Il caso Salvini, l’eresia alimentata dai sanfedisti del bel pensare

Il caso Salvini, l’eresia alimentata dai sanfedisti del bel pensare

27 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Matteo Salvini fa il suo, ed è bravo, ma ha anche trovato lungo la strada non delle volpi ma delle galline padovane. Perché lui parlava a suo favore, gli parlavano altri male di lui, ma tutto parlavano “solo” di Salvini. L’elettore dalla destra estrema alla sinistra spinta, sapeva che Salvini c’era, degli altri si “sapeva” meno. Gli scienziati della comunicazione algoritmica hanno contato i “mi piace” alle estremizzazioni antiMatteo, ma non hanno calcolato l’effetto martire per Matteo. Lui dice cose semplici, gli altri lo attaccano con cose complesse: si capisce la difesa, innervosisce l’attacco. Salvini scrive sulla maglietta dove sta, o con chi sta, gli altri lo ridicolizzano ma non si sa mai dove stanno loro e con chi, e l’elettore li immagina in posti comodi, sicuramente più comodi di dove sta la gente. Salvini fa strappare gli striscioni contro Salvini, ma nessuno capisce che lui, Matteo, così sta in piazza ed anche nelle finestre. Salvini interpreta una Italia che c’è sempre stata: paurosa, conservatrice, che gira poco, che ha bisogno del nemico (ma senza far la guerra), che difende la casa. Una Italia che la Dc seppe per decenni tenere ancorata ad una cosa che per loro era “sovrastruttura” inutile, la democrazia. La Dc aveva un cervello progressista, messo in un corpo conservatore. Salvini da a quel corpo in cervello coerente: non dice più “vi insegno a vivere”, ma “vivete come sempre” al resto penso io. Gli altri? Appaiono pensanti ad altro, parlano di Europa ad una Italia che ha per orizzonte l’angolo di casa e lo straniero (dai lanzichenecchi in poi, e a noi non piacciono i turchi alla marina, ma neanche i baffi di sego che passano alla montagna) .

La sinistra crea “nemici” quando non ha “tempo” per creare idee. E i nemici, come nelle arti marziali orientali, si caricano della sua negatività. Salvini non salverà il mondo, non lo distruggerà, lo renderà solo più mediocre, ma per dirlo ci vorrebbe un sogno di società, non il  bisogno del nemico.