I preti possono perdere la Fede ma non le Stellette

I preti possono perdere la Fede ma non le Stellette

25 Marzo 2021 0 Di Fatto a Latina

C’è un deputato del Repubblica che fa parte della IV Commissione permanente Difesa e che ho sentito alcune volte parlare dal vivo. Me lo ricordo, fino a un paio d’anni fa, “rivoluzionario” rispetto alla necessità di approntare una legge che regolasse il diritto di associarsi sindacalmente per i militari, come richiesto dalla Corte Costituzionale nel 2018.
Pare che oggi sia diventato molto più elastico ed attento alle esigenze delle “amministrazioni militari” (i cattivi dicono i diktat dei vertici militari), rispetto alla benevolenza passata verso le associazioni sindacali.
Io che sono rimasto sulle posizioni che lui sosteneva al tempo (che non sono rivoluzionarie ma in realtà costituzionali), ho smesso di seguirlo fino ad un suo trionfalistico annuncio di poche ore fa.
L’ex incendiario ( ma de che?) ha comunicato con orgoglio che le Commissioni Difesa ed Esteri della Camera hanno dato il loro via libera alla ratifica ed esecuzione di un nuovo protocollo tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze Armate. Grande successo della nuova Repubblica, finalmente laica no?
Prima, per tanti anni, ci sono stati nelle caserme d’Italia i cappellani militari pagati con uno stipendio dallo Stato Italiano (dai contribuenti in realtà ed ovviamente anche dai non credenti) ed inquadrati come Ufficiali (con tanto di gradi, uffici, autovetture ed attendenti a disposizione). Oggi con questo accordo invece, continueranno ad esserci ancora. Però udite dite, invece di 204 saranno da adesso solo 162 i preti con le stellette e verranno tra di loro ridotti i ruoli apicali (meno Generali e più Sottotenenti!) con un gran bel risparmio di spesa.
Certo, come dice qualche ateo impenitente, se le figure dei preti militari fossero state abolite del tutto il risparmio di spesa sarebbe stato totale e si sarebbe rispettato un principio strano che prevede che il desiderio di
spiritualità venga realizzato nella vita privata e non nei luoghi delle istituzioni. Chi dice questo però non ha letto sicuramente i punti salienti dell’accordo che da una svolta laica decisiva e che riporto parimenti: “La nuova disciplina
prevede che i cappellani curino la celebrazione dei riti liturgici e la formazione cristiana delle nostre Forze armate ma, allo stesso tempo, non potranno esercitare poteri di comando o direzione, né avere poteri di amministrazione.
Non porteranno armi e, di regola, indosseranno l’abito ecclesiastico, salvo situazioni speciali nelle quali sia necessario indossare la divisa” Mi sembra un gran passo avanti.

Non ci saranno più capitani gesuiti con casco da o.p. che guidano plotoni di carabinieri nelle cariche di ordine pubblico. Effettivamente stonava vedere un sacerdote ordinare agli uomini in divisa di manganellare gli occupanti abusivi di case a Roma, organizzati e benedetti pochi minuti prima dall’Elemosiniere del Papa Non vedremo più le feroci carmelitane passeggiare, tra i VAM dell’Aeronautica imbracciando i Fucili SC 70/90; uno spettacolo non molto
marziale scorgere il calcio dell’arma che spuntava sotto il velo nero e quei loro piedi scalzi in mezzo agli anfibi dei soldati. Forse però qualche volta vedremo ancora, in qualche circostanza speciale, un cappellano in basco e mimetica che impartisce una benedizione volante ai paracadutisti della Folgore prima del lancio da un C130J.

Davide FacilePenna