Fossanova, la festa medievale e la cronaca della non-falia

Fossanova, la festa medievale e la cronaca della non-falia

15 Agosto 2019 0 Di Fatto a Latina

Si è conclusa ieri la festa medievale di Fossanova. La rievocazione storica che è arrivata alla XXI edizione. Numerose le presenze di persone di tutte le età nel borgo. Molti accenti diversi lasciavano percepire la presenza di molti turisti provenienti da diverse regioni italiane, probabilmente in vacanza sul litorale e che hanno approfittato per visitare Fossanova in queste serate a tema.

Tra i presenti passeggiando qualche lamentela si avvertiva sul fatto che di medievale ci fosse forse un po’ troppo poco considerando l’ingresso a pagamento. Quello che lascia riflettere è il fatto che queste lamentele non sono partite solo dai residenti, anche sui social dove si comincia a percepire un assaggio di campagna elettorale, ma nella festa stessa da persone con accenti diversi da quelli locali. In effetti chi ricorda quest’evento negli anni ha notato un calo di spettacoli lungo i vialetti del borgo ora riservati ai mercatini artigianali.

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Ci sono stati anni in cui non era necessario stare con il programma in mano per vedere gli spettacoli che si susseguivano, bastava passeggiare per imbattersi in più di uno. Le proiezioni di alto profilo artistico non sono state altrettanto entusiasmanti rispetto allo scorso anno lasciando i presenti quasi indifferenti.

Quello che è il piazzale del parcheggio laterale all’abbazia, dove negli anni precedenti vi erano accampamenti, duelli, rapaci, spettacoli di torture e talvolta palcoscenici per opere teatrali quest’anno è stato riservato alla ristorazione con numerosi tavoli a disposizione, spostando lo spettacolo teatrale ai luoghi più consoni dell’infermeria dei conversi.

Proprio davanti l’infermeria vi era un’altra piccola area food, dove file più scorrevoli erano dovute al fatto dei panini  già pronti che hanno lasciato però interdetti chi davanti a un cartello con scritto “falia con mortadella” si è visto rifilare come falia una pizza bianca con sale.

La non-falia di Priverno nella festa medievale

Diciamo che, al di la del fatto che il termine falia non essendo stato registrato ancora sul prodotto tipico di Priverno, può venire usato per indicare qualunque cosa.  Vendere però un prodotto usando quel nome in quella occasione si sarebbe potuto evitare in qualche modo, quantomeno per buonsenso facendo togliere il cartello.

Questo episodio può essere da stimolo per non perdere ulteriore tempo a registrare il marchio sul prodotto che identifica il territorio. Chi la conosceva già può aver storto il naso ma per chi non lo conosceva ancora avrà un ricordo distorto di quel prodotto. Tra i ricordi dei viaggi il turista non porta con se solo foto, paesaggi, souvenir, locali o feste ma resta impressionato anche dai sapori unici dei luoghi visitati. I prodotti locali fanno parte di quel bagaglio culturale che il turista si porta con sé al ritorno da un viaggio, di quella terra, di prodotti che associa a quei luoghi.

Chi non è stato a Napoli senza tornare prima di aver mangiato una pizza, un babà o una sfogliatella e non ne ricorda i sapori? Oppure in Sicilia e non associa le bellezze di quella terra alla sua cucina, a un cannolo o un arancino?

Ecco, nella festa medievale con quella svista di far vendere per falia quella che falia non era si è persa l’occasione di legare quel luogo e quella esperienza ai presenti ad un prodotto tipico. Non solo, si è fatto associare quel nome ad altro.

Durante la serata prima che facesse buio molti sono stati i presenti che si sono scattati i selfie con il rosone dell’abbazia, tanto da attendersi l’un l’altro in fila nel punto della prospettiva migliore segnale che la sua bellezza non è indifferente.