Virgilio Silvestri e il suo “Impero”

Virgilio Silvestri e il suo “Impero”

14 Febbraio 2021 0 Di Emilio Andreoli

Latina bisognerebbe saperla immaginare nel futuro, questa è una prerogativa fondamentale, ma prima, secondo me, è necessario conoscerne la storia, non solo la storia della bonifica e della fondazione. Necessaria è la storia delle persone, di quelle che hanno partecipato al tessuto economico e sociale in questi lunghi, o brevi, ottantotto anni. Virgilio Silvestri, di cui vi sto per raccontare, ne fa parte a pieno titolo perché la sua storia in questa città iniziò prima dell’inizio, di quando Littoria era poco più di un’idea. Era un giorno d’estate del 1932, e a Roma, in una trattoria vicino alla stazione, un ingegnere cerca di convincere il gestore, suo amico, a trasferire l’attività in mezzo al nulla. Quel gestore si chiamava Virgilio Silvestri…    

A Latina ci sono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, e allora se hai un po’ di immaginazione ti ritrovi proiettato nel passato. A me capita spesso e non nego l’emozione che sfiora la commozione, sarà forse l’età che avanza. Mi capita anche riguardando vecchie foto in bianco e nero della mia città, mi emozionano soprattutto le persone, immagino di essere lì con loro, avvertire l’aria di quel giorno, ascoltare i loro discorsi.

Anni ’30 Ristorante Impero, tavola imbandita sotto i portici di Piazza della Libertà

Qualche settimana fa sono andato a comprare le sigarette al Bar Di Russo, in Piazza della Libertà. Uscendo mi sono soffermato a guardare sotto i portici cercando di ricordare le vecchie botteghe. Poi ho guardato il lato opposto e leggendo l’insegna del primo ristorante della città “Ristorante Impero” mi è scattata la molla, dovevo conoscere e raccontare la sua storia. Così ho attraversato la strada e mi sono diretto lì.

Il carretto con il cavallo che portava il vino al ristorante “Impero” che arrivava da Genzano

All’ingresso del ristorante ho avuto un attimo di esitazione, non ricordavo più se eravamo in zona gialla o arancione, che casino questa pandemia, una confusione mentale totale. Poi una gentile signora, con il grembiule e il cappellino da cuoca, mi ha invitato a entrare, ed è lì che mi è parso di tornare indietro nel tempo, era un po’ che non varcavo quella soglia.

Virgilio Silvestri e l’arrivo a Littoria

Virgilio Silvestri nasce a Genzano il 5 gennaio del 1891, da giovane apre una trattoria a Roma, vicino la stazione Termini. La zona è ottima e anche la sua cucina che è prettamente romana. Non immagina neanche lontanamente che un giorno la sua attività andrà a finire in un luogo dove regnano solo acquitrini e zanzare. L’Agro Romano e quello Pontino li conosce solo per zone di palude e mai sarebbe andato in quei posti.

Virgilio Silvestri 1891-1984 seduto ai tavolini del suo ristorante “Impero”

Ma la vita è sempre ricca di sorprese. Iniziano i lavori di bonifica che durano qualche anno. Un giorno si presenta nella sua trattoria un suo amico, l’ingegner Baldoni, che sta collaborando per la realizzazione di una nuova città. Gli spiega cosa sta accadendo in quella ex palude e cerca di convincerlo a trasferire la sua trattoria lì in mezzo al nulla. Virgilio ascolta affascinato i racconti dell’ingegnere e decide così di andare a vedere di persona, insieme alla sua inseparabile moglie Ersilia.

Quello che trova è solo un enorme cantiere, ma con migliaia di operai, e tecnici, e questo lo conforta, perché da quelle parti non c’è ancora nessuna trattoria. Decide così di seguire il consiglio dell’ingegnere che gli progetta un capannone, con al piano superiore alcune stanze per l’abitazione. Il luogo è a trecento metri dove sorgerà la piazza principale. Inizia così la sua avventura a Littoria, quando la città non è ancora stata battezzata.

Il luogo del capannone di Virgilio si trova dove poi nasceranno i giardinetti. Rimarrà lì per due anni, il tempo di costruire Piazza XXIII Marzo (Piazza della Libertà) e i palazzi dell’INA, dove trasferirà il ristorante nel 1934. Lì, in quegli anni, passeranno le più alte cariche del regime, ma anche le delegazioni straniere che verranno a visitare Littoria. Mangeranno da lui anche il Duce e il Principe Umberto di Savoia. Negli anni successivi sarà meta di politici locali di tutte le ideologie, nonostante il nome, “Impero” evochi altri tempi.

Iris Silvestri classe 1922 figlia di Virgilio

L’incontro con Iris Silvestri una “ragazza” di novantanove anni

È mezzogiorno, quando arriva Iris Silvestri, la figlia di Virgilio, insieme alle due nipoti Paola e Fiorella Silvestri. Insomma una piena quota rosa alla conduzione del primo ristorante di Latina. Iris è nata a Genzano il 15 maggio del 1922. Come si dice dalle nostre parti, ogni giorno è sul pezzo e ancora oggi alla soglia dei novantanove anni va a controllare se in cucina sia tutto a posto. A stupirmi è la sua lucidità e la sua voglia di raccontare.

Iris, mi racconti un po’ di lei e della sua famiglia

 I miei genitori arrivarono qui prima dell’inaugurazione di Littoria, io e i miei due fratelli rimanemmo a Genzano con i nonni per un paio di mesi. Poi ci vennero a prendere e ci trasferimmo anche noi definitivamente. Io finii la quinta elementare nella scuola appena aperta in Piazza Dante. Abitavamo al primo piano del capannone dove mio padre aveva aperto il ristorante, si trovava dove oggi c’è la gelateria Polo Nord, poi quando finirono di costruire la piazza, il ristorante venne trasferito sotto i portici e inaugurammo il 17 dicembre del 1934, il giorno prima della proclamazione di Littoria a Provincia. Noi andammo ad abitare sulla circonvallazione vicino al distretto militare, dove mio padre aveva fatto costruire un bellissima casa di legno dal suo amico, l’ingegnere Baldoni. Ma ci rimanemmo per poco tempo, perché ci diedero in affitto un appartamento sopra il ristorante e per mio papà era molto più comodo”

Si dice che Benito Mussolini veniva spesso a mangiare al vostro ristorante, che mi dice di lui?

Il tavolo dove mangiò il Duce

 Che è una leggenda, il Duce venne solo una volta, quando inaugurarono la Provincia. Però lo ricordo come fosse ieri, era un bellissimo uomo. Da noi venne a mangiare in incognito anche il Principe Umberto di Savoia, ma il giorno dopo mio padre dovette andare in questura a comunicarlo perché quella era la prassi

Il biglietto autografato Principe Umberto di Savoia

Certo il nome del ristorante è imponente, ricorda quell’epoca

 E pensare che mio padre era repubblicano, non aveva mai avuto la tessera del partito fascista, riuscì ad avere la licenza grazie all’aiuto di due marescialli di pubblica sicurezza, uno dei quali faceva parte della commissione per le licenze. Gli disse: ”Silvestri come non potevamo darti la licenza, un valoroso volontario della guerra, decorato con due medaglie d’argento? Qui la roba è tutta per i combattenti. Ti spetta” fu così che Littoria ebbe il suo primo ristorante nel centro abitato

Interno ristorante “Impero”. Una tavolata dell’epoca

Della leggenda del furto alla Banca d’Italia cosa mi dice, visto che abitavate lì accanto

 Ricordo bene quella storia, i tedeschi cercarono di far saltare la cassaforte della banca, ma ci riuscirono in parte. I soldi volarono dappertutto e più di qualcuno se li prese nonostante fossero mezzi bruciati. Anche una nostra vicina di casa che riuscì pure a farseli cambiare. Poi andò via e non l’abbiamo più vista

I suoi clienti più affezionati?

 Uno dei più affezionati è stato il sindaco Ajmone Finestra, la domenica era immancabile, ma anche tanti altri professionisti, avvocati soprattutto, non vorrei fare nomi per non dispiacere ad altri. Ce ne era uno in particolare che prenotava sempre il tavolo dove aveva mangiato il Duce. Pensi che una volta tornò una coppia che festeggiava i cinquant’anni di matrimonio, portarono il menù della loro cerimonia e vollero mangiare le stesse cose, per noi fu una grande soddisfazione

Iris, lei ha vissuto due dopoguerra, come vede oggi il dopo virus?

 Allora il nemico si poteva combattere a colpi di cannone. Noi sfollammo a Norma e poi a Roma, quando tornammo la nostra casa era stata svaligiata, però era finita la guerra e la pelle era salva, ci sarebbe stata la ricostruzione. Oggi il nemico è invisibile, sinceramente  non la vedo molto bene la situazione

Da sx il cameriere Franco, la cuoca Tissen,     Fiorella, Iris e Paola Silvestri

Al ristorante “Impero” si mangia ancora come una volta, i tortellini in brodo, il bollito, la pajata romana, i carciofi e il baccalà fritti, la stracciatella in brodo, pasta e fagioli, sempre sotto gli occhi attenti di Iris e delle due nipoti Paola e Fiorella. Il cameriere è sempre lo stesso, Franco Caschera, da quarantadue anni, mentre lo storico cuoco, Alessandro Iacuele, è andato in pensione dopo averne passati cinquantasette in quella cucina, ma capita ancora spesso da quelle parti, perché le donne Silvestri sono una grande famiglia. Al suo posto la cuoca Tissen. Insomma se volete immergervi nella storia della nostra città sapete dove andare.

Ringrazio la famiglia Silvestri per la disponibilità e le splendide foto d’epoca