Orizzonte degli eventi. Enzo Lisi espone al MadXI.
11 Giugno 2022“Un’antologica, una personale lunghissima, un’esposizione – quella di Enzo Lisi – che si rapporta con uno spazio libero e pieno di condizionamenti, lontano dalla sacralità del museo istituzionale, il museo contemporaneo! L’artista accetta la provocazione, il confronto, la contaminazione con la danza contemporanea nel cuore di un festival che penetra ormai annualmente nella città pontine (gran parte della mostra è stata allestita per il 4 ed il 5 giugno per ospitare TENdance 2022 festival di danza contemporanea) in un capoluogo che è ancora periferia culturale ma non si fa trovare mai impreparato; dimostrandosi anche avanguardia quando ha occasione di misurarsi con l’umanità impegnata sul proprio territorio. Ecco Lisi nel suo linguaggio, nella sua cifra stilistica, sembra restare un’avanguardia artistica, pittorica e fotografica; gli anni sono passati… ma dalle opere degli ‘80 e ‘90 a quelle del nuovo millennio il puctum resta nuovo, certo maturo e sicuro, continua la sua OPERAZIONE RIEMOZIONALE, persevera la ricerca, forse mai orientata verso il traguardo quasi a presagire un orizzonte degli eventi ben visibile e la luce non è mai quella del tramonto”.
Il contributo critico di Daniele Fiacco:
“Mi sembra di aver scritto questo testo in un modo che tocca da vicino le opere di Enzo Lisi. Sono state le opere stesse a suggerirmi, senza che ne fossi pienamente consapevole,il movimento che la scrittura doveva avere entrando nel processo creativo dell’artista.
Nel rileggere vedo un incastro di piani analogo, i passaggi mi appaiono spigolosi e giustapposti ad altri passaggi nei quali si incanala un flusso di idee che non segue una linearità, ma tende a sfilacciarsi, ad aprirsi di continuo, e i materiali raccolti, tra immagini, citazioni e scritture di pugno dell’artista, realizzano una costellazione di “frammenti trovati” che si strutturano attorno alla formulazione del pensiero critico (…) L’idea del corpo e del dislocamento sono centrali, sono dei punti di irradiazione critica. Il dislocamento di cui si parla non si riferisce solo alla simultaneità dei punti di vista, al ricomporre sul piano della tela una pluralità di scorci che appaiono come possibile realtà del mondo, e non consiste nemmeno nella presenza corale degli altri, che, anche loro ridotti a ombre e riflessi, sono posti in modo non gerarchico sullo stesso piano dell’artista come punti di vista autonomi. L’immagine che Lisi ripropone allo sguardo è dislocata rispetto al vedere stesso, poiché suggerisce qualcosa che è oltre la percezione dei soli occhi. Il corpo riattiva un contatto con lo spazio, non si sente respinto, non si sente estraneo: è una dimensione allargata che ingloba il vissuto ed estende il confine del suo sentire, a sua volta smembrandosi e disperdendosi sotto forma di ombre e riflessi che si imprimono sulle cose come pelli dotate di una nuova sensibilità. Il “vedere” è un aspetto marginale che non può essere isolato, poiché si inserisce nell’insieme delle facoltà che permettono all’artista di leggersi nel mondo. Lo sguardo, quindi, suggerisce qualcos’altro, che si dà come dislocato rispetto
agli occhi poiché partecipe della totalità corporea”.
Daniele Fiacco
STORICO E CRITICO DELL’ARTE