
La congiura d’operetta di Anzalone nella sconfitta che non si vuole accettare o la cretina congiura
30 Marzo 2022La situazione politica in Italia è grave ma non è seria
Ennio Flaiano
La politica a Latina, e il suo racconto anche, sono da operetta. Non sono serie. A 5 mesi dalle elezioni Mauro Anzalone (consigliere comunale di Forza Italia), che voleva sfiduciare Damiano Coletta il giorno del suo insediamento, “rivela” che aveva già votato per lo stesso in nome di un patto segreto di Forza Italia e del compagno Coletta.
Ho visto un asino volare e tacca tacca un mulo che invece remava, per facere dell’elefante che pescava negli abissi del mare.
Latina ha 120 mila abitanti, i voti si sommano uno ad uno e nessuno ha voti da manovra. I candidati possono raggiungere un pugno di elettori, ma il loro effetto è quello di voler svuotare il mare con una tazzina da caffè.
A Latina chi vince, Damiano Coletta, non sa vincere, chi perde, Vincenzo Zaccheo non sa perdere. Un paradosso personalistico in una città senza alcuna possibilità per se stessa ma nelle ambizioni dei singoli.
Anzalone, presidente della Commissione cultura, non è più quello che voleva cacciare Coletta subito dopo il voto, per poi passare a votarlo, ma aveva già “tradito” votandolo prima. E non te metti a ride?
E non senti il comico dentro, e non ritieni le commedie degli equivoci di Georges Feydeau persino lineari.
C’è stata una congiura, è vero quella dei cretini che hanno messo in fila una serie di asini volanti, in compagnia di muli remanti…
Rigore è quando arbitro fischia diceva Vujadin Boškov . A Latina il rigore era stato prenotato, concordato, e dopo dato è stato pure annullato.
I candidati di Forza Italia avrebbero dovuto recitare in commedia con Zaccheo, mentre congiuravano per Coletta che, se vinceva, non li avrebbe visti eletti. Una forma di tafazzismo unica al mondo, di suicidio politico in nome del cretinismo estetico.
Il tutto mentre si ricontano i voti, si rivede il passato nella nostalgia di un ieri che non c’è mai stato.