La costumanza dei popoli e la legalita’

La costumanza dei popoli e la legalita’

12 Luglio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Esisteva nel mio mondo non la legge degli italiani ma la costumanza degli uomini. Gli uomini non erano costretti al rispetto degli altri dalle punizioni ma dal dovere che avevano verso la loro coscienza, verso chi era prima e verso chi aveva fatto il giusto quando lo doveva. La costumanza era questo, neanche un vincolo religioso ma laico verso il vivere insieme. La costumanza si faceva come abito assoluto ai bisogni emergenti e in caso di memoria smarrita era il saggio, quello che aveva più visto, sentito, che aveva più cuore a indicare la via che non aveva obblighi ma la coscienza di fare quel che si doveva. Contava l’umano e non il principio, contava il soffrire da evitare e non la pena da infliggere. Vengono dal piano e cercano di capire quel che non possono sapere. È costumanza non creare dolore, è costumanza non pregare se non credi, è costumanza amare se ami, rispettare i bambini e gli anziani costi quel che costi che il denaro non conta. Confraternita dalla buona morte perché nessuno sia senza sepoltura, nessuna legge lo dice ma la pietà sì. Il nostro mondo si è infarcito di regole, ha creato un esercito di giudici , ha escluso il libero arbitrio per l’ obbedienza senza coscienza. Non la legge degli uomini ha l’esclusiva della convivenza, ma la costumanza dei popoli. Legalità? Credo sia più forte lealta’, costumanza. E’ costumanza che le regole siano nella coscienza non fuori da noi.