Latina: Facile Penna cronista dentro la festa di piazza del popolo e l’inedita Celentano-Fiorello

Latina: Facile Penna cronista dentro la festa di piazza del popolo e l’inedita Celentano-Fiorello

1 Gennaio 2024 0 Di Davide FacilePenna

Era dai tempi dell’A.C. (Ante Covid) che non azzardavo il Capodanno in piazza a Latina. L’ultima volta a Piazza del Popolo c’erano Lillo & Greg (evviva la f…evviva la f….evviva la figlia dell’ortolano che c’ha la fre….c’ha la fre..) ed un Sindaco diverso. Era Damiano Coletta che, nella confusione della festa, sbagliò l’inizio del countdown, ma poi si rifece stringendo le mani praticamente a tutti quelli che stavano in piazza.
Quest’anno, complice il clima mite, mi sono ri-avventurato allo scoperto; anche perché il Comune le ha azzeccate tutte le celebrazioni natalizie (spettacolo dei droni a Santo Stefano e concerto gospel del 25 dicembre su tutte)
Lo so, lo so. Sarà pure la solita storia di “panem et circenses” e che ci sono cose più serie cui un’amministrazione comunale deve pensare, ma se non fanno un po’ di “circenses” poi ci lamentiamo tutti.
In vero, sono state iniziative poco in linea con certe sparate tradizionaliste e sovraniste degli esponenti nazionali di Fratelli d’Italia, che è anche del partito della sindaca Celentano.
A me è andata benissimo così e ho la sensazione che al di là delle chiacchiere manco loro ci credano davvero a certe uscite su presepi, tradizioni e razza.
Pure il Capodanno pubblico ha seguito l’azzeccata linea “eretica di fatto” del resto delle celebrazioni. Piazza piena (anche se non stracolma) e totalmente multietnica. Molti ragazzi e ragazze che stavano in prima fila erano d’origine straniera. Hanno cantato e ballato felici in mezzo ad un po’ di autoctoni, malgrado la pioggia.
La musica era dei Tutti Frutti del mitico Zazzarini, che col suo Rhythm and blues ha praticamente navigato in mezzo alla migliore musica americana, dagli anni ‘60 ‘ agli anni ’80.
Ad un certo punto, alle mie spalle, un signore, un poco alticcio, è riuscito in un incredibile miracolo (o orrore) ideologico-musicale. Prima si è scatenato sulle note di “voglio la pella neraaaaaa” poi ha urlato “viva Mussolini”, infine ha abbracciato due ragazzi indiani (divertiti) dicendogli “dajeeeee…. voi siete Italiaaaa”.
Il Sindaco Celentano, salita sul palco, ha azzeccato il countdown e provato pure a fare un po’ il Fiorello della situazione nei minuti precedenti la Mezzanotte.

Mi sa che non è proprio il mestiere suo quello dell’intrattenimento (per età e temperamento) ma poco importa. La dobbiamo giudicare come amministratrice, mica come capo-villaggio.
Però è stato stupendo vedere che i più convinti a rispondere “siiiiii” alle domande simil-rockstar della Sindaca (siete caldiiii? siete feliciiii? vi piacciono i concerti?) erano dei ragazzoni altissimi e neri (miracoli del blues?) che non si sono fermati un momento.
Bello pure lo spettacolo coi fuochi d’artificio finale che uscivano da dietro il portico dell’Intendenza di Finanza; sembrava la scena dei fuochi pirotecnici alla Porta di Brandeburgo che fanno vedere ogni 31 dicembre al TG1.


Note stonate? I maledetti botti sparati da qualche fenomeno intorno alla piazza che ci hanno scassato i cabasisi ed hanno insozzato un po’ la poesia della festa.
I botti et similia mi hanno fatto sempre schifo e ben prima che diventassero d’attenzione pubblica per la canina sensibilità.
Mentre i “terroristi acustici” mi sfondavano i timpani mi è rivenuta in mente tutta polemica sul divieto dei botti in città (si, no, si, forse, un poco si e un po’ no) ed ho pensato a quanto possano essere inutili anche le migliori e più giuste delle ordinanze se non sei in grado di farle rispettare.
Vale per Latina ma pure Bologna, Roma o Aprilia. Che le facciano o meno le ordinanze anti-botti mi sa che poi nessuno riesce a farle rispettare, se permettiamo produzione e vendita degli stessi nelle settimane prima delle feste.
Anche perché il Sindaco di turno dovrebbe avere, la notte di fine anno, centinaia di agenti di polizia locale da disseminare su tutto il territorio comunale con tanto di migliaia di decreti di perquisizione domiciliare firmati
dalla Procura (mica possono imboccare in ogni casa d’iniziativa appena sentono un rumore sospetto).
Soluzioni estreme? Vietare totalmente la vendita e produzione di tutti i botti. Però rimarrebbe il problema di quelli illegali che, tra l’altro, aumenterebbero il giro d’affari e pure l’interesse della criminalità.
Soluzione possibile? Che si appellino in ogni dove come cazzoni quelli che li “sparano”, finché la “bottossa” pratica diventi una cosa da totali sfigati. Devo dire che sobbarcare di questa impresa titanica i Sindaci da soli mi pare
un poco troppo.

PS Auguro un 2024 “tutti frutti” ad ognuno dei pochi lettori delle mie boiate.