Sezze-Priverno/ Marzia e Federica, l’importanza del tè e l’insignificanza delle deleghe

Sezze-Priverno/ Marzia e Federica, l’importanza del tè e l’insignificanza delle deleghe

12 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

Del mio paese di origine (Sezze naturalmente) proprio, e vi assicuro c’ho provato, non riesco ad appassionarmi delle “deleghe” ritirate dal sindaco. Trovo più interessate il “ritiro” della maglietta lavata in lavatrice, trovo che la cosa avrà, nella millenaria storia setina lo stesso peso di un ghianda caduta al Monumento (o come diceva, scandendo le parole una ad una, il mio maestro Silvio Sacripanti: Parco della rimembranza). Trovo interessante invece il “moto” popolare sulla statua a San Lidano a Santa Maria, lo sfottò con Priverno sulle pastarelle. Trovo queste cose vere e vive, e le trovo identitarie, diciamo come medicina alla periferizzazione della città (tra l’altro stiamo diventando, con deleghe o senza, periferia di Latina che è già periferia di Roma, quindi periferia di una periferia). Se i cittadini voglio partecipare alle scelte di una piazza è segno di forza, è debole, invece, chi impone chi ha bisogno non di devozione ma di feticci, è forza vitalista l’idea delle due consigliere comunali Marzia Di Pastina e Federica Fiorini che almeno hanno detto qualcosa, che si sono messe in gioco e siccome sono nel mondo, e non nascoste dal mondo, hanno capito che oggi contano i simboli e le narrazioni, non le deleghe. Chissà se a Piazza San Pietro sanno che la qualità della vita, le eccellenze delle comunità si misurano non sul nome degli assessori, ma su cosa metti sul piatto della sfida per la qualità del mondo. Domani non sta nei riti scimmiottanti la politica nazionale, o le nazioni unite, ma nella originalità di “partecipare”.

Il consiglio comunale di oggi sulla statua di Lidano andrà deserto, non è una bella cosa. Non è una bella idea, su questo in Consiglio si doveva discutere tra libere coscienze e non pesare le costrette volontà. Ma non si sanno ancora le sorti di Calvano, le quote rosa, le alchimie verdi di consiglieri che sono un poco della Lega, ma passato il Brivolco, un poco di Forza Italia, ma da Mesa di Pontinia.

Direte e voi parlate di pastarelle? Sì, come parlava nel 1600 Alessandro Tassoni di Secchia rapita, o ancor prima come parlavano i romani di liti con i sabini, tra ratti (ci rubavano le donne) e oche del Campidoglio, o di Atene e la sua democrazia contro Sparta e le sue virtù. Dite che so sciocchezze, che Marzia e Federica sono fuori tempo, che è utile altro? Sapete come è nata la più importante democrazia del mondo, gli Stati Uniti? Mica per un rimpasto di giunta ma per il tè, si per una banale tazza di tè. E di questa roba fece quel che stanno facendo Marzia e Federica un signore che si chiamava Benjamin Franklin. E mo dite che so cazzate.

 

Nella foto una caricatura sullo scontro per la tassa sul tè che determino l’indipendenza americana