Cisterna e i ragazzi del muretto: i giovani e i loro valori

Cisterna e i ragazzi del muretto: i giovani e i loro valori

17 Giugno 2019 0 Di Luca Cianfoni

In tempi non troppo lontani, quelli dei nostri genitori, che oggi sembrano lontanissimi, i giovani erano soliti avere un punto di ritrovo nel loro tempo libero. A Cisterna ci si ritrovava, sotto al Comune vecchio, sulla scalinata della Piazza “viola” (al tempo Piazza Amedeo di Savoia), alla Fontana Biondi o sulle scalette di Piazza San Pietro, a Cisterna vecchia. Si scendevano le scale, si attraversava una strada e a pochi passi ci si ritrovava in un ritrovo comune, dove ci si sentiva al sicuro, una seconda casa insomma. Se si voleva andare a chiamare un amico che quel giorno non si era visto? Facile, si arrivava sotto casa sua e si suonava al citofono: “Signora può scendere Gianni?”, “Oggi no, Gianni non può uscire!”.

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Il vecchio palazzo comunale su Corso dell Repubblica

I giovani ci vanno ancora al muretto?

E ora? Ora come sono cambiate le abitudini dei giovani? Nel loro tempo libero, che si appresta ad essere illimitato ora che è finita la scuole, si incontreranno in piazzetta? Faranno le “vasche” su e giù per il Corso? In questa era in cui tutto è comunicazione e condivisione, come vivono il loro tempo libero i ragazzi? Ad una prima analisi superficiale verrebbe da dire: “Eh purtroppo oggi si è persa la voglia di ritrovarsi di una volta, ormai stanno tutti piegati sui loro telefoni e non parlano più, non hanno più valori“. Siamo esattamente sicuri di tutto ciò?

I valori dei giovani

Se i giovani non hanno più valori allora la prima critica sarebbe da muovere nei confronti di chi quei valori ce li avrebbe dovuti trasmettere e non lo ha fatto. Un rimprovero così pesante però non lo farei ai nostri genitori, che con i loro insegnamenti i loro valori ce li hanno passati eccome.

Nel loro tempo libero non si ritrovano. Si tenderebbe ad escludere anche quest’altra lamentela, in quanto basta uscire la sera dopo le 22.00 per essere sommersi dai giovani che si riversano sulla via principale di Cisterna (parcheggiando anche in maniera selvaggia su entrambi i lati del Corso, c’è da dire anche questo). Anche loro si raggruppano, tendono a incontrarsi in un luogo specifico, sempre lo stesso, hanno le loro tradizioni e consuetudini del gruppetto, insomma sono una “comitiva” come si diceva una volta.

Infine stanno sempre piegati sul loro telefono. Questa forse è la parte più condivisibile della critica mossa ai giovani. L’abuso del cellulare è un tema molto forte che ci pone la società di oggi, ma attraverso quello schermo, che a volte li isola, i giovani riescono a mantenere i contatti con persone che non vedono o non sentono da tempo. Riescono a moltiplicare all’infinito la loro capacità di condivisione e comunicazione, il che significa rispecchiare quello che noi uomini siamo da sempre, animali sociali.

 

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Piazza Amedeo di Savoia, meglio conosciuta come piazza “viola”.

Cerchiamo di comprendere piuttosto che respingere

I valori di amicizia, condivisione, solidarietà non è vero che non esistono tra i giovani, ci sono, ma hanno cambiato abito.

[…] perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo: c’erano morali, nel Medioevo, nel Rinascimento, che oggi non sono più assolutamente riconosciute. Oggi noi ci lamentiamo: vedo che c’è un gran tormento sulla perdita dei valori. Bisogna aspettare di storicizzarli. Io penso che non è che i giovani d’oggi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capir bene, perché siamo troppo affezionati ai nostri.

(Fabrizio De André, introduzione a La città vecchia, Teatro Brancaccio di Roma, 14 febbraio 1998)

Dopo averne parlato come strani animali arrivati da un altro pianeta o dal futuro, ora cerchiamo di capirli meglio. I giovani bisognerebbe imparare a comprenderli per capire effettivamente quali sono i loro valori. Sicuramente alcuni saranno diversi, alcuni avranno solamente cambiato d’abito, ma è pur vero che sono cambiati i tempi in cui viviamo.

Basterà pertanto concedersi un po’ all’ascolto, parlare con quei giovani sotto al Comune vecchio, in Piazza “viola”, alla fontana Biondi o in Piazzetta San Pietro e non guardarli solo da lontano. Andiamoli a cercare, perché i giovani in questi luoghi ci sono e magari sapranno darci nuove chiavi di lettura per questo mondo che corre molto velocemente.