Hassan Zakariya da 43 anni sulla spiaggia di Latina

Hassan Zakariya da 43 anni sulla spiaggia di Latina

10 Luglio 2022 0 Di Emilio Andreoli

Il lungomare di Latina, l’ho già scritto altre volte, non piace ai latinensi. Molti preferiscono quello modaiolo di Sabaudia, che va dalla Bufalara fino a Torre Paola che delimita il confine con San Felice Circeo.  Ma io che ho trascorso, da quando sono nato, tutte le stagioni estive al lido di Latina, nella casa di famiglia, ne sono innamorato perdutamente. Ho tanti bei ricordi che mi legano al lungomare: gli amori estivi, gli amici romani e dei Castelli, i falò improvvisati, le pescate con mio padre e i miei zii. Da bambino ero incuriosito dai vari venditori ambulanti di girandole, noccioline, secchielli, palette e cianfrusaglie varie, vendute sulla spiaggia in riva al mare. Oggi vi racconto di uno di quegli ambulanti, Hassan Zakariya, da quarantatre anni sulla nostra spiaggia con il suo carretto boutique.

 È innegabile che il lido di Latina abbia ampi margini di miglioramento, ma non è mia intenzione scrivere qui di soluzioni che non mi competono. A me piace conoscere le storie e non per semplice curiosità, perché mi affascinano. È il vissuto che mi interessa: i luoghi sono importanti perché hanno il loro vissuto e il vissuto è fatto dalle persone. Potrei raccontare per ore del lungomare, dei miei lontani ricordi. Le prime fidanzatine, le serate trascorse sulla spiaggia con le canzoni di Lucio Battisti e Claudio Baglioni, cantate a squarciagola e suonate da improbabili chitarristi.

Ricordo i falò dove cucinavamo le pannocchie prelevate, furtivamente, nei campi vicino al canale, dove si arrivava solo con le biciclette. Troppo rumorosi i motorini e troppo arrabbiati i contadini che sapevano pure chi eravamo, tra noi anche i loro nipoti. Loro la mattina presto arrivavano con le Apette piene di frutta e verdura. Con l’altoparlante avvisavano del passaggio. Le nostre mamme scendevano per fare la spesa e noi, ancora assonnati, a lamentarci per quella sveglia troppo mattutina. Ricordo ancora quel buon profumo di frutta e verdura, e il rumore dell’antica bilancia. Oggi quella sveglia mi manca infinitamente.

Mi tornano in mente i venditori ambulanti dell’epoca. C’era un signore, di origini napoletane, abbronzatissimo con i capelli bianchi che con il suo vocione diceva: “Girandole, nocciole, noccioline, cocco bello, cocco fresco”, mi sembra si chiamasse Salvatore. L’anziano tellinaro Orazio con il suo pesante rastrello. La famiglia Persichino che vendeva il pesce e Giovanni, anche lui napoletano, che vendeva ciambelle, secchielli, palette, rastrellini, ciabatte e ciabattine per tutte le età.

Hassan a dx con il cugino Omar negli anni ’80, in un momento di pausa nello stabilimento balneare dell’Aeronautica Militare

Due anni fa, dopo la chiusura dell’attività, sono tornato a vivere con regolarità la spiaggia di Latina e ogni tanto penso a loro e ai miei anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Che nostalgia. Negli anni settanta, al loro posto, arrivarono i primi ragazzi dal nord Africa. Tra quelli c’era anche Hassan Zakariya, che ancora oggi, dopo quarantatre anni, gira per la spiaggia con il suo carretto carico di vestitini colorati a quanto pare molto apprezzati, osservando le donne di tutte le età che gli vanno incontro per ammirarli e provarli. Tra queste, mia mamma, mia moglie, mia sorella e le mie cugine. Hassan ormai è di casa nella mia famiglia.

Da quando mi sono avventurato in questi racconti, il mio modo di guardare le persone è cambiato. Cerco di vedere oltre, e Hassan mi ha incuriosito e ho avuto voglia di sapere un po’ della sua vita, e poi lo considero un commerciante storico del lungomare. Già dalla scorsa estate avrei voluto scoprire la sua storia e lui era pure disponibile a raccontarla. Poi la stagione era finita e non ho più avuto modo di incontrarlo. Quest’anno però ho anticipato i tempi e qualche giorno fa ci siamo fatti due chiacchiere.

Anni ’70, Hassan a dx con l’inseparabile cugino Omar

                                                                                                                       Hassan Zakariya da Casablanca a Latina

Hassan Zakariya nasce il 5 marzo del 1957 a Khouribga, una importante città mineraria del Marocco che si trova a 120 km a sud-est di Casablanca. Hassan è il terzo di sette figli. Il padre è un contadino e manda avanti la numerosa famiglia insieme alla moglie, ma purtroppo nel 1970 muore e Hassan è costretto ad abbandonare gli studi. La scuola superiore per lui rimarrà solo un sogno. Inizia a lavorare saltuariamente dove capita. Poi decide di imparare un mestiere, quello dell’elettrauto, ma dopo qualche mese si rende conto che quel lavoro non lo soddisfa per niente. Lui ama socializzare, stare insieme alla gente.

Ed è così che alla fine di giugno del 1979 decide di partire per Parigi, per avere più sbocchi nel mondo del lavoro. Passa un mese, ma Hassan con Parigi non riesce proprio a legare. Non ha amici e, in quella città così grande, si sente solo. Decide quindi di partire per l’Italia e dare un’occhiata al Belpaese, magari lì un’opportunità di lavoro esce fuori. Prende il treno ParigiMilano e poi la coincidenza per Roma. Alla stazione Termini, mentre pensa che forse sarebbe meglio tornare in Marocco, incontra un ragazzo che attende in un binario il suo treno. I due incrociano gli sguardi. Quel ragazzo capisce che Hassan è delle sue parti e gli rivolge la parola.

Hassan qualche anno fa con il figlio di Diego Maradona sulla spiaggia di Latina

Ad Hassan non sembra vero, grazie al suo carattere aperto e cordiale entra subito in confidenza con il suo nuovo amico Mostafa. Intanto il treno è arrivato e Mostafa gli propone di andare con lui. Sarà suo ospite per qualche giorno. Gli dice che vive in una città tranquilla a pochi chilometri dal mare, con una lunga spiaggia, dove lui fa l’ambulante e vende lenzuola. Hassan accetta l’invito, mentre dall’altoparlante della stazione annunciano la partenza del treno: destinazione Latina. È venerdì quel 3 agosto del 1979 quando Hassan arriva nella città pontina e poi sul lungomare dove abita il suo nuovo amico. Con quel luogo è subito amore.

Con lui la gente del posto si dimostra cordiale e accogliente, niente a che vedere con Parigi. È appena arrivato e già inizia la sua nuova avventura da venditore ambulante. Vende tappetini in paglia che stanno andando di moda, al posto dei tradizionali teli da mare. Venderà poi anche cinte, orologi, borse e collane. Nel 1980 cambierà ancora e si dedicherà all’abbigliamento uomo donna e poi solo donna. I suoi abiti hanno i colori e la leggerezza dell’estate. Il suo carretto sembra più una boutique che un carretto di un ambulante. Ogni tanto si ferma per riprendere fiato e le donne si alzano dai lettini per dare un’occhiata alle novità.

Sono quarantatre anni che Hassan va avanti e indietro sulla spiaggia del nostro lungomare, da giugno fino a metà settembre, anche se lui arriva a maggio per vendere qualcosa nei pressi del mercato coperto, dove ha diversi amici.

Hassan con il suo carretto boutique

Due chiacchiere con Hassan

Hassan, il tuo cognome sembra quasi italiano

In effetti il mio bisnonno era siciliano, il cognome in origine era Zaccaria

Ormai sono quarantatre stagioni che vieni a lavorare a Latina, qual è il tuo rapporto con questa città?

Un rapporto splendido. Appena arrivato mi sono trovato subito bene. Latina è una città accogliente. In questi lunghi anni ho stretto tante amicizie. Nel tempo ho conosciuto molte persone, soprattutto negli stabilimenti balneari dell’Aeronautica e della Polizia, oltre alle famiglie che vengono ogni anno come la tua. Prima il lungomare lo percorrevo tutto, ma oggi non ho più l’età per fare i chilometri che facevo prima. Ormai il mio raggio d’azione è tra lo stabilimento della Polizia e il ristorante Marechiaro

Tuo cugino Omar che fine ha fatto?

 Quando arrivai a Latina, a vendere sulla spiaggia, eravamo solo in quattro che provenivamo dal Marocco. Nel 1980 feci venire anche mio cugino Omar, con il quale avevo un grande legame di affetto. Per trent’anni pure lui ha calcato questo lungomare. Poi nel 2010 ereditò degli immobili e una grossa somma di denaro, e quindi non venne più. Purtroppo non se l’è goduta, si ammalò di un brutto male poco dopo. È venuto a mancare nel 2020. Che ci fai dei soldi se poi ti ammali?!

Ma tu sei in regola?

 Certo che sono in regola, ho la licenza da ambulante, la partita Iva e un commercialista che mi segue,  ho sempre pagato tasse e contributi. L’anno prossimo dovrei andare in pensione, anche perché non reggerei più il peso del carretto. Ormai ho sessantacinque anni

Un po’ ti dispiacerà non venire più a Latina?

 Mi dispiacerà moltissimo, una parte della mia vita l’ho vissuta qui

E chi porterà quegli originali vestitini che vendi con tanta passione?

 Chissà?! Pensa che quei vestiti li scelgo io con cura, mi baso sul mio gusto e difficilmente mi sono sbagliato. Se ho venduto tanto è perché ho capito le preferenze delle mie clienti e questo mi gratifica molto

Cosa ti ha lasciato Latina?

 Mi ha lasciato la possibilità di farmi una famiglia, sono sposato dal 1986, e di far studiare due dei miei tre figli. Il maschio, Abedoli, ha deciso di lavorare e vive in Marocco. Mia figlia Hind si è laureata in farmacia e lavora a Parigi e l’altra, Kenza, vive a Torino e si sta per laureare in Ingegneria elettronica

In Marocco cosa farai?

 Mi dedicherò al mio orto e a qualche lavoretto saltuario per arrotondare, come faccio tuttora nel periodo invernale

Se vi capita di incontrare Hassan sulla spiaggia, una bottiglia di acqua fresca lui la gradisce sempre.