La ragazza dell’isola sconosciuta
5 Luglio 2021Che dire, talvolta mancano le parole. Ci si sorprende all’arrivo nel porto non meno delle partenze. Ci si sorprende, in mezzo ci sono le cose della vita per come si incrociano.
La nave parte comunque e non aspetta i passeggeri, il piroscafo va per conto proprio in proprio, va. Inutile dire, aspetta, fermati, va via lontano e tu resti con un palmo di mano. Mancano le parole ai parolai, come la seta ai setai, come gli animali ai veterinari.
Le cose sono intrecci, pescherecci e non navi da crociera che buttano l’onda a chi cerca la vita per mangiare. Non conosco le regole del mare.
Jose Saramago racconta di una scommessa, la ricerca di un’isola sconosciuta in un mondo dove tutte le isole erano conosciute. Una cosa da non credere, impossibile ed il mondo era scettico, Re compreso, una utopia di un matto, di un visionario, di un cantastorie, di un pallonaro. Ma lei, si lei una ragazza, si affidò a quella follia, sapeva che l’isola sconosciuta non poteva esserci, nessun indizio, nessun calcolo nautico la raccontavano. Nulla, di nulla la confortava se non se stessa e la bellezza di una nave. Ma? Ma le cose si capiscono per mare, talune bugie percepite sono verità prossime, sono bugie perché incredibili in quel mare e con quelle isole. Invece sacchi di terra sul ponte di una nave e germogli, e grano e alberi. Chi avrebbe mai creduto a questo, lei, la ragazza, salì dal profondo della nave, aveva palazzi e forse anche oro nel posto da dove veniva, ma fuori, fuori dal buio della stiva trovò quello a cui non credeva. Ne era certa, nel buio hai certezza solo del buio.
Questa storia non è mia, io vi ho messo dentro un bisogno, un sentimento e nulla più, non insegna, non vuole insegnare, non predice domani, non ha rancori di ieri dice dell’apparente impossibile.