Evaristo Gambetta, il farmacista di Littoria
11 Luglio 2021Littoria, nei primi anni dalla sua fondazione, aveva solo tre vie commerciali importanti, il resto era tutta campagna borghi e poderi. Le tre vie erano Corso Vittorio Emanuele III (Corso della Repubblica), via Emanuele Filiberto e Corso Principe Umberto (Corso Matteotti). A queste vie va aggiunto il quartiere delle case popolari, oggi chiamato quartiere Nicolosi in omaggio all’architetto che le progettò. Il quartiere era adiacente al centro, ma allora era considerato in periferia. Era composto da otto lotti, quindi molto popoloso, e ospitava gli operai impegnati al completamento della città di fondazione. Anche lì nacquero molte attività per servire tutto il quartiere. Gli abitanti, in quegli anni, aumentarono in maniera esponenziale e per la salute occorrevano più medici e farmacie. Nel 1940, dalla città di Mantova, giunse a Littoria il Dottor Evaristo Gambetta per l’apertura della seconda farmacia.
Latina posso dire che la conosco profondamente, la sento parte di me. Conosco i suoi odori, i suoi silenzi e i suoi rumori. Avverto l’odore del mare, quando l’inquietante vento di scirocco la sferza con la sua forza, o l’odore dell’aria pulita nelle poche giornate di freddo, quando il vento che arriva da nord asciuga la pelle dall’umidità. Certo non apprezzo proprio tutto della mia città. Negli anni, scelte sbagliate ne sono state fatte in abbondanza. Progetti mai realizzati che avrebbero potuto cambiare la sua storia, come quello della biblioteca Stirling divenuto poi un parcheggio, ma in amore si accettano anche i difetti. A me, non restano che i racconti.
Delle sue vie, due sono quelle a cui sono particolarmente legato, Corso della repubblica, in cui ho passato la maggior parte della mia vita, e via Emanuele Filiberto dove sono nato e vissuto fino ai miei primi otto anni. E il racconto parte proprio da lì, da via Emanuele Filiberto. Sono nato nel palazzo Tabellini, quello di fronte l’Hotel Europa. Era il 1959, una mattina presto di novembre, mia mamma la fece partorire la signora Maria Cocco, un’ostetrica che correva avanti e indietro per tutta Latina con la sua bicicletta. La Cocco fece nascere migliaia di bambini, lei che non poteva averne, a volte il destino è malvagio. Mi piacerebbe scrivere di lei, ma le sue tracce, magari una foto, un parente, sembrano inghiottite dalla palude.
Un giro in via Emanuele filiberto
Iniziamo il giro della via di quando ero bambino. Sotto il palazzo in cui abitavo c’era il bombolaro Petruccelli, di fronte sotto l’Hotel Europa l’attività della mia famiglia. Sulla sinistra il negozio di abbigliamento Pantano. Attraversando la strada il Bar Sezzi, l’alimentari Lemma, poi il primo ottico della città, Adinolfi. Donati la prima ferramenta e la gioielleria Giovannetti. Poi procedo in maniera casuale, se dovessi dimenticare qualcuno sarà colpa della mia memoria. Di fronte, il primo ospedale della città, quando si chiamava ancora Quadrato, con davanti la storica edicola Cormio. Torniamo sul marciapiede di fronte: la Scolastica libreria, il tabacchi Pedà, la lavanderia di Tatiana.
Proseguendo il lato ospedale, il Garage Ruspi dove c’era la concessionaria Citroen Necci e Ricci. Di fronte, la pizzeria Vittorio, il calzolaio Migliorin, l’armeria Patria Sport, la torrefazione D’Aniello, Marzolla calzature, la macelleria Spartaco, il fioraio Castellani, Piccinato boutique. Sotto il palazzo Lamaro appena costruito ricordo La Carrozzina e Pezone moda. Non a caso e per ultimo, il Bar del Gobbo e la farmacia Gambetta.
Il dottor Evaristo Gambetta farmacista
Evaristo Gambetta, nasce a Mantova nel 1890, negli studi è un ragazzo brillante e dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale, si laurea in chimica farmaceutica che gli consente di aprire una farmacia nella sua città natale. Alla fine degli anni trenta, nonostante sia un sostenitore del regime, litiga con i vertici del partito fascista di Mantova. Questi dissapori lo spingono a fare un concorso che hanno indetto per una nuova farmacia a Littoria, la seconda della città, ma la prima privata, perché quella che hanno già aperto appartiene all’ospedale e si chiama farmacia San Marco, diretta dal dottor Ruggeri.
Il concorso lo vince, e a luglio del 1940 apre la farmacia in via Emanuele Filiberto. Inizialmente in un piccolo negozio che poi trasferirà nell’angolo opposto perché più grande, al suo posto aprirà il Bar del Gobbo. A Littoria, poi Latina, il dottor Gambetta si trova benissimo ed è benvoluto dalla gente. Dopo la seconda guerra mondiale diventa anche consigliere comunale con il Movimento Sociale italiano. Quando riceve la pensione di guerra va da don Renato, parroco della chiesa di Santa Maria Goretti, e gliela affida per distribuirla a chi ne ha più bisogno.
L’incontro con Gigliola Gambetta
A farmi da gancio con la Dr. Gigliola Gambetta, figlia di Evaristo, è il mio amico Alvaro Morganti, classe 1928, agronomo ed ex professore dell’Istituto San Benedetto di Latina. Mi ha chiamato giorni fa per dirmi che la sua ex compagna di classe, Gigliola, sarebbe venuta a Latina perché vive da diversi anni a Bologna. Conoscendo la mia passione per la storia della città ha pensato bene di farmela incontrare. Ovviamente ho accettato con estremo piacere.
L’appuntamento è in Piazza del Quadrato, al Museo della Terra Pontina, dove la gentile direttrice Manuela Francesconi, ha messo a disposizione uno spazio esterno per il nostro incontro. È emozionante vedere arrivare due compagni di scuola del liceo classico “Dante Alighieri”, di ottanta anni fa. Mentre mi vengono incontro cerco di immaginarli giovani e spensierati, annullando per un momento lo spazio temporale.
Ci accomodiamo sotto un albero, al fresco, accanto a una lestra. Gigliola è nata a Mantova il 29 luglio 1929, adesso è una dolce signora con il volto sereno, di chi ha visto però passarle tutte, dal bel tempo alle burrasche. Ha un vestito azzurro con i fiorellini bianchi. Avverto la sua voglia di aprirsi, e di donarmi un po’ del suo vissuto:
Come siete stati accolti quando arrivaste a Littoria nel 1940?
“Siamo stati accolti molto bene, mio padre era una persona buona e quindi è stato subito amato dalla gente. Però era anche impulsivo e una persona di grande carattere”
Come è andata con la farmacia?
“Purtroppo per vicissitudini famigliari, nel 1995, sono stata costretta ad abbandonarla per fallimento. Quando nel 1980 mio padre morì la gestione passò a me, e con me c’era anche mio marito. Io mi occupavo della farmacia e lui dell’amministrazione, non è difficile intuire come siano andate le cose. Mi portarono via non solo la farmacia, ma anche la casa dove vivevo”
Di quella brutta esperienza cosa le rimane?
“Devo dire che nella disgrazia scoprii persone eccezionali che ritenevo solo semplici conoscenze, e invece mi sono state accanto e aiutato tantissimo. Una di queste Lidia Palumbo, e ovviamente Alvaro mio compagno di classe del liceo, con il quale non ci siamo mai persi di vista”
So che lei scrive poesie, da dove nasce questa passione?
“L’ho ereditata da mio padre, ma ho iniziato a scrivere veramente quando un giorno incontrai Nello Rosolini, marito di una mia compagna di classe che mi disse “Non ti abbattere, te hai fatto il liceo classico e quindi sai scrivere, inizia a scrivere”. Così iniziai a scrivere poesie e Lidia mi convinse a pubblicarle”
Adesso dove vive?
“Vivo a Bologna con mio figlio Andrea che lavora come farmacista. Ogni tanto torno a Latina per trovare l’altra mia figlia Francesca e i miei nipoti, e con l’occasione anche i miei vecchi amici”
La chiacchierata termina qui, Alvaro e Gigliola lentamente si avviano verso l’uscita del museo e io resto a guardarli, incantato dalla loro profonda amicizia che il tempo non è riuscito a scalfire. Da buon malato di nostalgia mi sarebbe piaciuto che sulla farmacia, che ora si chiama Fontana, avessero scritto “ex Gambetta”.
Il mondo è…
Il mio mondo è fatto di carta
un soffio di vento lo scrolla.
Il mio mondo è di porcellana
basta un nulla per incrinarlo.
Il mio mondo è una zattera
sbattuta dall’onda del mare.
il mio mondo è un diroccato
castello ove vagano i sogni.
Gigliola Gambetta
Bellissime le poesie di Gigliola, narrano di vita vissuta e nella lettura appare tutta la sua grande sensibilità d’animo.