Il “cambio” europeo e la nascita di leader senza frontiere

Il “cambio” europeo e la nascita di leader senza frontiere

12 Giugno 2024 0 Di Lidano Grassucci

Premessa: questa analisi va letta tenuto conto che il partito più forte in provincia di Latina, nel Lazio, in Italia e in Europa è quello degli astenuti. La politica sta diventando cosa per pochi. Come se la libertà fosse problema indifferente. Un problema grave, una emergenza nel nostro modello di vita civile.

Ma cosa hanno cambiato le elezioni europee nella politica pontina? Andiamo per ordine. Dal punto di vista della classe dirigente con 120 voti personali, Nicola Procaccini, e oltre 40.000 Salvatore De Meo, rispettivamente di Fratelli d’Italia e Forza Italia , i leader nuovi sono loro. Qui a Latina c’è latente un nuovo mondo di cui vediamo la punta dell’iceberg. I due non sono solo riferimenti locali ma hanno una dimensione che supera il campionato di serie C che facciamo qui e giocano in A. Per Nicola Procaccini parlano numeri e passaggi TV nazionali, De Meo sta, per preferenze nell’ intero collegio dell’ Italia centrale, dietro solo a Tajani e brucia candidate come la Polverini e la Mussolini. Mica scontato. Certo vanno a Bruxelles ma pesano qui. Il primo dovrà lavorare per fare del grosso consenso su Fratelli d’Italia, un grande partito con una classe dirigente competitiva, coraggiosa, capace di giocare in qualsiasi competizione anche quando è inattesa. De Meo deve inventare una nuova area politica dialetticamente alleata con FdI anche perché la sinistra deve ragionare su se stessa e chiedere alle leadership nazionali perché hanno “abbandonato” il campo di confronto non candidando alcuno nel Lazio meridionale. Ci sarà un rimescolamento nel fronte dei moderati, nell’ area del partito popolare europeo, questa area, comunque aggregata, sarà o il contraltare o un alleato “nervoso” . Comunque non sono risultati neutri e “la storia siamo noi, nessuno si senta escluso”.