
La donna che si fece pensare
15 Agosto 2021Stella, stella bella del mattino
Scendi in fretta che è già l’alba
Scendi negli occhi di un bambino
Stella solitaria in mezzo al cielo nero come una lavagna
Dammi luce e quell’amore che mi asciuga e mi ribagna
Nel domani di questa notte, nostalgica malinconia
Parole scivolano dal mio cuore, cadono sopra un foglio
Fischia un treno che arriva alla stazione
Ho quasi finito la mia canzone
Scendi in fretta che è già l’alba
Scendi negli occhi di un bambino
Stella solitaria in mezzo al cielo nero come una lavagna
Dammi luce e quell’amore che mi asciuga e mi ribagna
Nel domani di questa notte, nostalgica malinconia
Parole scivolano dal mio cuore, cadono sopra un foglio
Fischia un treno che arriva alla stazione
Ho quasi finito la mia canzone
Lucio Dalla, Stella
Era una notte di stelle, il “giorno” aveva perduto il suo rumore. Quello che distoglie, imbarazza, umilia i pensieri. Il giorno confonde come fanno gli applausi anticipati al canto. Il giorno ha troppa luce, troppo rumore, interferisce.
Ora la stella cade giù, lui la seguì con lo sguardo. Va lunga nel cielo, fa scia, fa traccia, quasi vorrebbe dire di quel corso che la porterà a fare pioggia di luce.
Scivola nel cielo, scivola quel desiderio che rimane nella testa di bambini che mancano l’appuntamento con questa corsa.
Era una notte di stelle e parve che a cavallo di quella stella fretta ci fosse una regina ma non di regno ma di pensiero. Era dipinta da quell’uomo che aveva solo il naso all’insù.
Terza stella a destra, poi diritto fino al mattino, ma non viandante assolato, ma viaggiatore che prende la stessa stella di lei. Lui aveva il naso lungo come hanno gli spadaccini, aveva la rima come i trovatori di quelle lande dove il sì ha la pelle d’oca. Le lettere nascono da questi “trovatori” di stelle cavalcate. Lei nel cielo spada sguainata fece strage non di sangue ma di pensare, si fece pensare.
Si, non era mai capitato a lui, a lui che cercava di narrare questa vita un pensare che di faceva pensare, un desiderio che era dentro come invasore. La stella non corse la sua corsa, fu governata da lei nella fantasia ebbra di lui.
Si, lui nella notte delle stelle che cadono giù, venne da lui una regina che si faceva pensare, pensare. Era una notte di stelle, e in queste notti avvengono incontri unici, invasivi. Il trovatore fa cantare la sua gironda e canta di una regina che cavalcava le stelle e si faceva pensare.
Foto: Edward Hopper, una donna al sole del mattino