Bindo Patria, pioniere di due bonifiche

Bindo Patria, pioniere di due bonifiche

26 Settembre 2021 1 Di Emilio Andreoli

Le Paludi Pontine erano territorio di caccia nonostante fosse vietata. Lo testimoniano alcuni dipinti che ho avuto il piacere di ammirare. Diversi pittori dell’ottocento si avventuravano nell’Agro Pontino per raffigurarne la bellezza selvaggia, dipingendo anche scene di soggetti appostati con il fucile in attesa della preda. Per la pesca, invece, c’erano in prevalenza i granunchiari, pescatori di ranocchie, che scendevano da Sezze. Il mare era quasi un tabù, a parte qualche tellinaro, si preferiva pescare nei laghi e il Fogliano era quello più facilmente raggiungibile per gli abitanti dei paesi a monte della palude. Una volta realizzata la città di Littoria qualcuno pensò bene di aprire un negozio dedicato allo sport, alla pesca e infine anche alla caccia, tra i primi l’emiliano Bindo Patria. Ma la sua storia da queste parti inizia prima della fondazione, quando cominciarono i grandi lavori della bonifica integrale.

 

Ultimamente mi trovo spesso a girare per via Emanuele Filiberto, la mia via natia, sarà che quando vai avanti con l’età cerchi i tuoi luoghi di origine. Guardando le insegne mi sono accorto che una, in particolare, porta la dicitura “dal 1929” e qualcosa non mi è tornato. Se la nostra città è stata inaugurata nel 1932 e prima c’era solo palude questo negozio o stava nell’acqua oppure è un errore. Il negozio è quello di Patria sport, articoli per la pesca, ma accanto, entrando in un androne condominiale ce n’è un altro, sempre di Patria di armi e articoli per la caccia, e sull’insegna c’è scritto “dal 1956”.

Insomma dovevo fare chiarezza e così ho deciso di approfondire. Ho chiamato Mauro Patria che con piacere ha voluto incontrarmi per parlare di suo nonno Bindo, fondatore dell’attività storica. Al racconto si è unito il fratello Giorgio e la sorella Roberta. Il primo gestisce il negozio di articoli per la pesca, il secondo quello di armi e articoli per la caccia e la terza, ultima nipote di Bindo, fa un altro lavoro, ma è molto legata alla sua famiglia e alle sue origini.

La storia di Bindo Patria

Bindo Patria nasce a Reggiolo in provincia di Reggio Emilia il 31 dicembre del 1900. È figlio unico, quasi una rarità per le famiglie dell’epoca, il suo gemellino muore subito dopo il parto. Da giovane, negli anni venti, lavora in proprio per il Consorzio di Bonifica di Reggiolo. Possiede degli escavatori e dei trattori perché alcune zone dell’Emilia Romagna sono paludose e malariche e quindi da risanare. Bonificata l’area e finito il suo lavoro, nel 1926 parte per l’Agro Pontino dove è già iniziata la più grande opera del novecento, la bonifica integrale di centotrentacinquemila ettari di territorio paludoso e malsano.

Bindo porta con se operai e macchine di movimento terra e si stabilisce a Cisterna. È già sposato con una giovane ragazza che si chiama Tampelloni Libertà e nel 1926, poco prima di partire, nasce a Reggiolo il suo primo figlio, Enzo. A Cisterna va solo lui, ma la moglie lo raggiungerà a breve. Nel nuovo paese si fa subito apprezzare e nel 1929 decide di aprire un negozio di cicli e motocicli. Mentre lui continua a seguire i lavori dei suoi mezzi per la bonifica, sua moglie si dedica al negozio e dimostra di essere anche una bravissima tecnica.

A Cisterna Libertà conquista la simpatia dei clienti che affettuosamente chiamano Binda, che è il cognome di un grande ciclista, Alfredo Binda, ma è anche il nome al femminile di suo marito. Nome che a Bindo ha causato un bel po’ di problemi, perché per un errore di trascrizione in un ufficio anagrafe, su un documento è apparso Patria Bidone, dopo vari tentativi diventa Patria Bidu. Alla fine l’anagrafe va a fuoco e il nome ritorna alle origini.

la patente di Bindo, con il nome Bidone, un errore di trascrizione

Intanto nasce Littoria che inizia a popolarsi e il lavoro di movimento terra per Bindo diminuisce. A Cisterna nel 1933 nasce il suo secondo figlio, Roberto, a sette anni esatti dal primo, e nel 1934 ha l’intuizione di trasferire il suo negozio nella nuova città, in via Emanuele Filiberto, prevedendo un forte sviluppo in quella zona popolare e popolosa. Oltre ai cicli e ai motocicli inserisce anche articoli sportivi e l’insegna diventa “Patria sport”. Nel 1956 il negozio diventa pure armeria e vengono inseriti gli accessori per la caccia. Nella metà degli anni cinquanta incrementa i prodotti per la pesca. La strada che porta al mare sta per essere realizzata e prevede che in molti si appassioneranno alla pratica sportiva della pesca, visto che il mare sarà molto più facile da raggiungere, e avrà ragione.

Bindo non abbandona il suo vecchio lavoro di movimento terra, e quando decide di smettere di lavorare lo cede al figlio Enzo, mentre il negozio al figlio Roberto. Lui si dedicherà soprattutto alla sua grande passione, la pesca. Ha una casetta di legno sulla spiaggia e passa il suo tempo lì, estate e inverno. Diventa la sua ragione di vita, mentre la moglie Libertà e il figlio Roberto mandano avanti il negozio. Poi un giorno, nel 1980, arrivano le ruspe e gli buttano giù la casetta, tre mesi dopo muore per il dispiacere.

Bindo e la moglie Libertà nella casetta di legno

L’incontro con i nipoti di Bindo: Mauro, Giorgio e Roberta

Mauro gestisce il negozio di articoli per la pesca, un negozio ultra specializzato, a Latina credo unico nel suo genere. Ha ereditato la passione del papà e del nonno, ma lui è andato oltre perché ha partecipato e partecipa ancora a vari tornei e campionati nazionali e internazionali di pesca.

Mauro, di tuo nonno abbiamo già raccontato qualcosa, dimmi invece di tua nonna Libertà

Mia nonna sembrava essere nata per stare con mio nonno, già dal nome: Tampelloni Libertà in Patria, fa sorridere. Mia nonna era una donna incredibile, sapeva montare una ruota libera di una bicicletta in meno di mezzora. Era portata per i lavori manuali, e fissata per la puntualità. Certo mio nonno era la mente, l’imprenditore, ma senza mia nonna che faceva un po’ tutto non avrebbe avuto lo stesso successo. Di mio nonno apprezzavo la sua etica, lui andava a pescare per la famiglia, quando aveva preso il necessario per sfamarla si fermava, non andava mai oltre. Una volta mio padre, da ragazzo, portò una spigola femmina con le uova nella pancia, mio nonno lo sgridò tantissimo, perché avrebbe dovuto ributtarla in mare

Spiegami in cosa consistono le gare di pesca a cui partecipi

Si chiama surfcasting, si pesca da riva con la canna quando il mare è mosso. Devi lanciare l’amo sull’onda e tentare di far abboccare qualche pesce. Ho costituito una società che si chiama Latina Casting Club e ha all’attivo sei campioni del mondo. Nel 2018 un ragazzo di Latina, Simone Paniconi, che fa parte della nostra società sportiva, si è aggiudicato il titolo di campione italiano

Libertà che tutti chiamavano Binda, felice per il telefono appena installato nel negozio

Giorgio invece gestisce il negozio di armi e caccia dal 1993, ma anche lui si dedica alle gare, è un tiratore di interesse nazionale.

Giorgio, come si chiama la disciplina in cui partecipi?

 Tiro dinamico sportivo, è una branca del tiro a segno, è riconosciuta dal Coni, ma non è una disciplina olimpica per ora. L’atleta deve dimostrare le proprie abilità di tiro in qualsiasi circostanza si trovi, in ginocchio, seduto, sdraiato, in movimento, con la mano destra o sinistra, dietro una barricata, etc… In questa disciplina ho partecipato diverse volte ai campionati mondiali ed europei

So che hai inventato una fondina particolare per le pistole

 Sì, ho progettato e realizzato una fondina che esporto in America, Australia e in tutta Europa. Viene fatta interamente a Latina

Roberto Patria, figlio di Bindo, in una gara di moto. Da notare l’abbigliamento elegante

L’ultima che incontro è Roberta che è anche la più giovane. È un po’ arrabbiata con me perché quando il 17 agosto dello scorso anno è venuto a mancare il papà, non ho scritto nulla, e ha ragione. Purtroppo l’ho saputo tardi. Cercherò di farmi perdonare con questo racconto sulla sua famiglia. Nella chiacchierata c’è anche la mamma, Dobrilla Moretto.

Anche te buon sangue non mente, sei un’abile tiratrice

 Sono insegnante di tiro, per sei anni ho insegnato al poligono di Velletri. La passione l’ho ereditata da mio papà e lui a sua volta da mio nonno Bindo. Grazie a mio papà presi anche la patente per le moto e la patente nautica

Con tuo papà avevi un rapporto speciale?

 Sì avevo un bel rapporto con lui, mi manca tantissimo, ma manca anche a tanta gente, qualcuno viene ancora oggi a cercarlo, non sapendo che non c’è più. Era generoso con tutti e cercava in tutti i modi di aiutare gli altri. Era orgoglioso dei suoi figli. Sì, per me è stato un uomo speciale” La sua voce è rotta dall’emozione, si commuove anche sua mamma, e alla fine mi commuovo anch’io.

Ho raccontato di un pioniere della bonifica e di una bella famiglia che ha un cognome bellissimo, Patria.