Il miracolo della penna

27 Novembre 2020 0 Di Lidano Grassucci

Il miracolo era la mano che guidava una penna. Una di poco valore, una biro, che si usa e non ne rimane neanche il ricordo, si butta via. Una volta le penne erano “tenute” e la china ne avvolgeva la punta per l’abilità dello scriba, poi no, poi la pallina fa l’amore continuo con l’inchiostro e non sbava. La mano guidava la penna e la penna tracciava i segni sul foglio bianco non della mano ma della testa dello scrivente. Guido la mano a scrivere “piano”, e il segno sul foglio è informe ma se lo guardo, comunque lo guardo, la mia testa sente lentezza, o l’inizio di quell’incastro che fanno i tasti del “piano” che sa diventare forte. Il miracolo è questo segno che si fa idea, e poi lo vedi davanti a te come fosse con te. Il miracolo è questo far l’amore della testa con i segni che chiamano idee, idee bislacche o serie, ma idee. E la distanza? Il miracolo è telematico, non ha confini, e sono a Parigi, se scrivi Parigi, a Mosca se scrivi Mosca. Cosa vuoi dire? che se scrivi bacio, baci? No, no, no non sono mica illuso, anzi no mi sbaglio, se scrivi bacio senti lo scoccare delle labbra e capisci la differenza tra il bacio che si dà all’affetto per i bimbi e quello audace degli amanti e quello silenzioso e triste degli addii. Scrivere è miracolo, è trasformare niente in tutto, è volare stando seduti su una comoda poltrona. Pigrizia scrivere? No, c’è dietro l’audacia insondabile di pensare, di rischiare di ardire in quello spazio del pensiero che è la libertà, come volo lungo di albatros.
Il miracolo che se poi passa il tempo, il vento, i soli, apri il foglio e non c’è più la testa che lo ha scritto, lo trovi intonso e vivo come se Antonio qui ed ora stesse amando Cleopatra, come se Circe avesse qui ed ora la passione per Ulisse. Scriviamo per vedere il miracolo eucarestia di segni che si fanno cose, come trasformare vino e pane.
Un miracolo, per questo si scrive? Mica lo sai quando lo fai, ma ogni lettera ha il suo indirizzo la sua meta. Serve per fermare l’idea o il fatto per tenerlo così, per sempre e forse non lo leggerà nessuno e tu mai lo rileggerai, ma è lì che vive ogni qualvolta un occhio lo percorre e non vede segni ma parole.
Il miracolo è una penna biro, un foglio bianco, ed uno che scrive al vento del suo dolore, o da le facce del suo amore, nella speranza che non resti là.
Il miracolo laico è questo racconto miracoloso.