Nibali, l’ultimo Giro dell’ultimo campione

Nibali, l’ultimo Giro dell’ultimo campione

29 Maggio 2022 1 Di Lidano Grassucci

Devi pedalare, non esiste sport più duro del ciclismo. Il ciclismo è per gente tenace, dura, che conosce la fatica. Il ciclismo è sport proletario, sport del bisogno di spostarti e non hai la forza del motore ma la determinazione delle gambe.

Oggi è finito a Verona il Giro d’Italia, forse la corsa più dura al mondo (non me ne vogliano i francesi con le loro pianure). Era l’ultimo giro del corridore italiano più forte di questo secolo, me lo ricorda Benedetto Passamonti,  uno che come me viene dalla fatica, uno che capisce la fatica e guarda i ciclisti come i greci guardavano gli eroi

Vincenzo Nibali, siciliano di quella Sicilia (nato a Messina il 14 novembre 1984) che è tutta d’un pezzo, che parla poco ma corre, pensa, vince.

Oggi finisce la carriera a quasi 40 anni (prendo il testo di Benedetto)  è uno dei sette ciclisti (in compagnia di Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome) ad aver conquistato almeno un’edizione dei tre grandi Giri: la Vuelta a España nel 2010, due volte la Corsa rosa (2013 e 2016) e il Tour de France 2014. Ne suo palmarès anche due Lombardia (2015 e 2017), la Milano-Sanremo (2018), due titoli italiani nella prova in linea (2014 e 2015), due Tirreno-Adriatico (2012 e 2013) e sette podi complessivi nei tre grandi giri.

Roba da follia, roba da storia dell’olimpo e a 1 quasi 40 anni è arrivato quarto al suo ultimo giro.

Oh, quanta strada nei miei sandali
Quanta ne avrà fatta Bartali
Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita
E i francesi ci rispettano
Che le balle ancora gli girano
E tu mi fai, dobbiamo andare al cinema
E al cinema vacci tu
Paolo Conte, racconta e fa di Bartali non un uomo ma “il ciclista”, lo fa testimone della sua fatica per una fatica che si ripete all’infinito. I ciclisti sono gli unici capaci di domare le montagne il punto più alto di ogni giro è la Cima Coppi, sempre oltre i 2000 metri, vicino al cielo ma in bicicletta.
Vincenzo Nibali è della stoffa di Coppi, Bartali, Gimondi, Girardengo è, come loro, testimone di un altro italiano, di quello che non si vanta ma pedala quello che sale, sale, sale poi giù verso il piano più forte di una motocicletta.
Nibali è un campione, l’ultimo campione.
Il ciclismo è una bellissima e ad ogni tappa rivedo mio padre con la sia Vespa 150 che “segue” la corsa letteralmente con la scritta giuria e una corsa strapaese era come il giro perché il bello di questo sport è che è democratico: anche il ricco, anche il campione deve pedalare, infatti i campioni del ciclismo sono sempre galantuomini.
Ciao Nibali grande campione.