Cisterna, l’arrivo dei coloni e la nascita di Latina

Cisterna, l’arrivo dei coloni e la nascita di Latina

19 Dicembre 2019 0 Di Luca Cianfoni
Ieri 18 dicembre è stato il compleanno del capoluogo pontino, che ha celebrato il suo Natale e ha spento ben 87 candeline, ma com’è stata vissuta da Cisterna la nascita di Latina 87 anni fa?

Il ricordo dei Cisternesi della nascita di Latina

Latina. Una città nata da uomini e donne provenienti da regioni diverse che sono riusciti a convivere rispettando le reciproche diversità, rimanendo legati alle proprie radici di origine che hanno poi gettato un seme su questa terra. Comunità friulane, venete, emiliane da cui poi sono nate le nuove generazioni pontine. Quindi l’accettazione delle diversità è stato un elemento di coesione necessario per la crescita e lo sviluppo della città di Latina.

Le parole sono quelle del discorso di ieri Damiano Coletta, il sindaco di Latina, che ricorda come la comunità del capoluogo pontino abbia radici diverse che affondano nei territori dell’Emilia, del Friuli, del Veneto e non solo. L’arrivo di quelle persone, “i coloni”, fu vissuto con particolare attenzione anche dai cittadini delle città limitrofe che guardavano con sentimenti misti lo sbarco di queste persone. Cisterna, con la sua stazione fu uno dei punti di arrivo maggiore di queste persone che da Roma trovavano una facile via per arrivare alle terre da bonificare. Cisterna fu uno dei comuni a cui fu sottratta la maggior quota di terreno, circa la metà per donarlo alla nuova città di fondazione. L’annuncio della nascita di Latina (allora Littoria) fu dato proprio a Cisterna nel 1932. Oggi alcuni cisternesi rivendicano quell’aggiunta “di Latina” al proprio nome, che sentono scomodo poiché Cisterna in realtà era già qui quando Latina fu fondata, ma questa è un’altra storia. Oggi quindi vogliamo dedicare a Cisterna, dopo il compleanno di ieri della città di Latina, una poesia della cisternese Luigina Vitale, intitolata La Reggina delle Paludi e apparsa ieri sul gruppo Facebook gestito da Carlo Buonincontro Esso chissi de Cisterna
Sò ‘rrivati tajalegna e cioccatori da ‘ssi monti ‘ssa vicino,
cò ‘na scure e ‘nascia ‘ncollo a tajà legname pè chesse macchie scure.
La Base stava a Pantano, ma da Doganella hanno ‘ncominciato:
– “Leva quane e leva dellane, tutto l’Agro Pontino janno spianato”.
La Macchia sparita, l’acqua ‘sciugata e vecchie carrereccie in strade trasformate.
Era o ’31 quanno alla Stazione de Cisterna i primi Coloni so ‘rrivati. Cò le famije e le valigge da o Friuli, Trentino e Veneto so partiti, e ai poderi assegnati se so sistemati.
‘Na vorta sti posti se chiamaveno: Sessano, Gniffe Gnaffe, Pantano, Barabino, Conca……, poi quanno i Coloni so ‘rrivati, pè falli sentì a casa i nomi c’hanno cambiato in: Borgo Podgora, Borgo Santa Maria, Borgo Flora, Borgo Piave, Borgo Montello….
Però non c’o scordamo: Cisterna è la Madre de ste Tere, che con amore ha accolto tutta sta gente. C’ha dato ‘na casa, l’aratro, la tera e o grano pè soravvive a sto novo posto che ‘na vorta era marsano.
In foto: L’arrivo dei Coloni a Cisterna, grazie al guppo Facebook Esso Chissi de Cisterna