Antonietta Porcelli, la commessa della Standa nell’ultima puntata di: “Le Ragazze” su Rai3. Tutto è nato dal mio racconto

Antonietta Porcelli, la commessa della Standa nell’ultima puntata di: “Le Ragazze” su Rai3. Tutto è nato dal mio racconto

28 Maggio 2023 0 Di Emilio Andreoli

Appuntamento domani, lunedì 29 maggio, alle 23:15 sulla Rai3. Nell’ultima puntata del programma televisivo “Le Ragazze”, Antonietta Porcelli,  la storica commessa della Standa si racconterà. Tutto nasce da una delle mie storie che scrivo ogni domenica su queste colonne. Per una volta si parlerà di Latina come una città normale. Una città che ha tante belle storie da raccontare. Felice che qualcuno se ne stia accorgendo e felice di contribuire, con la mia penna, a farle conoscere oltre Borgo Piave.

Chi ha vissuto a Latina non può dimenticare la Standa, il primo supermercato della città. Tutti andavamo lì con gioia, soprattutto i bambini tenuti rigorosamente per mano dai genitori, per paura di perderli tra gli scaffali colmi di ogni ben di dio. Poi se qualcuno si perdeva c’era la signorina che al microfono annunciava il ritrovamento del bimbo perso.

1961 l’apertura della Standa di Latina

Fantastica la Standa con la sua prima scala mobile della città, ma solo a salire: per scendere bisognava fare le scale. Il miei scaffali preferiti erano quelli dei giocattoli e quelli per la scuola. Poi quando arrivava il natale, quei grandi magazzini, addobbati di luci e lucette, diventavano ancora più affascinanti. Ricordo Babbo Natale, all’esterno, e la fila di ragazzini per la foto ricordo. Una volta divenuto ragazzo, andavo con i miei amici ad ammirare la bellezza delle commesse che venivano chiamate “standine”.

Le “standine”

La nascita della Standa di Latina

È giovedì, quel giorno del 19 ottobre 1961, quando viene inaugurata la Standa alla presenza del nuovo prefetto Dr. Nilo Pignataro, appena arrivato a Latina. C’è una ressa incredibile. In molti sono arrivati dalla provincia per partecipare a quell’evento che cambierà lo stile di vita dei cittadini. La preoccupazione dei commercianti per l’apertura della Standa si rileverà, invece, una grande opportunità. Gli affari in città aumenteranno notevolmente per tutti. Il centro di Latina sarà ancora più frequentato, specialmente dalle persone provenienti da tutto l’Agro Pontino.

Antonietta Porcelli alla cassa con accanto due sue colleghe

Tra le commesse assunte per l’apertura c’è Antonietta Porcelli, una ragazza appena ventenne. Di statura è la più piccolina, ma si rivelerà la più brava a scovare i ladruncoli. Lavorerà nella Standa fino agli inizi degli anni novanta. Da quel giorno che ha lasciato la Standa sono passati oltre trent’anni, eppure la nostalgia di quel tempo è sempre la stessa. Vi ripropongo l’intervista che le feci il 24 novembre 2019:

Antonietta, lei è una delle storiche commesse della Standa, cosa ricorda dell’inaugurazione?

“Avevo circa vent’anni quando una mia amica mi disse che avrebbero aperto la “Standa” a Latina e che cercavano commesse. Io gli risposi che lo sapevo, le dissi che avevo letto il cartello e siccome c’era scritto che cercavano ragazze di bella presenza e io ero molto piccola di statura, avevo desistito. Lei insistette così tanto che mi convinse a tentare. Feci domanda e, con mia grande sorpresa, mi mandarono a chiamare. Il 19 ottobre del 1961 ero lì all’inaugurazione. Fu una grande emozione, il supermercato si riempì all’inverosimile. Eravamo tutte ragazze, tranne il direttore e i magazzinieri.

Quando ebbe la certezza di essere assunta?

La prova durò due mesi, poi scelsero quelle che ritennero più idonee alla vendita. Venne un funzionario da Milano e parlò con ognuna di noi, la mia fortuna fu che quel signore fosse alto o meglio, basso come me. Mi disse che i grandi uomini erano stati tutti piccoli di statura, capii da quelle parole che il posto era mio.

Io la ricordo a due piani con la scala mobile, inizialmente come era?

All’inizio la “Standa” era solo su un piano e dopo un paio d’anni fecero anche il piano superiore. Al piano terra c’erano i trucchi a destra, poi i dischi vicino la scala mobile. A sinistra c’era l’abbigliamento e giù in fondo tutto il reparto alimentare. Al primo piano c’era tutto per la scuola, per il bagno e la ferramenta. Poi scendevi qualche scalino e trovavi l’intimo, le calzature, reparto neonato e la valigeria.

Io so che lei era bravissima a sventare i furti con destrezza, come scopriva i ladruncoli?

Mi ero specializzata nello sventare furti perché ero bassina e non si accorgevano di me. Riuscivo quasi a prendere il doppio dello stipendio, perché mi davano i premi per il recupero della merce trafugata. Non potrò mai dimenticare quando pizzicai un parroco che aveva messo in tasca una mutandina rossa da donna, ma anche un noto avvocato, che mi disse “lei non sa chi sono io” gli risposi che lo sapevo bene e di cacciare fuori tutto quello che aveva messo in tasca. 

Qualche altro aneddoto?

Ricordo una bellissima signora di cui non posso fare il nome, perché molto conosciuta. Veniva sempre con il suo amante a scegliere la biancheria intima che gli mostrava da lontano, e lui le dava l’assenso. Dei personaggi mi vengono in mente Marta Marzotto, che venne a presentare la sua linea di lingerie e un giovane Vittorio Sgarbi, che presentò uno dei suoi primi libri.

Lei ha lavorato trent’anni alla Standa, delle sue colleghe cosa dice?

Penso con affetto a tutte loro, in particolare la capo reparto Lidia Muzi. Con molte di loro sono ancora in contatto. Delle ragazze ne ricordo una bellissima, Carla Bertoncin, figlia di un noto artista di Latina. Lavorò con noi qualche anno e nel suo reparto c’era sempre una fila interminabile di ragazzi. Comunque posso dirlo, alla “Standa” mi sono sentita bella.”

Il contatto con la Rai e la mia incredulità

Venerdì 23 settembre 2022: il caldo è ancora asfissiante. Meglio stare al mare e goderselo un altro po’, visto che in città si boccheggia. A settembre poi è stupendo: acqua trasparente, poche persone in spiaggia e quella brezza leggera che ti lascia respirare. Tanto prima o poi arriverà l’autunno e se ne parlerà il prossimo anno. Mentre mi godo tutto questo, mi arriva una telefonata dalla mia caporedattrice, Nadia Virgini: “Emi’ guarda che un signore della Rai ti sta cercando, gli posso dare il tuo contatto?” “See, mo me stanno a cerca’ dalla Rai”. Le ho detto incredulo.: “Adesso ti giro il messaggio”. Caspita! Allora fa sul serio, ho pensato.

Il messaggio era vero

La telefonata del redattore Ferdinando Schiavone

“Salve Emilio sono Ferdinando Schiavone, redattore del programma “Le Ragazze” che andrà in onda la primavera prossima, sulla Rai tre. Stavamo cercando una commessa degli anni sessanta. Abbiamo fatto una ricerca sul web ed è uscito il tuo articolo. Lo abbiamo letto e c’è piaciuto molto. Vorremmo contattare la signora Antonietta Porcelli, da te intervistata, per inserirla in una puntata del nostro programma che quest’anno sarà condotto dalla giornalista Francesca Fialdini”

Con molto piacere mi sono messo a disposizione. Ho contattato subito il mio amico Massimo Porcelli, fratello della signora Antonietta, e dopo il suo assenso e la nostra promessa di un patto di riservatezza, la grande macchina televisiva si è messa in moto. I tecnici del programma sono venuti a Latina più volte. In una di queste sono stato presente e ho avuto modo di conoscere la troupe del programma, tutti super professionisti.

Allora domani, lunedì 29 maggio alle 23:15, mi raccomando, sintonizziamo il televisore sulla Rai3 per goderci i ricordi della mitica Standa di Latina, raccontati dalla “Standina” Antonietta Porcelli. La quale mi ha ringraziato più volte per l’inaspettata notorietà, e questa volta nazionale.

Le belle “Standine”

Almeno non si parlerà di Latina per la criminalità o per altre brutte cose. Questo per me è motivo di grande soddisfazione. Ancora qualche giornalista indica Latina, seconda città del Lazio, come un paesino vicino Roma. Addirittura, qualche settimana fa, su una rivista molto conosciuta, due giornaliste hanno redatto un articolo sugli abiti da sposa donati da Audrey Hepburn, tra questi quello donato alla prima nata di Littoria, Amabile Altobello, fin qui tutto vero. Hanno scritto poi che era una contadina di Borgo Carso, un paese vicino Roma… Incredibile, come può un borgo diventare paese e , tra l’altro, in provincia di Roma?!

La Standa anni sessanta

L’articolo che ho scritto sulla Standa circa quattro anni fa è inserito nel mio ultimo libro, pubblicato lo scorso anno: “Latina nei miei racconti. I luoghi di aggregazione”. il libro lo potete trovare nella libreria Manzoni in Corso della Repubblica, da Tutto Scuola dei fratelli Sicconi in via Emanuele Filiberto, nell’edicola Cormio sempre in via Filiberto e nella libreria Cart Book in via Giulio Cesare.

La Standa anni settanta

Dopo la breve pausa pubblicitaria, ringrazio innanzitutto Antonietta Porcelli che si è prestata affinché tutto ciò si realizzasse. Ringrazio per la gentilezza e la professionalità il redattore Ferdinando Schiavone, che mi ha sempre tenuto aggiornato, e anche i tantissimi lettori che hanno cliccato sul mio articolo, facendo alzare l’algoritmo di Google che determina il posizionamento dei risultati di ricerca. Insomma non perdetevi questo appuntamento.

Buona visione a tutti.