La rinascita di una chitarra. Design e artigianato nella Huma Liuteria

La rinascita di una chitarra. Design e artigianato nella Huma Liuteria

4 Maggio 2019 0 Di Antonella Andriollo

Quando mi hanno dato la possibilità di scrivere un articolo per il primo numero  del “Fatto a Latina” con tema la rinascita ho pensato subito a Huma Liuteria, Guz il ragazzo che ripara le chitarre.

Vado a trovarlo nel suo piccolo laboratorio a Latina.

È pomeriggio, il sole risplende, attraverso la strada e provo a bussare, noto il corpo di una chitarra appesa dietro la porta di vetro. È aperto, entro, saluto e chiedo di Guz, mi indicano una bottega sulla destra; ecco la Huma Liuteria, ed ecco Guz: sta in piedi  immerso nella riparazione di una chitarra elettrica nera lucida, di sottofondo la musica dei “Nasum.”

Ci salutiamo e mi invita ad accomodarmi.

Osservo le sagome appese, gli strumenti da lavoro ben ordinati, le chitarre che attendono di essere riparate: sembra di essere dentro uno studio medico.

Noto le sue mani mentre ripara la chitarra, mani che leggono il legno, lo curano e lo fanno risuonare.

 

Huma Liuteria, l’artigiano

Emanuele in arte Huma Guz ha 40 anni è vegetariano e ama gli animali. Alto, moro, occhi azzurri, baffi e basettoni, un uomo tutto d’un pezzo, un tipo DOC e IGP per intenderci. Oltre alla lavorazione del legno e suonare la musica rock e metal, ama fare “trekking invernale” nelle montagne della provincia e non solo, spingendosi oltre verso la Ciociaria e l’Abruzzo.

 

Mentre Guz  è alle prese con il circuito elettrico della chitarra gli chiedo come si è avvicinato a questo mestiere.  

Senza interrompere la riparazione, mi racconta di aver preso dimestichezza con la manifattura del legno in tenera età poichè viene da una famiglia di artigiani. Da adolescente ascolta la musica degli Iron Maiden dopo aver passato giorni a disegnare Eddie, la mascote del gruppo, decide di voler suonare la chitarra elettrica. Nonostante fosse bravo a lezione, piuttosto di fare l’università, scieglie di trasferirsi a Gubbio per seguire la scuola di liuteria classica per maestri archettai-liutai.

Col passare degli anni intraprende corsi di liuteria moderna a Roma dove impara a costruire e riparare strumenti a cassa, amplificare strumenti acustici, costruire i solid body e lavorare sull’elettronica dei pick-up e volume.

Dal modo in cui parla si percepisce la passione e la conoscenza della liuteria, io la sua allieva, lui, maestro paziente. Mi spiega come si scelgono e si incollano le essenze di legno per far suonare meglio gli strumenti. Come gli intarsi non hanno solo una funzione estetica ma anche una funzione di rinforzo meccanico, l’importanza dei tasti e saperli montare bene nel manico.

 

“La chitarra elettrica è uno strumento recente, c’è ancora molto da imparare e modificare volendo.”

 

Per esempio la “Telecaster”,  creata da Leo Fender, la prima solid body destinata ad una produzione di serie negli anni 50, fu chiamata così in onore all’invenzione che in quel periodo avrebbe cambiato la storia dell’uomo: la televisione.

 

“Chi suona uno strumento vorrebbe anche saperlo aggiustare”.

Quindi per chi volesse fare il liutaio è fondamentale saper suonare uno o più strumenti?

 

“La liuteria moderna è un insieme di più lavori: le basi meccaniche per la costruzione del corpo e manico in legno, nozioni di capacità elettroniche per fare una circuitazione sia passiva che attiva, la verniciatura e farle andare daccordo.

Essere un discreto chitarrista aiuta, quando provi gli strumenti che hai riparato devi comunque conoscere diverse tecniche per valutare se suona bene o se deve essere riparato. Per quanto uno si può attenere a degli standard, è importante che il liutaio stesso sappia come deve suonare lo strumento”.

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Vipera, neck-through-body, modello di chitarra elettrica realizzata nel laboratorio di Huma Liuteria

Qual è il tuo prossimo traguardo ora che sai riparare le chitarre?

 

“Mi piacerebbe creare una linea di strumenti miei. Aver fatto tante riparazioni e personalizzazioni ti fa notare e prevenire gli errori di fabbricazione e così piano, piano ho potuto imparare a realizzare uno strumento di buona fattura, dalle chitarre ai bassi elettrici, con solid body belli ed equilibrati.

Ci vogliono minimo dalle 150 alle 200 ore di lavoro per ogni strumento che creo per cui è possibile costruire solo 3-4 chitarre all’anno, con tutta la cura necessaria.

Non uso macchine a controllo numerico, sono molto “analogico” e poco digitale, uso il computer come un elettrodomestico. Ciò nonostante penso  che i social  possono essere una grande opportunità di condivisione e confronto per piccole realtà artigiane.

Il mio strumento preferito è la sgorbia perchè sgorbiare è un po come scalare la montagna… pian pian e facendo attenzione si ottengono grandi risultati”.