Il ponte: al di la dal fiume tra gli alberi

Il ponte: al di la dal fiume tra gli alberi

13 Febbraio 2021 0 Di Lidano Grassucci

L’amore è l’amore e il divertimento è il divertimento. Ma c’è sempre un tale silenzio quando muore un pesciolino rosso

Ernest Hemingway, libro Di là dal fiume e tra gli alberi

Non ci crederete, anche io faccio difficoltà a crederlo, ma sono stato piccolo e come ogni piccolo anche io ho sognato. Ho sognato di fare un ponte, sì un ponte. Guardate, una fissa. A chiunque mi chiedeva “ma cosa vuoi fare da grande?”, io puntuale rispondevo “un ponte”. Non che ne avessi visti di arditi, di particolari, ma mi affascinava l’idea che due posti da dove non si poteva venire o andare, con un ponte ci potevi passare.

Persone che erano destinate a non vedersi mai, invece si incontravano facile, facile e magari pure parlavano.

Sono alla presentazione del progetto di rigenerazione urbana fatto da Ater e Comune di Latina, il progettista Carlo Patrizio, spiega il progetto e parla di un ponte: un ponte per legare due pezzi di città sopra un fiume di auto, quello della Pontina. Un ponte che scavalla una strada grande come un fiume, difficile come una valle, profonda come le memorie di corsi d’acqua dimenticati. Un ponte, e lo immagino questo ponte che cammini “sull’acqua delle auto”, che stai “sospeso” si un mondo che si muove a 100 allora. Che bello sarebbe se pensassimo in termini di possibilità di accorciare le distanze e non in stazioni terminali. So bene che di questi tempi i ponti cadono giù, ponti nuovi non se ne fanno, quelli vecchi mettono paura, che tutti ci diciamo “ma in fondo a che serve spostarsi di qua”. Ciascuno con la propria sicurezza di non spostarsi di una virgola, di un passo. Dal ponte guardi giù, dal ponte guardi diritto dalla parte che non ha la direzione della strada e puoi fantasticare un poco.

Non so disegnare, le mie mani pare siamo fatte di qualcosa che non regge le cose, per fare i ponti ci vogliono grandi mani, mani grandi di cuori capaci di generose arcate.

Dio mi sono distratto, mi sono messo a ricordare, a non essere l’uomo serio che sono diventato davanti al bambino che ero stato con quei viaggi da gatti con tanto di stivali, di cavalli capaci di volare fino alla luna a cercare il senno dei folli e a condannare i bambini a diventare grandi e orchi, streghe e fate e… “di là dal fiume tra gli alberi” . C’è un tale silenzio quando muore un pesciolino rosso e resto da questo lato del ponte è stato bello vederlo realizzato, prima averlo pensato, ora ci si incontrano le cose, le persone che ne hanno bisogno.