Politica al virus/ Se Coletta facesse assessore Di Resta?

Politica al virus/ Se Coletta facesse assessore Di Resta?

14 Marzo 2020 0 Di Lidano Grassucci

PREMESSA: i fatti narrati sono avvenuti ante Coronavirus, ma ritornano proprio perché il coronavirus cambierà tutto anche nella politica. Anzi soprattutto in politica

 

Lo incontro in piazza del Popolo a Latina, passo lungo, lui è alto ed è cosa rara in un mondo basso.  Pare un Fassino in salsa pontina. Cammina un po stralunato, sempre sulle sue, ma sorride altrettanto sempre, e pure questo mica è normale, poi è educato, e mica è male. E’ calmo. Gli dico “Oh, ma perché non ti fanno assessore a Latina, certo non possono dire che non sei di sinistra, non possono dire che non conosci la città”.

Ride, conosce la mia ironia, ma anche che le cose sono serie e sa bene che seguo la politica da… quando stava alla Fgci, i giovani comunisti. Aggiungo “sei stato vicesindaco con la giunta  Maurizio Mansutti, sei dentro la storia della città e la giunta di Damiano Coletta manca di personalità e poi si apre a sinistra…”

Lui, per chi non lo avesse riconosciuto nel racconto, è Domenico Di Resta che incarna un pezzo della sinistra-sinistra di Latina e non solo. Ora non fa politica, ma la politica è un neo che hai nella vita, puoi pure far finta di non averlo, ma c’è di certo, c’è evidente,

E ora, dentro il coronavirus, credo che sia diventato più evidente il dovere di fare scelte forti e di non stare soprassedere, ora è tempo di coraggio, e questo si inserisce in una evidente crisi del centrodestra diviso da personalismi, da gelosie, e da un tempo che sta cambiando e Matteo Salvini non  ha più il tocco magico.

Coletta ha riempito la casella femminile, non è riuscito a modificare il gioco con Carla Amici, perchè non farlo ora con chi può dare alla giunta un colore, può dare all’amministrazione un sapore, e può farla uscire dalla banalità.

I tempi, in politica, non si leggono una volta per sempre, ma mentre, ma durante e le cose mutano rapidamente. Coletta avrebbe finalmente un “collaboratore” e uno che la città l’ha vissuta non l’ha sentita raccontare (l’unica altra che ha questo pedigree è Patrizia Ciccarelli, il resto è come far combattere i cadetti del liceo militare in una guerra vera, e si vede).

Io proverei, quando la Repubblica è in difficoltà devi chiamare le riserve della repubblica e pensare l’impensabile, la banalità è la morte della politica.