Il “mucco” virtuale del Neanderthal e la storia del rocchigiano che lo scoprì (tributo a Sabino Vona)

Il “mucco” virtuale del Neanderthal e la storia del rocchigiano che lo scoprì (tributo a Sabino Vona)

15 Aprile 2020 2 Di Lidano Grassucci

Ma che faccia… pardon, che mucco, aveva nostro nonno? Ma non il nonno quello degli affetti, ma quello della storia. Sapete da noi vi dicono e ridicono che qui non c’è mai stato niente, poi arrivò l’uomo della salvezza, si quello che qualche amministratore digiuno di storia e di senno posta sul suo profilo, la verità sta in questo nostro nonno che qui ci viveva quando ancora non c’era neanche la storia. Fu, come mi raccontò e scrisse Sabino Vona, Damiano Bevilacqua di Roccagorga il vero scopritore del cranio dell’uomo di Neanderthal. Fu lui il primo ad entrare nella grotta dove giaceva da millenni. Per questo non è un cranio ma un “mucco”, una faccia, un’anima di un popolo che c’è sempre stato ma il gioco della storia del ‘900 lo ha cancellato. Naturalmente giochiamo un poco su questa ricchezza infinita del posto dove i pontini, i lepini, vivono da milioni di anni. Ora, in tempo di quarantena, volete vedere il “mucco”, la faccia di nonno, potete farlo sul sito del Parco Nazionale del Circeo. Io mi limito di aver aggiunto un pezzo della storia, quello che raccontò Sabino Vona nel libro bellissimo da Artena a Formia che resta uno dei riferimenti per chi cerca una identità profonda di questa provincia, quella che non è togliere l’acqua che fa una provincia, ma la fatica di secoli e secoli di stare insieme.

LA NOTA DEL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO

La squadra che ha seguito il progetto

 

Il sito Internet del Parco nazionale del Circeo si arricchisce di una nuova ed innovativa sezione
dedicata all’inestimabile patrimonio storico-culturale dell’ area protetta: all’ indirizzo
https://museo.parcocirceo.it/museo3d-cranio/ è possibile visionare le ricostruzioni in 3D del cranio
del Circeo, un cranio fossile di Uomo di Neanderthal (Guattari I) vissuto poco più di 50.000 anni fa.
Si tratta di un progetto di notevole valore, nato da un accordo di partenariato tra l’ Ente Parco
Nazionale del Circeo , il Museo delle Civiltà e la Direzione Generale Educazione e Ricerca
( MIBACT ); realizzazione tecnica a cura di Tecnostudi Ambiente S.r.l.
Le fattezze del Cranio sono restituite attraverso due diverse ricostruzioni. I dati desumibili dalla
forma del cranio sono integrati dalle indicazioni ottenute dal DNA antico di altri fossili
neandertaliani. La forma delle orecchie, del naso, delle labbra, la distribuzione dei peli e
l’acconciatura di barba e capelli, sono invece frutto di scelte ipotetiche/artistiche di chi ha creato i
modelli. Le ricostruzioni sono conservate ed esposte al Museo delle Civiltà a Roma .
“Questo progetto – spiegano dall’Ente Parco – si inserisce come un’ulteriore tessera nella
costruzione del mosaico delle iniziative dell’Ente Parco per promuovere, anche attraverso nuove
tecnologie, la conoscenza e la valorizzazione del settore dei beni culturali, che in Italia nel 2018,
escluso l’indotto, ha fatturato 92 md di euro con 1,5 milioni di occupati, declinati anche sulla
promozione di una strategia di turismo sostenibile, che risulta essere il segmento più promettente
del post Covid-19”.

Nella foto la riproduzione virtuale del cranio del Circeo