
Il mandorlo in fiore e la lezione di papà
26 Febbraio 2023C’è un albero, un mandorlo che sta attaccato alla roccia, quasi a scendere giù da un momento all’altro sulle Coste, la strada che dal piano con grandi curvoni porta a Sezze.
Sta lì in precario il mandorlo eppure resiste, assiste i viandanti di passo, curve strette, difficili lui lì che quando lo vedi da basso poi ti regala il piano fino a maghe addormentate come donne a noi non destinate ma con dei che non le sanno amare. Sono amare le mandorle.
Non me lo ricordo mai, ma mai, di questo albero, come se lo cancellassi chissà perchè, poi non so come lui mi riviene e io gli ricapito. Ci ritroviamo lui fermo al solito posto, io che giro il mondo ma mi ristrovo nel medesimo posto.
Mio padre me lo indicò tanto tempo fa, ma tanto che piango ancora come fosse ora, mi disse che lui, questo albero, indicava con i suoi fiori bianchi l’arrivo del tempo di primavera.
Un mandorlo ha fiori delicatissimi, bianchissimi. Sembrano fatti di niente i fiori del mandorlo.
Ecco, “capita” che ci passo di lì: lo prendo da sotto a venire su, lui mi guarda a venire giù. Cambia la scena, come in un film povero da non potersi permettere effetti speciali.
Sono su una Vespa ritto sul predellino, papà gambe larghe che mi spiega come si leggono le cose del mondo, come i fiori di mandorlo sono primavera, come poi sarà tutto diverso, tutto nuovo, tranne me con i miei ricordi.
Ora so leggere gli alberi, i fili d’erba, i brividi ma ho così bisogno di ripassare. Mi fermo e guardo il mandorlo, il tronco ha le rughe, come me, sarà ancora quando non ci sarò, ma visto che ci sto
Dimentica i mandorli in fiore.
Non vale la pena In questa storia
Di ricordare ciò che non può ritornare.
Nazim Hikmet
Ma ogni volta ritorna questa voce lieve di mandorlo in fiore, in questa montagna che guarda il mare, che sente il vento che ha corso lungo il piano.
“Vedi, farà caldo tra poco è tempo nuovo” disse mio padre, non capivo che parlava di noi. Ora…