Fase 2 / 4-5-6 maggio 2020. I tre giorni che ci hanno fatto vedere chi siamo
6 Maggio 2020Terzo giorno di Fase 2, il primo in cui ha riaperto il mare, quindi per Latina un momento quasi liturgico.
– Saremo migliori. Ma quando mai. Siamo tali e quali a prima.
Però ci siamo scoperti, questo sì. Più di quanto non immaginassimo. In questi tre giorni più che nei due mesi precedenti.
Nelle prime ore della Fase 2 c’è stata la ressa al cimitero. Quello di Latina, ma anche altrove. Siamo gente che dà valore alla memoria.
Dopo alcune ore la ressa si è registrata al Mc Drive. E dove li vuoi portare i bambini? Lo avranno chiesto ed è sacro accontentarli.
Mio padre mi raccontava che quando a Cori arrivarono gli americani gli regalarono la cioccolata. Che cosa insignificante nel complesso di una guerra mondiale. Che cosa grandiosa per bambini costretti nei rifugi in montagna ad aspettare che finisse.
Siamo gente che dà valore ai bambini, che dà valore al futuro.
I commenti. Cibo spazzatura. Che sapore avrà avuto quel panino o quel gelato per un bambino chiuso da due mesi in casa, se è fortunato con un giardino? Fargli fare un giro in macchina, farlo stare anche in fila, in piena sicurezza visto che non incontra nessuno, ma almeno questo gli si può dare? Oppure siamo tornati al cibo di Nonna Papera, solo quello? Siamo gente che spesso non riesce ad avere una visione globale della situazione, anzi non si sforza proprio di tentare un altro punto di vista.
– Il mare e la pista ciclabile. Questa mattina pullulava di cinghialoni (termine ormai consacrato nel gergo comune). Gli stessi di prima, un po’ più sobri. Meno abbronzati, meno sudati, meno sfrontati. Persone normali che corrono un po’ e non si vergognano di essere normali. Siamo gente normale.
– La stazione di Latina. Un tempio della compostezza. Con l’indicazione di dove posizionarsi. Sui treni si possono sedere tutti e stare comodi. Un quadro che ti fa venire voglia di andare a Roma senza un motivo, solo per il viaggio in treno. C’è ancora bisogno dell’autocertificazione e temo che un «Volevo provare un’emozione sconosciuta» non sia sufficiente. Siamo gente composta se ce ne danno la possibilità. Quando, e a settembre ce ne sarà da raccontare, riapriranno le scuole, vedremo se tanta spiritualità del viaggio sarà compatibile con il pendolarismo degli insegnanti.
– La letteratura da social che aveva fantasticato sul meraviglioso giorno è rimasta scolpita nei post, vale a dire dimenticata. Quel tripudio di “torneremo ad abbracciarci” è stato maestosamente smentito dalle misure di distanziamento sociale, mascherine e guanti. Per tornare ad abbracciarci ci vorrà ancora qualche mese. Siamo gente a cui piace immaginare, poi accada quel che accada. Sicuramente non giugno, probabilmente neanche luglio, forse agosto, meglio dopo ferragosto e chissà se lo faremo così gioiosamente mentre i virologi ronzano più o meno all’unisono: in autunno il virus potrebbe tornare. A settembre da qualche parte è già autunno, quindi gli abbracci sono rinviati a data da stabilire.
– I notiziari. Questa mattina facevo spesa all’Eurospin quando è andato in onda un radiogiornale. In quel momento mi trovavo esattamente nel reparto biscotti e cioccolata. «Secondo Coldiretti, gli italiani avrebbero di media preso almeno 2 Kg a causa del lockdown. Sedentarietà, buona cucina e boom del cosiddetto “comfort food“, ovvero un’alimentazione ricca di calorie, zuccheri, grassi e carboidrati». Mi è venuta voglia di tornare al reparto frutta e verdura per riporre l’insalata e le mele che avevo già messo nel carrello. E insomma, che modi. Terrorismo psicologico. Avremo anche due chili in più, ma anche se fossero quattro, se non ci sono particolari patologie non succede proprio niente. Siamo gente alle volte priva della giusta tempistica. Quel messaggio sarebbe stato opportuno tra qualche giorno, oggi in questo limbo vogliamo mangiare al Mc Drive e prenderci un cappuccino e cornetto da asporto. L’ho fatto. Al mare. Cappuccino buonissimo, cornetto datato 9 marzo 2020. Ma va bene così.