Rocca Massima, trionfo per la Rassegna Organistica

Rocca Massima, trionfo per la Rassegna Organistica

18 Agosto 2019 0 Di Luca Cianfoni

Un vero e proprio trionfo ieri 17 agosto per la terza serata della Rassegna Organistica Internazionele di Rocca Massima organizzata dalla Proloco del comune lepino. Ieri all’interno della Chiesa di San Michele Arcangelo, si sono esibiti il maestro Gianluca Libertucci all’organo e Domenico Agostini alla tromba.

Un trionfo di pubblico e musica

Nel fresco estivo serale di Rocca Massima, in molti si rifugiano per trovare riparo dalla calura estiva. In tanti però oltre a trovare refrigerio, accorrono nel comune lepino anche per ascoltare gli artisti che si susseguono settimana dopo settimana, nella Rassegna Organistica Internazionale. Così, un festival che sembra essere destinato ad essere seguito solo da una piccola élite di persone, diventa popolare, tanto che la gente non riesce a stare più all’interno della chiesa. Le scalinate fuori, di fronte al portone del luogo sacro infatti si trasformano in spalti a cielo aperto. Vengono da tutte le parti della provincia, ma anche da Roma, ad ascoltare quest’organo e per suonarlo vengono addirittura dall’estero. Non ci sono solo teste bianche in quel di Rocca Massima, ma alla Rassegna Organistica partecipano anche ragazzi appassionati di musica che qui si incontrano, si scambiano vedute e si confrontano.

Il terzo concerto della Rassegna Organistica di Rocca Massima

Il duo organo e tromba è una formazione musicale abbastanza consueta e come riferisce bene il Maestro organista Libertucci invitato a parlare al microfono:

L‘unione di organo e tromba è pressoché perfetta, poiché si tratta di due strumenti che funzionano entrambi con l’insufflazione di aria nelle canne, la tromba in una sola mentre l’organo in migliaia. Noi musicisti però siamo di poche parole, preferiamo far parlare la musica.

Detto ciò i due musicisti si avviano dal pulpito e raggiungono l’organo. Jean-Joseph Mouret, Premiere suite de fanfares, è la loro prima esecuzione che denota fin da subito un’ottima coordinazione tra i due esecutori. Il ruolo della tromba risulta essere esclusivamente melodico, mentre l’organo in questa prima esecuzione assume prettamente la funzione di sostegno. Da notare il bellissimo contrappunto disegnato dal compositore che riempie benissimo tutto lo spazio sonoro della chiesa di Rocca Massima. Dopo le atmosfere luminose delle fanfare il tono della serata viene riportato subito in ben più austere e melanconiche sonorità grazie alla Fantasia e fuga C moll BWV 537 di Johann Sebastian Bach. Il basso iniziale catalizza l’attenzione e sembra accentrare tutto su di sé, come in un vortice. La fantasia bachiana è molto espressiva impegnando continuamente l’esecutore sulla tastiera e sulla pedaliera, senza soluzione di continuità. Questa prima parte dell’opera è un vero e proprio dialogo tra i registri acuti che sembrano voler volar via e i registri gravi invece che tengono ben salde a terra tutte le note della composizione. In Jesus bleibet meine Freude BWV 147/10, sempre di Bach, la tromba torna nuovamente ad accompagnare l’organo, che tesse ininterrottamente una fitta trama di note, che sono sostegno per la tromba e melodia stessa per la composizione.

Barocco e romanticismo

In questa Rassegna Organistica Internazionale di Rocca Massima, lo strumento presente all’interno della chiesa è stato sempre il protagonista principale. Lodato da tutti come organo estremamente duttile, gli esecutori lo esaltano eseguendo opere dal barocco al romanticismo. Un’ottima testimonianza è la Sonata in C moll op. 65 n. 2 di Felix Mendelssohn-Bartholdy. L’opera dichiara espressamente la propria epoca romantica di composizione sin dall’inizio. L’autore romantico qui sembra imitare la fantasia bachiana ascoltata poco prima. Al contrario del maestro barocco però qui è una nota acuta che coglie l’attenzione e che a lungo andare sembra quasi disturbare l’ascoltatore, attuando quel processo di straniamento che i romantici ricercavano in ogni loro opera. Subito dopo si passa a Henry Purcell compositore inglese e alla sua Sonata in Re maggiore. Nel pomposo iniziale la scrittura tra organo e tromba risulta ben bilanciata. Il Maestro Libertucci risulta sempre molto attento alle dinamiche, cosa difficilissima sull’organo, cambiando spesso tastiera e registri anche durante l’esecuzione, dando ai brani suonati un proprio movimento interno. Particolarmente degno di nota è il Presto finale in cui organo e tromba sembrano formare un unico strumento, a dimostrazione dell’eccellente qualità dei due esecutori. Il finale monumentale, in crescendo, strappa al pubblico un calorosissimo applauso.

Il finale della terza serata della Rassegna Organistica Internazionale di Rocca Massia

Il finale del concerto è un assolo tutto tedesco. Patendo da Georg Böhm uno dei maestri del barocco tedesco, con l’opera Vater unser im Himmelreich. Il brano è l’interpretazione da parte dell’autore della massima preghiera cristiana ovvero il Padre Nostro. La scrittura è un misto di dolcezza, commozione e compassione cristiana. Dal sacro al profano, è il momento di Dietrich Buxtehude con la sua Ciaccona BuxWV 160. La scrittura dell’organista tedesco è immediatamente riconoscibile, molto più fantasiosa e libera da schemi rispetto a quella bachiana. La composizione sembra come liberarsi nel gran finale in maggiore donando all’intera opera un aspetto luminosissimo. L’ultimo brano del concerto è la Suite in Re maggiore di Georg Friedrich Händel. L’insieme di brani è un tripudio di danze, dalla Giga alla Bourrèe passando per il Minuetto. La scrittura per l’organo risulta essere continua, molto densa. La Marcia che chiude la Suite risulta invece essere un brano molto impegnativo per la tromba, sottoposta a trilli e legati molto complicati da eseguire e che il maestro Agostini affronta con ottima tecnica e pulizia del suono.

Il successo del concerto e il prossimo appuntamento della Rassegna Organistica di Rocca Massima

Il pubblico appena terminata la MarciaI haendeliana si alza in piedi per rendere omaggio allo straordinario concerto offerto dal Maestro Libertucci e il Maestro Agostini, che invitati da Augusto Cianfoni, presentatore della serata, concedono un doppio bis ai numerosi ascoltatori accorsi nella chiesa di San Michele Arcangelo. L’appuntamento ora per l’ultima serata è sabato prossimo, 24 agosto, alle 21, con il Maestro Gerardo Chimini e le variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, suonate all’organo. Il concerto sarà preceduto da una piccola presentazione dell’opera bachiana da parte del maestro bresciano.