
Elezioni a Latina: il neo modello plebiscitario del fortunatissimo Coletta
12 Gennaio 2021Non scrivo di politica da tempo, per la ragione che mi piace la politica delle cose e non la politica che parla di se stessa e su se stessa. Ma questo è il mio, sporco, mestiere e lo devo pur fare. Lo faccio cercando nelle cose, nelle evidenze perchè i segreti non ci sono, soprattutto in una giornata in cui è uscito il sole come oggi.
A Latina si voterà in primavera o giù di li, un mese prima bisogna fare le liste e siamo quasi a febbraio. Le chiacchiere stanno a zero: c’è un solo candidato sindaco, il sindaco Damiano Coletta.
Su di lui, dopo gli arabeschi che tanto animano le sinistre del mondo, c’è la convergenza anche del partito democratico, c’è l’evidenza di un sostegno dei 5 stelle e c’è lui, Coletta, che già sindaco è.
Gli altri? Sono come l’oro delle valli piemontesi, si sa che c’è, qualcuno lo cerca, quasi nessuno lo trova e chi ne ha memoria ne ha “pesato” tracce.
Il centrodestra “annuncia” unità, soluzioni. Ma se annunci non hai in mano nulla. Semplicemente Forza Italia, Lega, e Fratelli d’Italia a Latina sono condomini ma il condominio non si riunisce mai, per la ristrutturazione della facciata tutti dicono di avere l’architetto giusto, ma di lui non si sa nulla, altri aggiungono di aver fatto anche domanda per il superbonus del 110%, ma se chiedi: chi sta preparando le carte, nessuno risponde. Nessuno sa.
Quindi, ad oggi, c’è Coletta e un ectoplasma, un fantasma. Rischiamo di andare alle elezioni non sul modello della democrazia competitiva d’occidente ma sul plebiscito confermativo alla coreana, alla russa. Del resto a Latina non siamo fascisti, democristiani, comunisti ma semplicemente schierati sempre con la vittoria, governativi, e per dirla alla corese: articolo quinto, chi tè magni ha vinto. Ed ora per le mani la città la tiene Coletta.
Sconcertante ma è la dura verità.