
Tutta colpa di Barany: come ci assolviamo pelosi
3 Febbraio 2025 1 Di Lidano GrassucciCamillo Barany è un povero Cristo dentro una storia comunque più grande di lui. Ma in verità manco posso dire che sia un povero Cristo, perché era pure ebreo.
Personalmente sono antifascista fino al midollo. Senza se e senza ma, quando passo a piazzale Loreto a Milano non provo compassione ma odio. Odio pieno contro chi da uomo della provvidenza, quando era in gloria, si e’ trasformato in fuggiasco con cappotto tedesco, nella disgrazia.
Ma, Barany era uomo del suo tempo vile, come il 90% degli italiani al tempo del consenso, come tutti i professori universitari salvo un manipoli, 4 gatti.
Cesare Bruni, che a Sezze lo avrebbero chiamato micchifoco, ha fatto una proposta di intitolazione di una strada al nostro in quel di Latina sul filo sottile dell’ ambiguità, lui è consigliere comunale.
Il bello è che lo hanno inverato nel suo progetto, i puri. Gli hanno dato la scena (del resto è di Roccagorga e i granunchi si i magna) .
Ecco come.
Questo Barany è diventato la guerra d’Etiopia in toto, fino a farla da solo:
lui, Barany, ha voluto dare un impero all’ Italia; lui, Barany, ha fatto i piani di invasione;
lui Barany ha deciso che mortai usare;
lui Barany, ha deciso dell’ uso dell’ iprite contro gli etiopi e, siccome lo stesso metodo hanno usato un poco dopo gli americani in Vietnam, Barany c’è entra pure lì.
Amici miei: l’ iprite l’ hanno usata gli italiani, nessuno si senta escluso, forse l’ unico escluso è proprio so Barany che rischiava di respirarla l’ iprite. Tutti i nonni dei puri, con le dovute eccezioni, mio nonno Lidano aveva camicie di tutti i colori, nessuna nera.
Lo zelo a volte è peloso: comodo direi e dire che la colpa è di uno.
Quando Mussolini proclamo l’ impero: “mi telegrafa il maresciallo Badoglio, le truppe vittoriose sono entrate in Addis Abeba”, Piazza Venezia era piena, come tutte le piazze italiane festanti ascoltando la radio quasi in estasi. Barany era ebreo ma n’ha acciso Cristo, e gli italiani la debbono smettere di farsi antifascisti cercando capi espiatori.
Avrei intitolato la strada a Barany? Forse no, o forse avrei rilanciato con: piazza delle vittime dell’ iprite che usammo per farci Imperiali. E avrei parlato del fascismo che è in noi ogni volta che ci facciamo squadracce contro uno, che ci uniamo al coro. L’ Etiopia è una guerra di conquista italiana non l’ avventura solitaria di Barany.
Comunque Cesare Bruni, da buon rocchitto (originario di Roccagorga) , ha ritirato la mozione di intitolare la strada a Camillo Barany, la sua provocazione ha già funzionato.
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Info sull'autore
Direttore di Fatto a Latina. Giornalista professionista, laureato in scienze politiche, è stato direttore de Il Territorio, Tele Etere, Economia Pontina, Latina Quotidiano, caposervizio presso Latina Oggi e autore di numerose pubblicazioni. E' presidente dell' associazione "la scelta per Davide, Latina amica di Israele", presidente della giuria del Premio Camilla del Comune di Priverno. Portavoce del premio internazionale di fotografia Città di Latina
…questo sanno fare, dalla prima all’ultimo: dividere, provocare…il “potere” non serve a far funzionare un paese, una città, serve a creare odii e divisioni, a creare nemici nuovi…