Viaggi corti: la piazza democratica dei Giardinetti di Latina
19 Agosto 2019La storia spesso è strana, ha intrecci che paiono giocare con la vita. Sapete dove è collocata l’unica statua di Giuseppe Garibaldi in provincia di Latina? Nei Giardinetti di Latina, li dove c’è la stele del monumento ai caduti sormontato dall’aquila. Il busto di Garibaldi porta la scritta, davanti, “Latina a Giuseppe Garibaldi” e dietro “a cura della prima amministrazione democratica e repubblicana di Latina, 1948”.
Ops, è democratica la piazza dei Giardinetti, è nata libera.
c’è poi c’è la statua del repubblicano Giuseppe Mazzini, davanti la stessa scritta di Garibaldi, Latina a…. e pure dietro la medesima citazione alla amministrazione democratica e repubblicana. Le sculture sono opera di Osvaldo Giovannetti.
E la stele con l’aquila? Certo ha la retorica stilistica di qualche anno precedente la sua collocazione ma è del 1960, commissionata dalla democratica amministrazione della città ad Oriolo Frezzotti, l’architetto che aveva fatto il resto della città ma sotto il regime (ma come non c’era la damnatio memoriae? E i democratici affidano allo stesso architetto della Latina fascista un monumento democratico? Bah, qui c’è chi bara al gioco della storia).
Sta di fatto che il monumento fu collocato dove è ora nel 1960 e inaugurato il 18 dicembre del 1965.
Il monumento è’ costruito con un monolito di travertino proveniente da una cava di Cisterna. E’ alto 16 metri e mezzo. L’aquila riprende quella che doveva esserci sulla torre di palazzo M distrutta durante la guerra. (E’ stato anche sposorizzato perchè è dono della società Satel di Cisterna, la prima repubblica aveva già le sponsorizzazioni)
Insomma i giardinetti di Latina hanno una dinamica democratica, eppure i “revisionisti” ne hanno fatto un simbolo con tante polemiche sui nomi.
Comunque la lettura dei monumenti della città, le ragioni della loro collocazione sono un bellissimo viaggio corto, cortissimo.
Le statue a Garibaldi e a Mazzini sono, quindi, figlie della prima amministrazione democratica, quella guidata dal 1948 al ’51 da Fernando Bassoli repubblicano (come Mazzini), già commissario prefettizio della città nel 46.
Solo nel 1951 inizia l’epopea democristiana con Vittorio Cervone.