Assunta Petrarca e le sue indimenticabili fettuccine

Assunta Petrarca e le sue indimenticabili fettuccine

4 Settembre 2022 2 Di Emilio Andreoli

Nelle storie che ho raccontato sino a ora, il mondo femminile sembra essere stato marginale, ma in realtà non è così, o almeno non la penso così. È vero che ho raccontato per la maggior parte di uomini, però se andate a rileggere le storie che vi ho narrato, il ruolo delle donne ricopre spesso uno spazio determinante. Molti uomini arrivati nella nostra città dalla sua fondazione in poi, non avrebbero avuto fortuna, se non fossero stati affiancati da donne di spessore e di grande sensibilità. Forse un po’ nell’ombra, perché i tempi erano nettamente diversi da quelli di oggi. C’è da considerare che le donne votarono per la prima volta nel 1946, ed è tutto dire. Però ho preso l’impegno morale nel cercare altre storie di donne, della nostra città, oltre quelle già raccontate. Oggi vi scrivo di Assunta Petrarca, grande donna e cuoca perfetta.

Nella mia vita lavorativa precedente ho avuto la fortuna di conoscere migliaia di persone: oltre quarant’anni di attività a contatto con il pubblico non sono stati pochi. Ricordo personaggi strampalati, professionisti, operai, impiegati, clienti occasionali, stranieri del campo profughi e poi i clienti storici che si sono serviti nel negozio della mia famiglia fino alla chiusura. Conosciuti quando ero un ragazzino e loro già adulti. Li ho visti diventare anziani e alcuni, negli ultimi anni, aiutarsi con un bastone per camminare. Ho conosciuto i loro figli e i loro nipoti. Passavano anche solo per fare due chiacchiere o per un consiglio. I negozi storici servono anche a questo.

C’era stima e fiducia reciproca con quelle persone. Volti famigliari che non potrei dimenticare. Erano di tutte le estrazioni sociali, ma per noi del negozio non c’erano differenze, era solo il modo di parlare che cambiava. Sapevamo adeguarci alla persona che avevamo di fronte. Alla base di tutto, però, c’era sempre la gentilezza e la disponibilità. A proposito di disponibilità, mi è tornata alla mente una cliente, si chiamava Assunta Petrarca. Aveva superato la novantina, ma nonostante ciò, prendeva ancora il pullman e dalla sua trattoria sulla Pontina arrivava in centro.

31 dicembre 2018, io e Assunta nel mio negozio

Scendeva alla fermata della circonvallazione, accanto al Palazzo M, e andava a trovare alcuni amici finanzieri in pensione. Poi immancabilmente veniva in negozio perché con il suo telefonino ci litigava. A volte era spento, per la batteria scarica, o a volte senza credito per telefonare. Sempre sorridente diceva: “Ma ‘sto telefonino non funziona” e io le spiegavo ogni volta: “Assunta, ma se non lo ricarichi non funzionerà mai”. Ormai era una abitudine, quando la vedevo attraversare la strada ed entrare in negozio l’anticipavo: “Fammi vedere ‘sto telefonino che c’ha oggi che non va?”, lei sorrideva e si metteva a chiacchierare con mia madre, che conosceva bene perché insieme, ogni anno, andavano alle terme con lo stesso gruppo di anziani.

La storia della molisana Assunta Petrarca

Assunta Petrarca nasce il 25 aprile del 1927 a Fornelli, un piccolo paese del Molise, in provincia di Campobasso (oggi Isernia). Seconda di cinque figli. La sua è una famiglia molto umile. Giovanni Battista Beltrani, invece, è un marchigiano, classe 1920. La sua famiglia, nel 1932, si trasferisce nell’Agro Pontino, poco prima della fondazione di Littoria. I suoi lavorano sotto Sermoneta, come contadini, per la famiglia Scatafassi. Giovanni parte per la guerra e viene mandato al fronte, fa il portaordini. Dopo l’armistizio, i nuovi nemici sono i tedeschi.

All’inizio del 1944 si trova vicino Cassino, dove infuria una cruenta e sanguinosa battaglia tra i tedeschi e i nuovi alleati. Culmineranno con i bombardamenti e la distruzione dell’abbazia di Monte Cassino dagli aerei americani. Giovanni viene mandato a Fornelli a portare degli ordini, ed è lì che incontra la giovanissima Assunta. Tra loro c’è subito il colpo di fulmine, si innamorano, e lui le giura che finita la guerra tornerà da lei. Passano due interminabili anni e Giovanni ha il timore che quella giovane ragazza non lo abbia aspettato e si sia fidanzata con qualcun altro.

Chiede aiuto al parroco di Latina Scalo che non ha ancora una chiesa, ma fa riferimento a quella di San Paolo Apostolo a Tor Tre Ponti. Padre Filippo Agostini scrive una lettera al parroco della chiesa di Fornelli, chiedendo notizie di Assunta. La risposta non si fa attendere: la ragazza è libera da impegni, non è fidanzata né tanto meno sposata. Giovanni tira un sospiro di sollievo e parte per il Molise. Si sposeranno lo stesso anno e andranno a vivere a Latina.

Assunta e Giovanni con la loro prima automobile, la Fiat 500

Assunta è una donna energica e ama cucinare, come le hanno insegnato sin da bambina. A casa fa la pasta e il pane, ma ama anche avere una famiglia numerosa. Lei e Giovanni avranno otto figli, Mariano, Giuseppe, Rita, Anna, Antonio, Maria Pia e infine i gemelli Sergio e Giorgio. Giovanni non ama lavorare la terra e quindi si sposta sulla meccanica e, dopo vari corsi, si specializza nelle riparazioni di macchine agricole che sono in forte evoluzione e a Latina ce ne sono in abbondanza. Inoltre ama le pubbliche relazioni e in città è conosciuto da tutti.

Nel 1962, Assunta e Giovanni, acquistano un terreno di cinque ettari, con annesso un rudere, a ridosso di una strada sterrata che si chiama via Lunga. Quella strada sarà la loro fortuna: già dal 1963 iniziano i lavori di sbancamento per allargarla. Nel 1978 diverrà la Mediana e nel 1985 la Pontina. Assunta sogna la sua trattoria e nel 1967, dopo aver sistemato il rudere, quel sogno diviene realtà. Ottiene la licenza come trattoria stagionale e ambulante. La strada è stata allargata e, nelle stagioni estive, molti automobilisti la percorrono per andare a San Felice Circeo.

Assunta e Giovanni, con il benessere si cambia auto

Prosciutto, vino marchigiano e grigliate, sono le prime pietanze che Assunta prepara per le tante persone che si fermano. Nei primi anni settanta, Giovanni, grazie al suo caro amico Santino Palumbo divenuto assessore, viene aiutato a velocizzare la pratica per costruire. Così il rudere diventa la trattoria Da Assunta e lei inizia veramente a cucinare le sue prelibatezze, a cominciare dalle sue indimenticabili fettuccine fatte in casa. Tra i suoi avventori anche molti personaggi famosi diretti al Circeo: Anna Magnani, Alberto Lupo, Marisa Merlini, Serena Grandi, ma anche personaggi politici, come il ministro Mariano Rumor e tanti altri.

Nel 1981 Giovanni muore a soli sessantuno anni, e per Assunta che ha otto figli la vita non sarà affatto facile. Ma lei è una donna forte, da bambina ha vissuto la miseria. È una molisana e sa sempre come cavarsela. Così si rimbocca le maniche e va avanti.

L’incontro con Anna Beltrani, quarta figlia di Assunta

Con Anna Beltrani ci conosciamo da quasi quarant’anni. Abbiamo fatto il corso di sommelier insieme nel lontano 1986. Qualche giorno fa sono passato davanti la sua trattoria e ho avuto un flash: il viso gioioso di Assunta. Allora mi sono fermato a chiacchierare un po’ con Anna e a riaccendere qualche ricordo.

Anna, dimmi la prima cosa che ti viene in mente di tua mamma

Una persona sorridente e gioviale

I suoi pregi?

 Sapeva sempre come cavarsela e quindi infondeva tranquillità. Un altro pregio era il suo potere decisionale, anche se la scelta era difficile sapeva decidere. Insomma una donna forte e molto risoluta

A un certo punto l’avete fatta uscire dalla cucina per raggiunti limiti di età, come l’ha presa?

 L’ha presa con la sua solita tranquillità. Per un po’ ha continuato a controllare la cucina, ha visto che ce la cavavamo bene e quindi si è dedicata al suo orto, alle sue lunghe camminate e soprattutto ai viaggi. Amava andare in aereo e ha girato tutto il mondo. Non disdegnava neanche le crociere. Solo a un viaggio ha rinunciato, quello per la Russia. Ci disse che le sembrava una nazione triste

Qualche suo difetto?

Non dimenticare che lei era molisana, quindi una vera testarda. In realtà non so se classificarlo come un difetto, alla fine chi è testardo riesce nelle imprese

Quali erano i suoi piatti forti?

Le fettuccine che preparava personalmente e poi tutto ciò che si produceva nella nostra campagna: polli e faraone, ma anche i maiali che ci fornivano i nostri vicini veneti

Quando pensi più intensamente a lei?

 Ora è la mia guida spirituale. Quando sono di fronte a una scelta, penso sempre a cosa avrebbe fatto lei

Io la ricordo nel mio negozio qualche mese prima del virus, quando è venuta a mancare tua mamma?

Il 26 marzo del 2020, a un mese dal suo novantaquattresimo compleanno. Ha avuto un blocco cardiocircolatorio e dopo due giorni se ne è andata. Forse per lei che amava così intensamente la libertà, il lockdown le è stato fatale

Era un bel po’ che non venivo, ho visto che avete trasformato la trattoria

 Abbiamo diversificato: oltre la trattoria abbiamo dedicato un ampio spazio all’enoteca, dove facciamo anche gli aperitivi”

Al centro in basso Assunta, da sx Sergio, Anna e Giorgio. I tre degli otto figli che hanno proseguito la sua attività

Con la stessa passione di Assunta i figli: Anna, Sergio e Giorgio, continuano la tradizione nella storica trattoria Da Assunta, ed è bello vedere le generazioni continuare quello che hanno costruito con tanti sacrifici i propri genitori.