezza, la stessa che caratterizza i giovani di ogni epoca. E  ancora oggi, quel ragazzo irrequieto che si porta dentro non lo ha abbandonato.

Rocco Marcocci, precursore della via dei pub

Rocco Marcocci nasce a Latina il 15 gennaio del 1949. Il padre, Alberto, è un imprenditore agricolo, originario di Montalto di Castro in provincia di Viterbo, arrivato nell’Agro Pontino subito dopo la bonifica. La mamma, Anita, è friulana e appartiene alla numerosa famiglia dei Pitton. Alberto è il primo ad avere una mietitrebbiatrice. Ha un’azienda agricola sulla via di Fogliano, un’altra vicino Torre Paola, a San Felice Circeo, e un’altra ancora sulla Migliara 56. La prima sarà razziata dai tedeschi e poi distrutta dai colpi di cannone arrivati dal mare, durante lo sbarco degli americani. Nel dopoguerra, aprirà un’altra azienda agricola sotto Priverno.

Ma il gelo killer del febbraio 1956 lo mette in ginocchio, e lo costringerà a chiudere le sue aziende e cambiare lavoro. Così, per ricominciare, apre un piccolo alimentari in via Cesare Battisti a Latina. Rocco è un ragazzino ribelle, non ha voglia di studiare. A tredici anni, dopo un litigio con il padre, scappa di casa e va a Roma. Dorme per strada sotto una tenda comprata a Porta Pia. Due settimane dopo sarà un amico del papà, il signor Burlina (proprietario della Casa Veneta del tessuto), a trovarlo e riaccompagnarlo a casa. Per far contento il padre si iscrive all’Istituto Tecnico Industriale. Anche se avrebbe voluto frequentare il liceo artistico.

Rocco Marcocci con la divisa della Marina Militare

Da studente inizia a filare con una ragazza, Fiorella, ma nel 1965 si arruola nella Marina Militare. Sarà sia imbarcato che impegnato a terra in un battaglione d’assalto. Fiorella la vede solo nelle licenze e proprio in uno di quei giorni rimane incinta. Rocco vuole sposarsi, ma secondo le regole militari non ha l’età per farlo e allora decide di lasciare la Marina dopo cinque anni di servizio. Con Fiorella avrà tre figli: Massimo, e le gemelle Francesca e Serena. Negli anni settanta organizza i pullman per andare a sciare la domenica. Sarà anche vicepresidente del Club Alpino Italiano di Latina.

Rocco dietro il bancone della sua birreria

Le gite domenicali, oltre a organizzarle per il CAI, le organizza anche per un piccolo negozio di sport il cui proprietario è Luciano Pistilli. L’attività l’ha chiamata come la figlia “Susy” aggiungendo “Sport”. Rocco, quando può, aiuta il padre nell’alimentari di famiglia, ma si dedica soprattutto ad altri lavori: fa il rappresentante di formaggi, ma anche di arredamenti negozi per l’azienda della famiglia Porrello. Quando il papà va in pensione e lascia il negozio, decide di prenderlo in gestione e trasformarlo. Ha un’idea che ancora non è venuta a nessuno. Apre la prima birreria di Latina e la chiama: “Da Rocco”.

Anche un po’ di musica nella birreria Da Rocco

A settembre del 1979 arriva il giorno dell’inaugurazione. Rocco offrirà  birra a volontà a tutti i presenti. Alla fine saranno consumati dieci fusti. Presto la sua birreria diverrà un luogo di aggregazione. All’interno sei tavoli uniti che permettono di socializzare, dal pomeriggio fino a tarda notte. In dieci anni tutti i latinensi, almeno una volta, hanno consumato una birra da Rocco.

Rocco e i suoi amici dietro il bancone della sua birreria

Nel 1990 per un corto circuito il locale va a fuoco e Rocco decide che è il momento di lasciare. Una decisione che ha già maturato qualche tempo prima, soprattutto per problemi personali. La scomparsa di suo figlio Massimo, nel 1987, lo ha segnato profondamente. Dopo aver chiuso la birreria parte per l’Inghilterra e lavora come cuoco in un ristorante. Ma Rocco non è uno che trova pace facilmente e dopo un anno torna a Latina e va a lavorare come direttore di sala nel ristorante/panineria “Le Streghe”. Lo farà per circa dieci anni. Successivamente lavorerà in un’azienda di impianti elettrici.

Costretto a fermarsi per un serio problema di salute, riparte con un negozio di tramezzini in viale dello Statuto. Dopo qualche tempo lo cede e va a lavorare al “Sunflower”, un pub al centro commerciale dell’Orologio. Finita quest’altra esperienza Rocco si dedicherà ad altro, soprattutto alla moglie Fiorella in precarie condizioni di salute. La sua indole irrequieta però, rimarrà e rimane sempre la stessa.

Due chiacchiere con l’irrequieto Rocco Marcocci

Rocco versione Clint Eastwood

Rocco cosa hanno significato dieci anni di birreria?

“Una bella esperienza formativa, ma molto faticosa nella gestione. Combattevo contro tutti e alla fine mi sono stancato e ho lasciato perdere”

In che senso faticosa?

“Considera che il locale era piccolo, molti alzavano il gomito e anche la voce. Alcuni venivano pure alle mani. A quel punto intervenivo e tutto tornava tranquillo. Ero sempre armato e, in alcune circostanze, per placare gli animi facevo vedere la pistola, ma non l’ho mai puntata contro nessuno. Poi c’erano le guardie che volevano chiudessi a mezzanotte. Ogni volta era una lotta rimanere aperto un paio d’ore in più, per servire quelli della notte”

Nella tua birreria, oltre bere, potevi anche mangiare?

“Certamente. A Latina sono stato il primo a fare gli hot dog. Preparavo anche hamburger e patatine fritte, ma la mia specialità erano i tramezzini”

Dopo la tua birreria sono arrivati tanti altri locali in quella zona, ormai chiamata la via dei pub. Come te lo spieghi?

“Non ho una risposta certa, credo che quei vicoli si prestassero bene per i pub e le birrerie. Un po’ la nostra Trastevere”

Al tuo posto chi c’è adesso?

“C’è il Gambrinus, e devo dire che è anche gestito bene da un ragazzo che si chiama Andrea”

 Adesso cosa fai?

 “Ora dipingo e faccio sculture. Tengo a precisare che sono un autodidatta”

Hai ancora un sogno nel cassetto?

“Sì, quello di diventare grande”

 

Se fossi Andrea del Gambrinus, per onore della storia, metterei nel locale una foto storica di Rocco nella sua birreria e scriverei: “Qui è nata la prima birreria di Latina che ha dato origine alla via dei pub”.