E’ morto Bruno Bruni e Latina si fa più amara

E’ morto Bruno Bruni e Latina si fa più amara

4 Marzo 2021 0 Di Lidano Grassucci

Sono le 15.40 di questo giovedì senza segni tangibili di qualcosa di diverso. Mi scrive Emilio Andreoli: “Lidano, è morto Bruno Bruni… quello di Turi Rizzo”. Ma come solo pochi giorni fa è mancata la madre, Giuseppina Rizzo, solo pochi giorni fa mi ha mandato un grazie di quel ricordo. Ma come mi aveva promesso una cassata, una cassata grande da farmi leccare i baffi perché io avevo scritto che mi aveva offerto il caffè. Come, ma si può morire così, così senza “avvertire”, senza rumore. Della mamma avevo scritto “quando muore un pasticcere…” ora debbo domandarmi: “ma che mondo è se muoiono due pasticceri”. Anche se Bruno le “mani in pasta non le metteva, ma il profumo della vaniglia lo riconosceva”

Ma che città è la città che perde il suo dolce e resta con il suo dolore, che non ha il piacere della cannella, della cassata, della crema, del rum sul babà.

Bruno Bruni nel suo bar aveva visto passare una città intera, aveva visto con le autolinee tante città venire qui a scoprire che c’era un altro modo di trovare piacere nel palato, che c’era un altro mondo, un altro dolce.

Pantelleria sta dentro un mare di zucchero e canditi, di vino e fichi, di olivi e capperi. E qui a Latina c’era tutto un libro da scrivere, e Bruno l’ha scritto con i tempi dei greci, degli arabi, degli spagnoli.

Ora? C’è un angolo vuoto in questa città l’angolo di Bruno.

Ora? Ora mi piace pensare ad una madre e un bimbo che stanno insieme e lei gli insegna a pasticciare con la ricotta e lui che si immagina grande lontano da lì. Era morta una pasticcera, è morto un altro pasticcere è morto un amore tra una madre e un figlio un amore lungo, lungo una vita, un amore che ora si ricompone. Perché noi, noi della parte di questo mare che si segna il volto crediamo che ci rincontreremo.

Sono le 15.50, ho finito le parole di un dispiacere, Bruno mi ha donato una cassata per sempre quella del ricordo.

Ciao, Bruno.