Il “Villaggio dei Giornalisti” ha compiuto cinquant’anni

Il “Villaggio dei Giornalisti” ha compiuto cinquant’anni

29 Luglio 2019 0 Di Emilio Andreoli

Il “Villaggio dei Giornalisti”, per la maggior parte di noi latinensi è un incrocio che sta sul lungomare del Lido di Latina. In realtà è un’oasi di pace immersa nel verde. Settanta villette, nascoste e protette da occhi indiscreti dalla folta vegetazione. Le costruirono nel 1969 per i giornalisti, perlopiù romani.

C’è stata una bellissima festa per i cinquant’anni del “Villaggio dei Giornalisti” dove ho avuto il privilegio di partecipare, grazie alla mia cara amica Letizia, figlia del giornalista della Rai Adalberto Manzone che curava la rubrica “Oggi al Parlamento” portando le notizie della politica, nelle case degli italiani. Un’amicizia nata in adolescenza, una di quelle rare amicizie estive inossidabili, che il tempo e la distanza non hanno scalfito.

Il lungo viale d’accesso e il cancello d’ingresso, ti inducono a pensare che stai arrivando in un luogo dove il limite è invalicabile, e in effetti lo è. Non ci sono citofoni, quindi o conosci qualcuno all’interno, oppure fai marcia indietro e te ne torni da dove sei venuto.

Letizia mi apre il cancello, non conosco quale diavoleria abbia usato, per un attimo mi sento un intruso, ma giusto il tempo di percorrere altri due viali e di parcheggiare la macchina, perché poi vengo accolto come se fossi uno del villaggio, e mi sento subito a mio agio.

Sono quarant’anni che non entro in questo luogo magico e mi sono rivisto ragazzo insieme al mio inseparabile amico Sergio Carosi, che aveva una di quelle bellissime villette in cortina. Romano anche lui, figlio di un editore, con cui passavo ogni estate. Inutile dire che il nostro sport preferito era quello di corteggiare le ragazze e quelle del villaggio erano tutte belle come la nostra giovinezza.

Per la festa è tutto pronto, tavoli apparecchiati, servizio catering e musica. Si prospetta una bellissima serata, sperando nella clemenza del tempo che minaccia pioggia. È il momento dei ricordi e il narratore è, inaspettatamente, il mio amico Giorgio Maulucci, vestito in maniera giovanile con il suo immancabile brillantino all’orecchio. Ex preside del liceo classico di Latina, ora in pensione, che con il suo linguaggio forbito, racconta le persone che hanno vissuto il villaggio sin dall’inizio. Ogni tanto lo interrompe la giornalista del tg3 Mariella Venditti, per spezzare il lungo racconto che Giorgio si è preparato. Alla fine, applausi e commozione.

Per me sta per finire la serata. Ringrazio Graziella Aver, organizzatrice del cinquantesimo anniversario del villaggio e di cui pubblico volentieri un suo pensiero scritto dieci anni fa, per la festa dei quarant’anni, ma che vale anche per i cinquanta e per tutti gli anni a venire:

“70 villini immersi nel verde, viali alberati, il silenzioso frusciare delle foglie mosse dal vento, l’odore dell’erba appena tagliata, il tempo che scorre lentamente. Così si presenta il Villaggio dei giornalisti a chi vi entra. Un paradiso, un’oasi di riposo di cui possono godere gli occhi e le orecchie di chi vuole disintossicarsi dai ritmi frenetici della città. Ma c’è qualcosa di più nell’animo di chi ha vissuto i quarant’anni di vita di questo luogo e che lo ha visto trasformarsi negli anni. C’è qualcosa che lo rende “magico”, che ci fa ritrovare qui ogni estate e che, oggi, ci fa vedere giocare insieme i nostri figli, così come facevamo noi un tempo. E’ la vita di una comunità, il senso di solidarietà, la storia di amicizie profonde che ti legano per la vita, un fiume di ricordi che riempiono la nostra memoria.”

Ringrazio di cuore Letizia che, con questo invito, mi ha fatto tornare indietro nel tempo… quando abitavo al lido quattro mesi l’anno, dall’infanzia alla giovinezza.

Certo è che se il nostro lido lo avessero pensato con il criterio di come è stato costruito il villaggio, sarebbe stata tutta un’altra cosa. Ma consoliamoci:

“il mare quest’anno è splendido. Bandiera blu meritata”

mi dicono i villeggianti del “Villaggio dei Giornalisti”.

Intanto ancora auguri, e alla prossima.