
Luigi Imperia quello che non chiamo’ Carlo Magno a riparare la TV: può avere mire espansionistiche
3 Febbraio 2025Aula del tribunale di Latina, quella intitolata a Giorgio Zeppieri, sono le 12.
L’ aula si riempie, è grande.
Di chi è il processo?
Sempre più gente. Le facce sono come di chi ha un ricordo, paiono tutti testimoni. Entrano, si siedono.
Ma? Non ci sono giudici, non ci sono accuse, manco difese. Ci sono donne e uomini per un ricordo. Un ricordo. Ricordo di Gigi Imperia, Luigi. Lui di questo foro è stato avvocato, ma prima ancora uomo
Il presidente dell’ordine degli avvocati, Gianni Lauretti apre, accanto a lui Peppe Ibello e i familiari. La moglie Melina, i figli Andrea e Aleandro. Tra il pubblico con la sua massa di ricci la sorella Simonetta che di lui condivide tempesta di testa che ricorda : mi diceva liggi, e liggi …
Come iniziare? Vedete descrivere un uomo davanti a chi ha di lui la memoria mica è scontato, manco facile. Anzi. Poi per Luigi Imperia va bandita la banalità, la retorica. Quindi?
Ricordano un avvocato che giocava a pallone e si vedeva il migliore, che imitava gli altri così bene da essere un attore. Un Goliarda capace di entrare in un pranzo di nozze e farsi invitato. Un avvocato che segue le cause lungo la stretta del paese senza ufficio, senza carte, ma col mestiere di essere uomo e dice ai colleghi di citta’ “vedete così si fa”.
Tocca a me, mi chiedono: ma tu che dici?
Mi tocca e dico , quello che ho sempre pensato di lui: “era intelligente”. Lo era per nascita, per DNA, lo era per cultura, perché l’ aveva coltivata nei libri, nei bar, nel campo da calcio, ascoltando e dicendo, per la sua Cori. Gli parlava la faccia.
Era un uomo rinascimentale con le virtù che si sommano e non con la sottrazione delle specializzazioni. Scovava libri, restituiva emozioni, mai banalità. Sentiva la politica, la sentiva anche per scelta di parte ma capace di farsi parte anche di chi stava davanti a lui. Si mischiò anche con noi menscevichi, ma dialetticamente avrebbe detto Giorgio Gaber.
Era avvocato e sapeva che il torto forse è solo un errore di chi vede troppo diritto e la vita non e’ una linea ma un arabesco.
Ciascuno il suo ricordo, come quello di Chicco D’Erme che gli suggerisce come tecnico della TV un tal, Carlomagno, e Gigi rifiuta “questo no, ha mire espansionistiche”. Genio delle battute nate nel bar o nei campi di calcio
Intervengono Massimo Rosolini, l’ avvocato Angelo Palmieri, Aielli, Carlo Bassoli, il sindaco di Cori Mauro De Lillis, il past sindaco di Cori Tommaso Conti, Giuseppe Pesce.
L’ ultima volta lo vidi davanti al Mimi, brillante come sempre che i nostri accenti si sentivano e lui: sezze’ ma che vu di’. Era per dire che avevamo una “Patria lontano”.
Il ricordo era organizzato dall’ ordine degli avvocati di Latina