Giovanni Paolo II, quando il Santo Padre venne a Latina

Giovanni Paolo II, quando il Santo Padre venne a Latina

5 Aprile 2020 0 Di Emilio Andreoli

Una delle immagini che rimarranno nella storia di questo tempo immondo, è quella di Papa Francesco in una piazza San Pietro desolatamente vuota, sotto una pioggerellina sottile che bagna il suo viso, come piovessero lacrime dal cielo. Ma quell’immagine mi ha portato indietro di quindici anni, quando la bara di Papa Giovanni Paolo II era lì, proprio dove Papa Francesco ha impartito una speciale benedizione urbi et orbi. Ricordo che sulla bara c’era il vangelo e un colpo di vento lo aveva sfogliato con delicatezza. Sono segni dal cielo? I credenti lo sperano, ma a questo punto lo sperano anche i non credenti.

 

Premetto che sono cattolico per tradizione, e la mia fede, tormentata da mille dubbi, vacilla spesso. Però credo nelle persone speciali, per questo vi voglio raccontare di papa Giovanni Paolo II. L’unico papa che è venuto a Latina e che poi è diventato anche santo.

Era il 16 ottobre 1978 quando il cardinale polacco Karol Wojtyla venne eletto papa, il primo non italiano dopo 455 anni, e inoltre il primo proveniente da un Paese di lingua slava. Io avevo quasi diciannove anni e dopo un attimo di perplessità, quel nuovo papa mi entrò nel cuore, nonostante non mi importasse nulla della religione.

Mi piaceva il suo carisma, il suo modo di parlare che mi ricordava i rifugiati polacchi del campo profughi di Latina. Mi piaceva perché amava sciare come me e ci andava di nascosto. Perché era sempre in viaggio a diffondere la sua fede e non aveva bisogno di traduttori perché sapeva parlare undici lingue. Perché cercava il dialogo con i giovani e con i leader delle altre religioni. Ammiravo il suo coraggio e la sua fermezza, ma anche la saggezza nel perdonare chi aveva cercato di ucciderlo, quel 13 maggio del 1981 in piazza San Pietro.

Un grande uomo devoto alla Madonna, convinto che fosse stata lei a deviare il proiettile che per pochi millimetri sarebbe stato mortale. A lui, soprattutto, si deve la fine del regime comunista dell’Unione Sovietica, culminata con l’abbattimento del muro di Berlino. Insomma uno degli uomini più importanti del novecento, stava per arrivare a Latina ed era il suo centesimo viaggio in terra italiana. Il primo papa nella storia della nostra città.

 

29 settembre 1991 visita di Giovanni Paolo II a Latina

L’amico Tonino Mirabella, fotografo professionista di Latina, che ha sempre raccontato con le sue magistrali immagini la nostra città, ricorda così quell’esperienza straordinaria:

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Papa Giovanni Paolo II nella casa del martirio di santa Maria Goretti Foto Tonino Mirabella

“Quando il Vescovo di Latina,  Mons Pecile mi chiamò per comunicarmi l’incarico come fotografo ufficiale della visita del Papa, rimasi colpito e un po’ pensieroso, capivo che era una di quelle occasioni uniche dove è assolutamente vietato sbagliare.

Diedi il via al lavoro chiedendo alla curia la possibilità di fotografare la stanza dove il Papa avrebbe dormito per due notti.

Come è arredata la stanza del papa?

Un letto, un comodino con sopra un trittico di immagini sacre, un inginocchiatoio davanti a un crocifisso. Basta,  poche cose essenziali, atmosfera mistica, profonda.

E intanto il giorno importante si avvicinava velocemente, la città si stava preparando e l’emozione corale saliva sempre più.

Siamo alle Ferriere, il borgo di S.Maria Goretti, il rumore di un elicottero che si avvicina, i nasi all’insù cercavano di inquadrare l’oblò che racchiudeva il volto del Papa.

Eccolo, bello imponente, il passo marcato,  gli occhi che incrociano quelli della gente e le mani che creano un contatto magico, ti senti benedetto.

Da quel momento sarà tutto cadenzato da un rigido cerimoniale, incontri, appuntamenti, il viaggio dentro la città.

Scatto da solo, il permesso che ho è individuale e quindi carico di borse, tre macchine al collo e gli occhi che non mollano mai la scena.

Ma c’è lui che traina, ti coinvolge, forse per la prima volta dopo tanti anni di mestiere ho capito davvero cos’è il carisma.

La papamobile percorre le vie della città attraverso le tappe previste: chiesa S. Maria Goretti, nel piazzale antistante si inaugura la statua della santa;

Celebrazione della santa Messa nella cattedrale di San Marco colma di fedeli dentro e fuori, mai vista cosi affollata in ogni minimo spazio.

Ovviamente non smettevo un attimo di scattare e in più momenti anche attraverso l’obbiettivo avevo la sensazione di trovarmi di fronte a una visione.

Tappa finale lo stadio, pieno all’inverosimile tra bandiere e canti di gruppi di giovani provenienti da tante città italiane.

A un certo punto l’altoparlante annuncia l’arrivo del Pontefice e cala un silenzio incredibile,

la papamobile entra a passo d’uomo sulla pista dello stadio e una vera esplosione di gioia con canti e musiche accoglie Karol Wojtyla, è una visione…un momento di enorme emozione, Latina stava entrando ufficialmente nel centesimo viaggio del pontificato del grande Papa.

Per me un’esperienza unica, un grande arricchimento personale e spirituale, sono riuscito a fotografare l’emozione che solo un santo può darti.”

 

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Piazza san Marco, papa Giovanni Paolo II insieme al sindaco Delio Redi e il vescovo di Latina Mons. Domenico Pecile Foto Tonino Mirabella

Ricordo che eravamo io e mio padre davanti al negozio, a bordo strada, e vedemmo la papa mobile arrivare da piazza san Marco. Appena dinanzi a noi il papa ci guardò e ci sorrise. Mio padre, uomo forte e di altri tempi, che cercava di non tradire emozioni davanti ai figli, si commosse e io appresso a lui.

 

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il papa raccolto in preghiera davanti l’immagine di santa Maria Goretti Foto Tonino Mirabella

La sera del 2 aprile del 2005, dopo una lunghissima malattia, Karol Wojtyla, il papa polacco muore e il suo successore Benedetto VI, spinto dai fedeli a tempo di record, lo proclama beato il 1° maggio del 2011. E solo dopo tre anni, il 27 aprile del 2014, papa Francesco lo proclamerà santo.

La figura di papa Wojtyla ha accompagnato la mia vita dalla giovinezza fino all’età adulta, per ventisette anni, e non la potrò mai dimenticare, e porterò sempre nel cuore l’immagine di quel suo sorriso e la commozione di mio padre.

E chi l’avrebbe detto che nella vita avrei visto un santo?!

 

Ringrazio Tonino Mirabella per le foto e per la sua testimonianza