Giano e guardare il mondo senza nuca almeno bicolore

Giano e guardare il mondo senza nuca almeno bicolore

1 Febbraio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Che anima mi tocca?

Che anima mi ha toccato?

Esiste un Dio dei romani che ha due volti e lui è uno solo, Giano. Ho sempre pensato al fatto che lui, Giano, fosse un tipo strano. Poi col tempo lungo, il grigio di questi giorni, il male che si avvicina e tutto pare mutare in un gelo angosciante, quel dio “bicolore” l’ho capito nella sua trasparente verità davanti a ipocrite realtà.

Ed ecco Giano, il gigante, lui che è l’io ardimentoso, che mostra il volto al vento ma anche, non visto, l’altra faccia che cerca di fuggire. Come un guerriero che mostra il petto al nemico, e lo stesso che pensa ad incontrare un amico. Due facce, due vite, in un solo Dio che ti confonde anche a pregare. Eccolo il Dio meno ipocrita che sia stato mai pensato perchè è sempre nella faccia giusta. L’uomo fatto e serio, ma anche il bimbo giocoso, l’ardimentoso, ma anche lo stesso che si vuole tirare indietro per il suo altro davanti ed è sempre con la faccia nel verso giusto.

Come fa un dio così a parlare con il mondo, a riconoscerlo a sentirlo. Ci vorrebbe una ninfa, una dea, una maga, una avventurosa creatura capace di avere due colori in un’unica veste, di avere due modi di vedere un’unica strada e cercare, cercare, di nuovo cercare e trovarsi sempre di faccia. Capace di fare di apparente antipodi il medesimo sguardo sempre perennemente bello.

Siamo Giano ma non ce lo diciamo, oppure siamo l’ottusa attesa di una ovvia difesa di ufficio e ci giustifichiamo di essere sani.

Era mare ed era bosco, era nero del mare profondo e rosso come una speranza a venire. Come un dio romano che non mostra mai la nuca, come una ninfa che di contraddice nella sua coerenza di essere figlia di bellezza e la bellezza non è mai banale.

PS: Anna Giorgi mi ricorda che a Sezze si usa l’espressione m’agGiano che vuol dire per lo spavento cambio volto