Danilo Carpanese, la storia della “Casa del Disco”

Danilo Carpanese, la storia della “Casa del Disco”

29 Novembre 2020 1 Di Emilio Andreoli

A Latina molti negozi sono entrati nella storia, la maggior parte lo sono entrati con i cognomi delle famiglie, e ogni cognome veniva associato ai prodotti che vendeva. Se dicevi Porfiri, erano stoffe; Figini, dolci e pasticcini; Benedetti, supplì e calzoni; Pacifico, pesce e surgelati; Andreoli, elettrodomestici e televisioni ; e così via. Scusate se con una punta d’orgoglio ho messo anche il mio… tanto ormai non è più pubblicità. C’è stato però un negozio che non ha portato il cognome di qualcuno, ma che è entrato lo stesso nella storia della nostra città. Un negozio che per cinquant’anni ha venduto emozioni, si chiamava “La Casa del Disco”. E io vi voglio raccontare di chi ebbe quell’idea innovativa. Questa è la storia di Danilo Carpanese che ora è in pensione, ma che ancora vive in mezzo ai suoi dischi e ai suoi ricordi.

 

Erano gli anni cinquanta e la musica stava cambiando, in tutti i sensi. Stava arrivando il boom economico, che avrebbe trasformato tutto, anche i gusti musicali. Ma qual è la data certa di quella trasformazione musicale che ancora oggi ne avvertiamo l’influenza? È il 6 luglio del 1957, quando in una chiesa di Liverpool si incontrano John Lennon e Paul McCartney. Stavano nascendo i Beatles e un paio di anni dopo i Rolling Stones. Le due band inglesi conquisteranno il mondo e riusciranno addirittura ad influenzare i musicisti americani, che allora suonavano il rock ‘n’ roll, che prendeva origine dal blues, dal country e dal Jazz.

Negli anni sessanta arrivano anche le discoteche, dove non si ballano più solo i lenti, ma anche il nuovo ballo che arriva dall’America, lo “Shake”. La gente ha voglia di divertirsi, gli anni bui sono finiti e la fine della guerra è sempre più lontana. Anche a Latina c’è voglia di divertirsi e di ascoltare musica. In ogni bar, e anche nei pochi locali del lungomare, c’è un Jukebox. Un grande macchinario illuminato che contiene fino a duecento dischi da 45 giri, basta inserire una monetina per ascoltare quello preferito.

Danilo Carpanese insieme a Stevie Wonder

I ragazzi per fare colpo sulle ragazze scelgono le canzoni romantiche del momento. I giradischi iniziano ad entrare nelle case, ma i dischi chi li vende? A Latina solo qualche negozio in maniera marginale. Ed è allora che Danilo Carpanese ha l’intuizione giusta, il 30 maggio del 1966 inaugura il suo negozio, “La Casa del Disco” che diverrà uno dei punti di maggiore aggregazione della città.

La storia di Danilo Carpanese

Danilo Carpanese nasce a Littoria il 7 febbraio del 1939, è il quinto di sei figli. La sua famiglia proviene dal Veneto, precisamente da Monselice, provincia di Padova, ed è arrivata una settimana prima dell’inaugurazione della città nuova. Al papà gli hanno assegnato  un podere a Borgo Isonzo. La suola elementare la inizia a frequentare in ritardo a causa della guerra.

A dodici anni è in quinta elementare e ha una giovane maestra terribile, che arriva sempre in ritardo, ma che non accetta ritardi dagli alunni. Di frequente punisce una sua compagna di classe un po’ più grande di lui. Una bella ragazza che deve inginocchiarsi spesso sul brecciolino, per espiare la colpa di essere troppo graziosa rispetto alla bruttezza dell’insegnante.

Gianni Morandi e Danilo Carpanese

Danilo non sopporta ingiustizie e un giorno, quando la maestra si presenta davanti a lui per un ritardo e con la bacchetta gli chiede di aprire le mani, lui non ne vuol sapere. Al secondo diniego la maestra lo colpisce tra il capo e il collo per ben due volte. Lui allora le afferra la mano, la spinge, e la fa cadere all’indietro. Le sfila la bacchetta, la spezza in due, e la getta dalla finestra. La maestra diventa di mille colori e gli grida che il giorno dopo dovrà essere accompagnato dai genitori.

Torna a casa, ma non ha il coraggio di dirlo, lo confida solo al fratello che è molto più grande di lui: “Di alla maestra che se vengo io le do il resto” gli dice. Il giorno dopo la tiranna chiede spiegazioni dell’assenza dei suoi genitori, e lui le risponde con le parole del fratello. Il giorno successivo la maestra sarà allontanata da quella scuola a causa dei suoi ritardi, e per le lamentele delle sue colleghe.

La sua esperienza scolastica, Danilo la finirà quell’anno.  Inizierà a lavorare perché a casa non ci sono soldi, vivono nel podere ancora senza energia elettrica. Trova lavoro come ragazzo di bottega  in un negozio di elettrodomestici, e riparazioni, in via Eugenio di Savoia, ed è lì che poi conoscerà mio padre appena arrivato dal suo paese.

Danilo e mio padre, un’amicizia lunga una vita

Danilo ha passato l’ottantina, ma conserva una memoria infallibil. Ricorda date, fatti e misfatti della Latina che fu. Per me è sempre un piacere incontrarlo, e poi Danilo è la prima persona che mio papà ha conosciuto appena arrivato dal suo paese, il suo primo amico:

Tuo padre arrivò a Latina il 2 dicembre del 1952. Io lavoravo da Seripa che aveva un negozio di elettrodomestici  che si chiamava “Radio luce”. Serviva un tecnico, perché in quattro mesi ne erano morti due, un certo Bellini di infarto e uno soprannominato “scintilla”, di incidente stradale su via Piave. E allora chiamarono tuo padre sotto consiglio di Paparcone. Io lo prendevo in giro, gli dicevo di stare attento che poteva essere il terzo, e lui mi tirava sui piedi tutto quello che gli capitava a tiro. Quando il signor Seripa mi chiese come andasse il nuovo tecnico, io gli risposi che non c’era paragone con quelli che lo avevano preceduto, perché riparava il doppio dei prodotti nella metà del tempo. Una volta, come premio, ci portò a mangiare alla Padovana. Io e tuo padre mangiammo così tanto che dopo pranzo, ce ne andammo a camminare sul lungomare per smaltire tutto quel cibo, che noi non avevamo mai visto prima. Poi il negozio venne rilevato da un certo Ciofi nel 1955, e mandò tuo padre a fare un corso a Milano per un anno, e a me invece, nel 1958, a lavorare in un negozio che aveva a Roma”

inaugurazione rinnovamento Casa del Disco 1975, a destra Danilo, al centro mio padre Pasquale Andreoli

 Quando hai iniziato a pensare di vendere dischi?

 Fu lì a Roma che conobbi tante persone che lavoravano nelle case discografiche, perché vendevamo anche dischi e mi appassionai a quel settore. A marzo del 1959 tornai nel negozio di Latina rilevato nel frattempo da Papetti, perché Ciofi aveva fatto un po’ di casini, aveva contribuito al crack della Cassa di Risparmio di Latina. Fino al 1964 Papetti mi affidò il settore dei dischi, dove feci ancora più esperienza. Poi il negozio lo chiusero perché lo stabile doveva essere abbattuto per far posto al palazzo dove aprirono Latin Moda. E nel 1966 aprii il mio primo negozio che chiamai La Casa del Disco, in Corso della Repubblica, sotto al palazzo D’Ercole.  Dopo tre anni scoppiarono due bombole, nella pizzeria accanto, che mi distrussero il negozio, un danno di novanta milioni di lire che nessuno mi ripagò. Mi ripresi a fatica, ma le cose andarono bene, e nel 1975 mi ingrandii di un’altra vetrina. Nel 1986 mi trasferii in via Carlo Alberto. Il secondo negozio lo aprii al centro Morbella, poi il negozio di via Carlo Alberto lo cedetti ai miei due dipendenti Carlo e Lallo. Internet negli anni 2000 ci diede il colpo di grazia. Di quegli anni fantastici ricordo con piacere tutti i big che ho conosciuto, da Gianni Morandi a Stevie Wonder, ma anche Sergio Endrigo e Riccardo Cocciante, che mi invitò una sera a cena, insieme al suo discografico, nella sua casa romana. Inoltre ricordo con piacere i cinque anni che feci da giurato a Sanremo

Danilo è ancora un grande appassionato e profondo conoscitore di musica. Passa la maggior parte del tempo nel suo garage in compagnia dei suoi dischi da collezione, con il computer acceso in cerca di nuovi talenti. Per anni ci ha venduto emozioni, perché la musica è emozione. E chissà quanti si sono innamorati ascoltando quei dischi che ci ha venduto, e che ballavamo nelle festicciole private.

Ringrazio Danilo per i racconti e per le foto.