Danilo Rea al Circeo incanta tutti e duetta con Luca Barbarossa
12 Luglio 2019 0 Di Fatto a Latina“Una nota tira l’altra e ci siamo ritrovati a fare un viaggio insieme nella musica dei cantautori italiani. Anche se poco più di un ora, non è bastata per farlo tutto.” Così Danilo Rea ha concluso il suo concerto che ha visto moltissimi spettatori disposti anche a sedersi a terra per godersi appieno lo spettacolo che aveva in serbo un finale con ospite a sorpresa.
L’organizzazione aveva provveduto a dotare l’area archeologica di più di trecento posti a sedere ma non sono bastati. Danilo Rea ha portato un pubblico molto più numeroso e anche molto attento che ha ricambiato il pianista, che ha suonato interrottamente per tutto il concerto, con un calorosissimo applauso finale.
Danilo Rea al Circeo nel viaggio tra i cantautori italiani e la sorpresa finale
Come una sapiente ricamatrice ha preso un filo e senza mai spezzarlo è passato da una melodia all’altra fino alla fine del concerto attraversando i brani più belli della musica italiana. Partendo da una musica come filo conduttore lo ha abbandonato e ripreso più volte poi sostituendola nel corso del concerto con altre.
Un artista che riesce a giocare con le note come un bambino con la sua fantasia.
Si è abbandonato alla sua musica interpretandola insieme alle espressioni del suo viso, regalando passaggi insoliti e sfidando la memoria dei presenti. Un esempio della sfida alle melodie è stata quella in punta di piedi dei passaggi da Via del Campo di Fabrizio De Andrè alla sua Fiori di Neve. Dalle note di Oh che sarà di Fiorella Mannoia ha portato i presenti a riconoscere pian piano le note di Generale di Francesco De Gregori. Il ritorno a De Andrè con Marinella è stato impercettibile.
Le musiche di Rea accompagnavano e abbandonavano la scena alternandosi alle melodie popolari facendo da ponte in più occasioni insieme alle improvvisazioni. Da De Andrè si ci è ritrovati ad ascoltare le musiche delle canzoni di Gino Paoli: “Io che amo solo te”, ” Che cosa c’è”, “Senza fine”, “Sapore di mare “e poi il ritorno alle note di “Ah che sarà che sarà”.
Un andare e tornare continuo, come un giro tra i vicoli di un paesino di provincia, senza passare dalla stessa stradina e tornare allo stesso punto.
Non è mancato l’omaggio a Lucio Dalla partito da Gesù bambino e arrivato a Caruso per poi tornare su Il nostro concerto suonata per Gino Paoli e di nuovo su Dalla. Riprende Caruso e accompagnale note fino ad arrivare a con Resta…resta cu’mme di Pino Daniele.
Continuando l’andare e tornare tra le note delle melodie andando avanti e indietro negli anni e riprendendo poi le canzoni che aveva lasciato ha ipnotizzato il pubblico presente.
D’improvviso sono arrivate le note di “Azzurro” con cui il jazzista ha giocato come ha voluto fino a portarle ad arrivare a “Bocca di Rosa” con cui ha concluso il concerto. Nel momento in cui toglie le mani dal piano parte l’applauso accorato del pubblico.
L’ospite di Danilo Rea nel duetto improvvisato: Luca Barbarossa
Dopo l’applauso ringrazia più volte e annuncia che è venuto a trovarlo un amico e che insieme improvviseranno qualcosa. L’amico è Luca Barbarossa con cui duettano omaggiando i Beatles con Let it Be.
Un percorso straordinaro il concerto, in quello che è il patrimonio musicale italiano nelle mani di uno dei pianisti jazz più apprezzato in Italia e nel mondo.
Due domande a Danilo Rea
Incontro Danilo Rea dopo il concerto, il secondo in provincia nel giro di poco tempo.
Maestro, cosa la lega a questo territorio? Tre concerti nel giro di un mese questa estate, il suo pubblico sarà certamente contento.
“Io sono cresciuto in questa provincia con Maurizio Zazzarini, che ora insegna al conservatorio di Latina e con Piero Cardarelli quando ero all’inizio della mia carriera. A Latina ho suonato nella manifestazione “I salotti musicali” con Piero suonerò ne “I suoni del Lago” il prossimo 8 agosto sul belvedere di Sabaudia. Con Piero Cardarelli ho condiviso molti anni anche a Roma quando eravamo al Santa Cecilia. C’è un bel rapporto con gli organizzatori, anche dal punto di vista umano, ed è anche per questo che mi chiamano. E poi, come si fa a non suonare in questi posti, sono meravigliosi.”
Si gira verso il panorama che da sul mare.
C’è qualcosa che questa provincia può fare di più secondo lei per questo tipo di musica?
“So che fanno già molto. Il problema è riuscire a portare il pubblico, riuscire a coinvolgerlo emotivamente. Questo è un problema però generale che riguarda tutta la musica in generale e non è un’impresa facile”.
Il concerto nell’area archeologica, organizzato dal Comune di San Felice Circeo e la Pro loco, ha coinvolto diverse centinaia di persone, tra i presenti non tutti conoscevano le rovine di questa villa. Con questi tipi di eventi si porta a rivivere questi posti in maniera insolita dalla classica visita e porta a riflettere su come questi luoghi possano essere valorizzati e vissuti dai cittadini, e perché no, sfruttati per farli conoscere ai turisti anche attraverso questo tipo di eventi.
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