Petrolio, l’energia che costa meno ma che uccide

Petrolio, l’energia che costa meno ma che uccide

11 Aprile 2020 0 Di Luca Cianfoni

La nostra intervista con Esco Lazio ha reso evidente come oltre alla spinta verso le energie rinnovabili ci sarebbe bisogno di un pensiero rinnovato per affrontare le sfide energetiche del futuro.

Energia da fonti fossili il costo sociale che non si vede

Parlando con Lamberto Gravina, responsabile delle centrali biogas di Esco Lazio, è chiaro come il tema dell’energia verde e rinnovabile sia centrale nello sviluppo dell’azienda che conduce. Questo tema emerge soprattutto quando si comincia a parlare di costi non solo economici ma anche sociali dell’energia.

“Estrarre petrolio ormai costa poco, produrre energia rinnovabile invece costa un po’ di più. Ma se si ragiona in prospettiva, il costo sociale dell’energia prodotta da fonti fossili è estremamente più alta, soprattutto in termini di salute. Quando noi utilizziamo l’energia fossile c’è un effetto sul clima, su noi stessi, perché i problemi respiratori e altre malattie molto gravi vengono da lì e i costi della sanità per curarci sono a carico giustamente di tutti noi cittadini. Continuare ad utilizzare energie fossili significa pagare meno ora in termini economici, ma pagare di più in futuro in termini di salute all’interno degli ospedali.”

Il processo da mettere in moto ora dunque sarebbe quello di convertire gradualmente ma in maniera totale, la nostra produzione di energia. Continuare ad utilizzare energia prodotta da fonti fossili, significa continuare ad avvelenare l’uomo e il pianeta. Una bolletta meno cara adesso dunque potrebbe voler dire delle spese sanitarie più alte nel prossimo futuro, per tutti noi. È come se pagassimo la nostra energia prima in termini economici e poi in termini di salute. Al fine di riequilibrare il mercato della produzione di energia dunque, servirebbe che chi produce da fonti fossili pagasse anche quel costo sociale sanitario futuro che invece è lasciato ai cittadini. Solo così l’energia da fonte rinnovabile, diventerebbe veramente più conveniente, ma tutto questo al momento è impossibile, perché non sono state costruite alternative concrete da mettere in atto. In questo campo, la guida è sicuramente l’Unione Europea, che spinge molto all’utilizzo di energia verde e rinnovabile, stanziando molti soldi, mentre purtroppo l’Italia, dopo una prima spinta positiva tra il 2010 e il 2012, si è quasi completamente fermata.

Costruire in maniera sostenibile

La sfida per un mondo più verde poi, non passa solo dalla produzione di energia, ma anche dall’edilizia e dal campo delle costruzioni.

“Il vero campo in cui investire è l’efficienza energetica. Nei palazzi costruiti negli anni ‘70 ’80 si utilizza tantissima energia per scaldarsi d’inverno e rinfrescarsi d’estate, perché non è costruito secondo alcun criterio di efficienza. Sarebbe il caso di rifare pareti, facciate e tutto, ma è impossibile. Purtroppo la parte più inefficiente dei nostri edifici è nel pubblico, le scuole, gli edifici delle istituzioni e agire lì è molto difficile, i privati in qualche maniera già hanno iniziato a fare qualcosa perché in fin dei conti efficientare conviene molto.”

Un’azione rivoluzionaria da compiere, mettere in efficienza energetica tutto il Paese. Sarebbe un passo enorme, ma che ha un orizzonte d’attesa troppo lungo per poter pensare di essere messo in atto subito.

Il carburante del futuro

Ultimamente il mercato dei trasporti, soprattutto automobilistico sta spingendo molto sulla produzione di auto elettriche, che permettono di abbassare notevolmente il consumo di benzina e la produzioni di emissioni inquinanti. Lamberto Gravina però ci confessa che il futuro del carburante non sarà l’elettrico, bensì il biometano.

“Il prossimo step sarà il biometano che utilizzeremo per i trasporti, come carburante, è una nuova frontiera, L’elettricità forse può andare bene per il trasporto privato, ma nella grande catena della distribuzione no. Quello su cui vogliamo investire è il GNL, il gas naturale liquido. Questo carburante è in grado di far percorrere un camion per 1800 km, mentre oggi le auto a metano ne fanno solamente 300. Il processo di produzione o di acquisizione non è una novità, basti pensare che il gas liquefatto siamo abituati a riceverlo dall’Algeria e dalla Russia. Rispetto al gpl, che è molto pericoloso il GNL è conservato a -170° e se viene a contatto con l’aria a temperatura ambiente, questo si ghiaccia istantaneamente, senza produrre alcuna esplosione.”

Al momento questa nuova forma di carburante è utilizzata come detto prima, solo nella grande distribuzione dei trasporti, quindi camion e anche le nuove navi. Difficilmente a breve si vedranno automobili che andranno a GNL, ma se implementeranno le auto elettriche e il mondo dei trasporti si convertirà al GNL, le prospettive per il futuro potrebbero essere molto rosee.