Storie d’agosto: il primo temporale

Storie d’agosto: il primo temporale

25 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Si annuncia con gran rumore, come faceva il banditore nelle strade strette dei miei posti. Poi si annuncia con terrore per il nero che cancella piano piano l’azzurro e si fa strada con mille grigi, nessuno eguale a quello accanto. Viene da monte si gonfia d’acqua chissà dove e poi viene qui a lasciarci il suo pianto disperato. Nero il cielo, il rumore ti fa piccolo e l’aria “puzza” di acqua che da arsa ora è bagnata.

Il temporale d’agosto è l’inizio di un film in bianco e nero, è i suoi titoli di testa e il rumore è il leone della Metro Goldwyn Mayer. Una Hollywood senza le falsità, la celluloide. Eccolo, il temporale, scende suol piano a dire alle feste che è tempo di tornare. Ai contadini annuncia il tempo lungo del vino, la fatica di potersi dimenticare il mondo nelle notte lunghe d’inverno.

Il temporale è la fine delle corse sul mare, acqua con rabbia dal cielo, non acqua con onde placide dal mare.

Sono i temporali che hanno per amanti le tristezze, e le tristezze sanno dove andarli a trovare. Arriva il gran rumore, poi la pioggia che pare un limone che si spreme e chiudi gli occhi alla tempesta.

Qui è terra di acqua sopra e di acqua sotto e il temporale chiude il cerchio con l’acqua d’intorno. Però, però arriva il respiro alle piante e mi sono sempre chiesto dell’indifferenza degli ulivi a questo tempo.

Ecco è finito che è venuto se ne è andato, ma la stagione del sole adesso le foglie cominciano a farsi tristi, il vento ha lasciato a terre le prime, le seconde arriveranno tante.

Il temporale è come svegliarsi ancora con il sonno, è un sogno di paura che ti lava la faccia.