I volontari antimovida e la repubblica dei vopos (Davide Felicepenna)

I volontari antimovida e la repubblica dei vopos (Davide Felicepenna)

26 Maggio 2020 0 Di Fatto a Latina

Secondo alcune informative che mi giungono che dai nostri agenti alla sede di Karlshorst , anche il compagno Erich, ancora vivo e vegeto nonostante le false notizie sulla sua morte nel 1994, avrebbe approvato con entusiasmo la scelta del governo italiano di arruolare 60.000 guardie civiche da impiegare nella battaglia per il contenimento del Covid 19.

Fortunatamente per i tedeschi e per il mondo occidentale però, oltre a non essere ancora in vita il leader comunista Honecker, non è nemmeno più operativa l’odiosa Stasi ed ha chiuso i battenti, da almeno trent’anni, la DDR, quella che tutti abbiamo conosciuto come Germania dell’Est.

La mentalità di quell’orribile paese-caserma però sembra essere sopravvissuta dove meno te lo aspetteresti, ovvero nel mondo occidentale, e la crisi del Coronavirus ha rivelato quanto le classi dirigenti, inconsapevolmente o no, ne siano influenzate.

Al netto della effettiva realizzazione (sulla quale è lecito dubitare) del progetto “assistenti civici” e delle note comiche di contorno (tipo un Ministro degli Interni che si dichiara all’oscuro dell’iniziativa), rimane un scenario che dovrebbe farci riflettere, se lo colleghiamo alle iniziative intraprese negli ultimi novanta giorni.

Le classi dirigenti italiane, sia a livello centrale che periferico, hanno risposto ad una crisi sanitaria grave e che certo richiedeva strumenti emergenziali, in modo esclusivamente poliziesco e senza che nessuno, analista o intellettuale, ne mettesse in dubbio efficacia e legittimità; nonostante gli stessi scienziati che hanno “imperversato” sui mezzi di comunicazione abbiano più volte dimostrato (qualcuno lo ha onestamente anche ammesso) di averci capito poco del virus che arriva da Wuhan.

Un intero popolo è stato messo per due mesi agli arresti domiciliari a seguito di un provvedimento amministrativo firmato da un uomo solo, Giuseppe Conte; tranne Sabino Cassese, nessuno ha fiatato in merito alla costituzionalità di un fatto del genere, nemmeno tutti i grandi costituzionalisti pronti a spiegarci, quando si vuol modificare anche un solo comma di un articolo, che la nostra è la Costituzione più bella del mondo ed è intoccabile.

I governatori di alcune regioni del Sud (che tra l’altro in tema di legalità ed ordine pubblico avrebbero qualche situazione più antica da risolvere) sono arrivati a: minacciare di avocare a sé la gestione delle forze dell’ordine, promettere di respingere i loro concittadini che avessero cercato di tornare dalla Lombardia nelle città d’origine, cercare di far sequestrare materiale sanitario legittimamente acquistato dai governatori di altre regioni.

Alcuni sindaci hanno fatto sorvolare da droni spiagge ed aree verdi cittadine, alla ricerca di violenti podisti solitari o di pericolose mamme coi bambini.

Diversi amministratori pubblici (i più feroci incredibilmente quelli di area progressista) nel tentativo di imitare, penosamente, O Governatore De Luca ( che in verità ha il pregio di essere se stesso sempre, Covid o non Covid), si sono lasciati andare, durante lunghe dirette a mezzo social network, ad atteggiamenti e toni che , tra il paternalistico ed il repressivo, ricordavano certi caudillos sudamericani o il defunto (per fortuna pure in questo caso) Idi Amin Dada.

Il Parlamento è stato riunito per discutere di decisioni già prese e solo su espressa insistenza del Presidente della Repubblica, che ha dovuto accogliere le rimostranze di un opposizione sicuramente sgangherata e confusionaria, ma che su questo aveva ragioni da vendere

Intellettuali e filosofi hanno firmato appelli a favore delle misure adottate dal governo, spiegando che chi non le approvava era in automatico da considerare una sciagurato che metteva a repentaglio la vita di tutti oltre che un transfuga in bello.

Tanti scrittori, musicisti ed attori che avevamo conosciuto come cantori della libertà e fautori del permissivismo contro il proibizionismo fascista, hanno dato prova di una feroce ed inaspettata propensione sbirresca contro i nuovi pericolosi devianti: bambini che giocano all’aria aperta, giovani che si baciano e stanno in comitiva, ciclisti , manifestanti.

La proposta delle guardie civiche sarebbe la ciliegina sulla torta della nuova DDR.

Dunque via libera agli assistenti civici, ma con che compiti e con quali ruoli?

Arruoliamo dei volontari per istituzionalizzare la delazione? Diamo ad un privato, con una fascetta sul braccio, il compito di segnalare per la sanzione un commerciante o un ristoratore perché i suoi clienti non indossano la mascherina o stanno troppo vicini?

La prossima mossa? Facciamo affiancare gli assistenti civici da pattuglie di paracadutisti armati per verificare che qualcuno non respiri troppo vicino ad un altro avventore di un bar e fucilarlo sul posto? Vogliamo trasformare Milano nella Belfast al tempo di Bobby Sands o Roma nella Berlino dei Vopos? Ammettiamo l’uso delle verifica delle celle telefoniche per capire se chi passeggia affianco in strada sia parte di un affetto stabile o uno sciamannato diffusore di virus, oltre che immorale e lussurioso fedifrago?

Le mie sono ovviamente provocazioni, almeno spero, ma la questione esiste: La paura può spingere i governanti di un paese moderno e democratico a trasformarsi in novelli Mielke e noi cittadini a scambiare sicurezza (che in assoluto non esiste) per libertà?

Davide Facilepenna