Palato della memoria, il libro di Roberto Campagna a Sperlonga

Palato della memoria, il libro di Roberto Campagna a Sperlonga

28 Giugno 2019 0 Di Rinaldo Ceccano

Nello spazio riservato a Slow Food in “Sapori di mare”, la rassegna di Sperlonga dedicata al pesce azzurro e alla biodiversità, presentato, sabato 29 giugno alle 21,  “Il Palato della Memoria” di Roberto Campagna. Oltre all’autore, interverranno Antonio Veneziani, poeta e saggista, Tommaso Iacoacci, dirigente dello Slow Food, e Luigi Centauri, presidente del Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina).

Pubblicato da Castelvecchi, il libro è composto di dodici racconti, in bilico tra presente e passato, che narrano storie con una straordinaria leggerezza poetica.  Dodici racconti che, come una ragnatela, lo prendono il lettore e lo portano nella adolescenza e nella giovinezza del protagonista e dentro la sua piccola “banda di amici”.

Scrittura, elegante e avvolgente, in ogni racconto – tutti indipendenti e tutti uniti dal filo della memoria, del luogo e dei personaggi – tratta un piatto o un prodotto (Roberto Campagna è un esperto di cibo, con svariate pubblicazioni).

La letteratura popolare, e in particolar modo il racconto orale, in questo libro di Campagna si coniugano insieme in uno squisito pamphlet di ricordi pseudo autobiografici.

Campagna, giornalista e sociologo, è un vero scrittore “popolare”, se con popolare si intende il lascito che la memoria imprime nella tradizione del saper narrare, con ironia e arguzia, episodi cruciali, in grado di sintetizzare una comunità e le sue tradizioni, i suoi sapori tipici e trasformarli in emozioni viventi, immortali.

I luoghi delle memoria di Campagna, oltre ai Monti Lepini e i suoi paesi, sono alcune zone del Mar Adriatico e del Lago di Bracciano, che tracciano l’anima e cristallizzano il ricordo, tra favola e cruda realtà, come ne “La strada” di Federico Fellini. “Il palato della memoria” è un libro pseudo autobiografico perché Flavio, il protagonista dei dodici racconti, è il riflesso nostalgico dello stesso autore; è infatti negli occhi di Flavio che Campagna ripercorre luoghi e sapori passati, forse scomparsi o in via di sparizione, ma indelebili nella sua memoria di ragazzo nel pieno della vita. I ricordi sono fatti di odori e gusti sopiti nel tempo e Campagna, con la sua verve narrativa frizzante e ironica – l’autore ha la capacità di scrivere una lingua corrente, colloquiale, senza risultare volgare – impasta le sue storie come ricette di cucina, usando lo stesso timbro scanzonato di un Balzac e lo fa trasportando il lettore – anche il lettore estraneo ai luoghi e ai cibi citati – nel suo mondo di nostalgiche disillusioni politiche, di scorribande canagliesche, di scherzi e alambicchi giovanili, di ripicche e fughe e amorazzi scollacciati. Leggendo dunque “Il palato della memoria” non si può non pensare a una tenerezza antica – ma come fa la tenerezza a non essere anche gioia rabbiosa per un tempo ormai perduto? – e soprattutto a una operazione di recupero sociale e culturale, a un “Amarcord” che vuole farsi scatola magica, scrigno di ricordi, perché il vero miracolo dell’uomo è sapere di appartenere a un luogo e di portarselo sempre dentro.