Ciao Gianni, la “grazia” piacevole del socialismo

Ciao Gianni, la “grazia” piacevole del socialismo

11 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Mi capirete, ma oggi è giorno triste per me. E’ morto il compagno Gianni De Michelis, nella sia Venezia. Compagno socialista, uno che ha “significato” nella mia vita. Era colto, preparato, acuto, intelligentissimo. Una volta, era ministro degli esteri, parlò dei balcani e della politica di dismissione della ex Jugoslavia, una lezione finissima da profondo conoscitore del mondo. Io non ero craxiano, non lo condividevo nella linea di tracciare al socialismo italiano percorsi nuovi fuori dal rigore marxista, dell’etica azionista, dal mostrarsi diversi dall’essere e forse questa sua chiarezza si deve alla sua formazione protestante. Ballava mentre faceva politica, gli piaceva il bello in una politica dove la bellezza era bandita per la tristezza di “soffrire in questa valle di lacrime”. Coinvolto nell’infamia di tangentopoli, coinvolto nel percorso di cancellazione del socialismo italiano è rimasto a questa “fede” fedele, rigorosamente fedele.

A noi giovani socialisti di allora, oggi “reduci” di un sogno, la bellezza di quel sogno che è la libertà, libertà da ogni luogo comune, da ogni via tracciata, dal non doversi vergognare dal ridere, dal vivere e dall’apprezzare il bello.

Il nostro socialismo non era, e non è, tutti identici in corriera, ma tutti belli in Alfa Romeo Duetto, e la bellezza non era peccato a dio, bestemmia alla rivoluzione, ma Grazia di questa vita.

Ciao compagno Gianni, che un giorno tutti noi socialisti ci si trovi nei campi elisi della rivoluzione a litigare su come fare “il paradiso dell’avvenire”.