Latina/ Dall’Albero di Natale nei borghi alle Nuove Circoscrizioni di Emilio Ciarlo

Latina/ Dall’Albero di Natale nei borghi alle Nuove Circoscrizioni di Emilio Ciarlo

5 Gennaio 2021 0 Di Fatto a Latina

Nella foto Emilio Ciarlo

L’Associazione Minerva e la Confcommercio promuovono da tempo iniziative originali e intelligenti che
sembrano cogliere prima di altri e in modo più semplice, diretto e popolare, la nuova dimensione di tempo,
spazio, socialità e umanità sulla quale il COVID ci sta spingendo a riflettere.
Il Palio o il regalo di un albero di Natale nei Borghi fanno il paio con l’idea di stimolare l’acquisto nei piccoli
negozi sottocasa, nei vecchi alimentari di quartiere e periferie fino ad oggi trascurati ma che potrebbero
rapidamente recuperare smalto e ruolo nella città in cui “sei 5 minuti distante da ogni cosa”, come dice il
nuovo slogan di Copenhagen. Si tratta di riscoprire il valore del commercio di prossimità, come si
propongono Confcommercio e Minerva, sia per la redistribuzione degli acquisti in un momento di ridotta
mobilità, sia per una nuova solidarietà con le persone che tengono vivo il quartiere. D’altra parte sono idee
e cambiamenti che risuonano bene con altre proposte che riprendono oramai a circolare con forza:
l’infermiere di quartiere o di comunità, immaginato dalle linee guida approvate dalla Conferenza delle
Regioni, il rafforzamento (sarebbe da dire finalmente) di una vera sanità territoriale che superi un modello
centrato solo su pochi e grandi ospedali ma anche l’idea, promossa dai giovani di “Respiro” a Latina, di
promuovere centri di aggregazione e servizi digitali diffusi per chi non ha le condizioni migliori per studiare
e lavorare da casa. Persino il progetto delle “Case di quartiere del Comune”, spero non arenatosi in quello
spazio che c’è sempre tra il dire e il fare, intende andare in questa direzione.
Il quartiere, così come i Borghi a Latina, diventa quella dimensione intermedia tra “l’andare al centro” (che
sia Roma o piazza del Popolo) e lo stare a casa da soli, con il proprio wi-fi, che è uno spazio da ricostruire,
per avere una città più vitale e non separata tra una sorta di “acropoli” elitaria dentro la circonvallazione e
“non- luoghi” anonimi nelle periferie.
Se è così, allora, dobbiamo anche avere il coraggio di pensare seriamente al tema della partecipazione
democratica di quartiere e di Borgo e a quei luoghi di discussione e confronto che la Legge, in ossequio alla
forza del populismo e della demagogia mediatica anti-spreco, eliminò nei primi anni 2000. L’abolizione delle
circoscrizioni per le città al di sotto dei 250.000 abitanti, portò al sostanzioso risparmio di 0.50 centesimi a
cittadino (!!), non senza pagare il prezzo di lacerare una trama di esperienze, partecipazione e vita
democratica che non è mai più stata colmata. Nè da consulte dei giovani o degli immigrati né da Bilanci
partecipati o incontri estemporanei o tour dei Sindaco nei quartieri (qualora ci siano stati).
Diverse città hanno messo in piedi Consigli Territoriali di partecipazione, consultivi o con blandi poteri di
iniziativa, che hanno tentato di reinsediare una “democrazia di prossimità”. A Latina l’idea e l’esperienza
della Consulta dei Borghi, spontanea, si iscrive in questa visione e d’altra parte il programma dello stesso
Coletta prevedeva la scrittura di un Regolamento dei Consigli di quartiere di cui io però non ho trovato
traccia.
Non dobbiamo dimenticare che una città diffusa e senza mura, con una estensione territoriale tra le più
importanti in Italia, dalle colline al mare, con una crescita irregolare e vorticosa ha più delle altre bisogno di
partecipazione, legami sociali, luoghi di discussione, palestre di classe dirigente per costruire la comunità.

Emilio Ciarlo