Priverno-Sezze, non solo pastarelle a Cori le Ciambelle scottolate

Priverno-Sezze, non solo pastarelle a Cori le Ciambelle scottolate

20 Giugno 2019 0 Di Fatto a Latina

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Maria Paola Moroni nel confronto sulle pastarelle di Sezze, lei è di Cori e scopriamo che….

 

Con lo scritto delle tue meravigliose crostatine di visciole, mi hai fatto venire voglia di rivendicare anche un’ eccellenza corese…. Se esiste il Dio dei golosi, sicuramente ha radici lepine… Non c’è paese o città al mondo che si rispetti, a non avere tradizioni dolciarie nelle quali riporre la propria identità. Nell’ immaginario collettivo ci sono indissolubile binomi d’ eccellenza : Milano ha il suo Panettone, Siena il suo Panforte, Napoli il suo Babà, Torino il Gianduiotto, Palermo i suoi Cannoli… e via discorrendo attraversando il Bel Paese in lungo ed in largo. Sbagliato pensare però che siano soltanto le grandi realtà le detentrici di tali accostamenti, perché anche nel piccolo ci sono squisite eccellenze da rivendicare. C’è tutto un percorso dal sapore dolce che si dirama lungo tutto il territorio Lepino: Sezze ha le sue crostatine di visciole, Velletri i Coretti, Sermoneta le Serpette, Bassiano i Maritòzzi, Artena i Pizzòtti e Cori le Ciambelle Scottolate o ” de grasso”, come più comunemente vengono chiamate da noi coresi. In realtà, campanilisticamente mi piace ricordare che il panorama dolciario corese è molto più articolato e che anche le Ciambelline al Vino, i Mandorlati ed i Cantucci, sono parte integrante dell’ identità corese e che nulla hanno da invidiare alle altre già elencate. Giocoforza per me a questo punto, l’ innesco in automatico di un rewind visivo e emotivo, in una realtà oramai da tempo trascorsa. Rivedo una bimba alle prese con i preparativi della sua Prima Comunione, osservare con occhi colmi di meraviglia le abili e laboriose mani della sua adorata mamma, impastare gl’ ingredienti necessari alla realizzazione di suddette ciambelle, uova, farina, lievito, olio o strutto. Amalgamare bene il tutto e poi con cucchiaio valutare la densità del composto ottenuto, perché come soleva dire lei: Jó mpasto ata récadé alla spianatóra ficènno i sérpéntégli. Pochi ingredienti ma tanto, tantissimo olio di gomito, di tempo e pazienza ( il tempo si trova… la pazienza un pò meno) e di tanto in tanto saggiare con un taglio il panetto ottenuto per sincerarsi che non vi siano tracce di buchi. Dare forma alle ciambelle, lessarle, friggerle in abbondante olio bollente ed infine cos’ altro aggiungere se non un sano e perché no, pantagruelico …. BUON APPETITO