Che film la vita in un compleanno

Che film la vita in un compleanno

17 Aprile 2021 0 Di Lidano Grassucci

Grazie a mia madre per avermi messo al mondo

A mio padre, semplice e profondo

Grazie agli amici per la loro comprensione

Ai giorni felici della mia generazione

Grazie alle ragazze, a tutte le ragazze

Nomadi, Ma che film la vita

 

Dicono che gli anni si contano. E mi stancherei a farlo. Dico che gli anni si vivono e non mi stanco a raccontarli. Sapete scrivo, di tanto in tanto, di questa vita mia che non è dissimile da quella di ogni altro, non è meglio non è peggio, è mia. Di questo giorno, tanti anni fa, mia madre (si nasce in due, si muore soli e la differenza sono gli incontri nel viaggio), si sentiva che era ora. L’ospedale a Sezze, il paese dove sono nato, sta nel quartiere dove sono cresciuto ma con una salita dura, terribile, che da fare a piedi ti viene il fiatone. Allora presero un’apetta Piaggio e misero mamma nel cassone e quella fece da “ascensore”. Sarà per questo che mi piacciono i motori. Salì, quindi. E salire è stata un’altra fatica cui mi sono sottoposto partendo comunque dal basso. Arrivata su, decise il fato che era ora.

Tempi diversi dai tempi di oggi dì: Gagarin salutava la terra da un oblò, il Papa era un uomo di montagna e in America anche il presidente era figo, bello, bellissimo e tutto era destinato al blu.

Immaginate era un mondo in cui il Papa parlava alla luna.

Immaginate un mondo in cui un giovane presidente americano,  John Fitzgerald Kennedy diceva “Il mondo è molto diverso ora. Perché l’uomo stringe nelle sue mortali mani il potere di abolire ogni forma di povertà umana e ogni forma di vita umana. E ancora perché le stesse convinzioni rivoluzionarie per le quali i nostri antenati hanno combattuto sono tuttora in discussione in tutto il mondo: la convinzione che i diritti dell’uomo non vengano dalla generosità dello Stato, ma dalla mano di Dio”

Io ero nato e poco prima era nato Alfredo, figlio di un amico di mio padre che pareva che anche in questo si erano dati appuntamento, Gigetto e un piccolo mondo pieno di bimbi strani che solo a guardarci pensavano ad un mondo che sarebbe stato diverso.

Piccole storie nella grande Storia, ma su questa terra per tutti è così.

Poi gli amici, gli incontri. Il rumore e il silenzio. Va così, sta di fatto che sono qui e non conto, ma racconto e ogni volta non do appuntamento alla meraviglia che puntualmente mi si piglia. Di meraviglia in meraviglia, di eventi eccezionali in mondi normali e di incontri mai strani sempre nel momento giusto per ascoltarli e dire “dai andiamo”. Così è stato e pensare che il motore dell’apetta sul duro della salita sembrava buttare fuori col rumore la sua fatica, poi quando, di lì a poco, toccò a me non mi stancai e urlai di meno, perchè era lunga la partita.

 

Nella foto: mia madre Bruna Bergamin, lei c’era. Dedicato a mia sorella che dice che non la ricordo mai nostra madre.