
Sezze/ Dibattito nel Pd: sul candidato sindaco non c’è stato Saragat
15 Agosto 2021Che cento fiori fioriscano, che cento scuole di pensiero gareggino
Mao Zedong
Se una falla si apre su una diga, tu devi tapparla non fermarti a cercare ragioni, cause, colpe. Bisogna fermarla. Poi, una volta messa in sicurezza la diga, il lago che insiste sopra e le case delle valli di sotto puoi discutere, arrabbiarti litigare, scontarti.
Sergio Di Raimo è sindaco uscente, si è dimesso lui, e si è ricandidato. Da marzo ad oggi non c’è stato a sinistra un contraltare, non dialettico, ma umano.
Le idee, le migliori al mondo, se non hanno l’uomo che le incarna sono niente. A Palazzo Barberini nel 1947 uscirono dei socialisti dal Psi in dissenso con al linea frontista (accordo con i comunisti), se tra loro non ci fosse stato Giuseppe Saragat quella uscita neanche ce la ricorderemmo, lui era l’unico ad aver letto Marx e ad averlo capito capirlo. Cambiò la storia, ma ci mise la faccia, i nervi, le ossa, non le teorie o il giusto e il torto. Non chiese a Nenni di farsi da parte, lo sfidò
Da marzo ad ora nessuno ha messo in campo faccia ed ha rischiato di perdere, è stato solo in campo Di Raimo. Può non piacere ma la sinistra non ha trovato Saragat e la battaglia si è fatta non guerra frontale ma bizantinismi elegantissimi, esteticamente puri ma senza gambe e faccia. Di Raimo ha giocato le sue carte, ma non si poteva pretendere che le buttasse sul tavolo rinunciando alla partita.
Se hai un uomo armato di fucile nascosto in una buca e incazzato nero per toglierlo da li ci vuole solo un altro uomo più incazzato di lui che lo mandi via.
Ora c’erano persone arrabbiate, ma nessuna è andata nella buca… nessuna sufficientemente incazzata. Negli eventi bisogna fare i conti con se stessi, vedere le ragioni della sconfitta e non recriminare su come ha combattuto l’altro fronte. Ora? Ora credo che mille agorà germoglino, che mille discussioni gareggino ma bisogna pensare a mettere in lista persone capaci, capaci di diventare Saragat se necessario. Sergio Di Raimo, può dispiacere (dispiacermi) ma ha fatto il suo, sono gli altri che non hanno fatto il loro. Anche la scritta alla fine “in ordine alfabetico” denota la mancanza di leader e per queste cose, permettetemi, uno che ci mette i mucco pe primo ce vo.
IL DOCUMENTO DELLA MINORANZA DEL PD
La decisione assunta dal Partito democratico di Sezze, del cui Direttivo facciamo parte, di aderire alla candidatura a
sindaco di Sergio Di Raimo è avvenuta con il voto della maggioranza del Direttivo e con il nostro dissenso (espresso
con voto contrario da alcuni di noi e con la non partecipazione al voto da altri).
Poiché finora abbiamo espresso le nostre posizioni all’interno del Partito e talvolta esse sono state riportate dagli
organi di stampa con la sintesi a cui spesso sono costretti, riteniamo possa essere utile esprimere pubblicamente le
ragioni di questa nostra posizione.
Fin da quando all’interno del Partito Democratico di Sezze si è cominciato a parlare di come affrontare queste
elezioni amministrative, la nostra posizione non ha mai posto attenzione al nome del candidato sindaco quale
questione primaria, convinti come siamo che prima vengono le idee e i programmi e soltanto alla fine i nomi delle
persone che meglio possano incarnare quelle idee e quei programmi.
Fin dall’inizio abbiamo posto una questione di metodo: cercare innanzitutto di creare una coalizione di centrosinistra
che si riconoscesse in valori e idee patrimonio comune della tradizione socialista e del cattolicesimo democratico,
ancora presenti in singoli cittadini, in associazioni, liste civiche e partiti politici con i quali condividere un percorso;
con queste forze elaborare un programma per il rilancio della nostra città, un programma che non comprendesse
tutto, cioè l’impossibile che si promette in occasione di ogni campagna elettorale, ma individuasse le priorità e la
loro effettiva realizzabilità alla luce della situazione concreta delle disponibilità amministrative; con queste stesse
forze, infine, e soltanto infine, andare a individuare e scegliere le persone che meglio potessero realizzare il progetto
elaborato nei ruoli di consiglieri comunali, assessori e sindaco.
Questa linea è stata formalmente accolta dal Partito attraverso la stesura di un documento approvato all’unanimità
dei presenti alla riunione del Direttivo in cui se ne discusse. Ma, di fatto, le modalità con cui il percorso è stato
intrapreso (mancato coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini) e i tempi lentissimi adottati hanno svuotato di
senso quanto programmato.
E infatti, nell’ultima riunione del Direttivo svolta in presenza, il tema posto è stato esclusivamente se aderire o non
aderire come Partito alla candidatura di Sergio Di Raimo già appoggiata da due liste civiche. Nuovamente in
quell’occasione abbiamo ribadito che per noi non si trattava di aderire o non aderire alla scelta di un nome, che non
si trattava di scegliere una persona al posto di un’altra ma di tentare ancora una scelta politica di coinvolgimento
delle forze di centrosinistra, anziché limitarsi ad accogliere potenziali “portatori” di voti, poiché vincere le elezioni
non è un fine ma un mezzo per amministrare bene una città.
Infine, in occasione della riunione decisiva del Direttivo, convocata online con sole 20 ore di anticipo, il segretario ha
proposto di votare un documento, ancora oggi non sappiamo redatto da chi, certamente non dai componenti della
segreteria nel quale il Partito sceglieva come candidato sindaco Sergio Di Raimo, ribadendo una linea esattamente
opposta a quella formalmente approvata nel documento iniziale: prima il nome e poi il programma, le idee e i valori
(di cui, infatti, ancora non si discute).
Riteniamo in questo momento di dover continuare a dare il nostro contributo al Partito democratico attraverso i due
aspetti che la scelta compiuta dalla maggioranza del Direttivo ha tralasciato: le idee e il coinvolgimento dei cittadini.
E riteniamo di poterlo fare utilizzando uno strumento che il Partito democratico nazionale mette a disposizione di
tutti, cioè le Agorà, luoghi di confronto fra cittadini, iscritti e non iscritti al Partito sui temi concreti ritenuti di
rilevanza strategica. Crediamo che soltanto in questo modo un’eventuale vittoria elettorale possa effettivamente
garantire una buona amministrazione, capace di dar voce ai cittadini, di affrontare e risolvere le questioni
strategicamente prioritarie per un reale sviluppo della nostra città.
(in ordine alfabetico)
Sesa Amici, Alessandro Colonna, Luigi De Angelis, Anna Maria De Renzi, Marzia Di Pastina, Federica Fiorini, Francesca Leonoro, Giancarlo Loffarelli Vincenzo Lucarini, Cinzia Ricci, Anna Rita Vertecchi.