Alla Feltrinelli di Latina è arrivata la Signora delle Nuvole

Alla Feltrinelli di Latina è arrivata la Signora delle Nuvole

7 Ottobre 2023 0 Di Davide FacilePenna

Latina è città in perenne equilibrio (anzi disequilibrio) tra bruttezza (un po’ troppa) e bellezza (troppo poca). Certo è che quando la becchi la bellezza ti riempie tanto occhi e cuore, che quasi ti dimentichi della bruttezza. Giovedì la bellezza alla Feltrinelli di Latina ce l’ha portata lo scrittore Mirko Zilahy che ha presentato il suo nuovo libro “Nostra signora delle nuvole”.
Zilahy è noto per i thriller con protagonista il Commissario Mancini, ma questa volta ha cambiato registro e toni passando al romanzo di formazione personale. Ha raccontato la sua di formazione ed il rapporto con la mamma
Annarita morta nel 1998 quando lui era poco più che un ragazzo e le due sorelle, Isabella e Chiara, appena bambine. Un racconto triste e allegro insieme, personale ma anche collettivo. Una storia familiare che potrebbe essere tranquillamente la storia di ognuno di noi. Una storia vissuta per u periodo (dai sette ai vent’anni) da “straniero” a Latina e conclusa proprio con la morte della mamma. Mirko, in total black (retaggio dei romanzi precedenti?) ha raccontato a Stefania De Caro ed alla folla di lettrici in religioso ascolto, che prima di partire da Roma, dove vive con la sua attuale e famelica tribù, ha fatto una sola telefonata. Ha chiamato la sua insegnante di Latino e Greco del Liceo che è una delle persone di Latina cui lui deve di più “E’ lei che mi bocciò al Ginnasio e fece bene”. Perché l’odierno scrittore amava così tanto le lettere che al Dante Alighieri ci è rimasto ben sette anni, invece che i canonici cinque. Poi però, ha recuperato ampiamente, diventando uno scrittore affermato dopo un dottorato al Trinity College di Dublino e tante traduzioni importanti (alla Feltrinelli trovate la sua di traduzione del Cardellino di Donna Tartt).
Ride Mirko mentre parla e racconta del suo battesimo pontino avvenuto con sonoro schiaffone da un autoctono alla Lottizzazione Cucchiarelli, seguito da un netto rifiuto amoroso da parte di una sua compagna di scuola. I due fatti vivaddio non erano collegati. Era solo il nostro curioso modo di dare il benvenuto ad un estraneo che, però, ci metteva pure del suo per non farsi capire subito. Ti pare che potevamo capirti proprio noi? Coi tuoi sette nomi (Mirko, Aldo, Ugo, Valerio, Riccardo, Angelo, Maria) e con quel cognome De’Gyurgyokai Zilahy da centrocampista della Honved di Budapest? Perché Mirko, sappiatelo, è, d’origine mezzo ternano e mezzo ungherese (anche se nessuno l’ha mai sentito spiccicare una sola parola nella lingua di Sandor Marai). Politicamente se tornasse a vivere nelle terre d’origine delle famiglie dovrebbe scegliere tra Bandecchi e Orban. Mica facile eh?

Pare ci si commuova e molto a leggere il nuovo libro. Io, in quelle pagine, ci ho visto speranza e gioia. Almeno nella versione con cui ce le propina questa stramba cosa che si chiama vita, cioè mescolandole col dolore e la tristezza.
Come l’ingiusto dolore della perdita di una mamma quando sei ancora troppo giovane per accettarlo ma che, forse, lascia dentro di te una scintilla che poi produce un meraviglioso incendio. La “nostra signora delle nuvole” mi sa che
alla fine le ha soffiate via le nuvole, mostrando un sole che illumina quelle bianche pagine che vanno colorandosi d’inchiostro e d’amore ogni giorno di più.

PS Io l’ho conosciuta Annarita. L’ultima volta la vidi sul treno Latina-Roma mentre andava a fare una di quelle orribili terapie per i malati oncologici e Mirko l’accompagnava. Per una strana perversione del destino vent’anni dopo capiterà la stessa cosa pure a me con mio padre. In quell’occasione di tanti anni fa, la signora delle nuvole disse una cosa bellissima di me. La conserviamo io e l’uomo dai sette nomi come uno dei ricordi che ci legherà per sempre.